Grande protagonista del cielo di luglio è la Via Lattea. Complici le vacanze e, si spera, il bel tempo, vi invitiamo ad ammirarla sotto un cielo buio, magari attraverso un binocolo.
di Davide Cenadelli
Grande protagonista del cielo di luglio è la Via Lattea. D’estate, se ne vede la parte più luminosa, dato che la notte terrestre punta in direzione delle regioni centrali della nostra galassia, quelle ove le stelle sono più addensate. Per la precisione, il centro galattico si trova nella parte occidentale della costellazione del Sagittario, vicino al confine con lo Scorpione, non lontano in cielo dalla stella Alnasl che identifica la punta della freccia che il Sagittario sta per scagliare. Attenzione però: questo non significa che questa stella o le altre della costellazione si trovino fisicamente in prossimità del centro della nostra galassia! Ricordiamo infatti che una costellazione è un campo di cielo che contiene alcune stelle con cui la fantasia degli uomini ha disegnato delle figure immaginarie, e si dice che appartiene a una costellazione ogni oggetto che si trovi compreso in tale regione celeste. Si tratta però di una questione prospettica: le stelle e ogni altro oggetto celeste come ammassi, nebulose e galassie che si trovano “nella” costellazione, anche se appaiono vicini in cielo, di norma non sono vicini nello spazio, ma a distanze diverse da noi. Così, le stelle del Sagittario si trovano tipicamente a decine o centinaia di anni luce di distanza (ad es. Alnasl è una gigante arancione a circa 100 anni luce), mentre il centro della Galassia è molto più lontano, a 26-27.000 anni luce da noi.
Per la verità, il centro della nostra galassia non è visibile direttamente. Sul piano del disco galattico, infatti, ci sono nubi di polveri che assorbono la luce delle stelle retrostanti, così che si riesce a vedere fino a qualche migliaio di anni luce di distanza, e ciò che è più lontano viene nascosto. Con un’eccezione importante: nella costellazione del Sagittario è presente una “finestra” nelle polveri interstellari che permette di vedere una piccola porzione del rigonfiamento centrale (il cosiddetto bulge galattico). La regione del cielo in cui questo avviene è in assoluto la più brillante dell’intera fascia della Via Lattea.
Osservando in regioni spettrali a lunghezza d’onda maggiore del visibile, ovvero infrarosso, microonde ed onde radio, si riesce a vedere più lontano che in luce visibile, in quanto la maggiore lunghezza d’onda permette a queste onde elettromagnetiche di “saltare” più agevolmente i microgranuli che compongono le polveri interstellari, così da essere diffuse in misura minore. In altre parole, le polveri sono più trasparenti a queste lunghezze d’onda e in questo modo è possibile vedere fino al centro galattico ove si annida un buco nero supermassiccio di circa 4 milioni di masse solari, chiamato Sagittarius A*, di cui lo scorso anno è stata diffusa la prima immagine.
La regione del Sagittario e delle vicine costellazioni del Serpente e dello Scudo è ricchissima di oggetti del profondo cielo, come le nebulose Laguna (M8), Trifida (M20), Aquila (M16) e Omega (M17), e l’ammasso aperto dell’Anitra Selvatica (M11). Questi oggetti e diversi altri si trovano tutti a distanze dell’ordine dei 4-6 mila anni luce, e non è un caso: appartengono a un braccio a spirale della nostra galassia diverso dal nostro – che è il Braccio di Orione – e collocato in posizione più vicina alle regioni centrali: si tratta del Braccio del Sagittario (o Braccio della Carena-Sagittario). Se immaginiamo i bracci di spirale come dei quartieri galattici, il nostro è un quartiere semiperiferico, e quello del Sagittario è un quartiere prospicente, ma più vicino al centro, da cui lo separano comunque altri 20.000 anni luce.
L’osservazione della Via Lattea nella regione del Sagittario è ostacolata dal fatto che quest’ultima è una costellazione australe, che appare bassa sull’orizzonte meridionale, ove bisogna fare i conti con le foschie e l’inquinamento luminoso. Più fortunati di noi sono gli osservatori australi che vedono tale costellazione molto più alta in cielo.
Risalendo lungo la Via Lattea, dopo avere lasciato la zona Sagittario-Serpente-Scudo, raggiungiamo la magnifica costellazione dell’Aquila, con la brillante stella Altair, dopodiché troviamo le piccole costellazioni della Freccia e della Volpetta sormontate dal Cigno, la cui forma a croce è facile da riconoscere, anche grazie alla presenza della brillante stella Deneb. In prossimità del Cigno la Via Lattea sfiora anche la costellazione della Lira ove si trova la brillantissima Vega, quinta stella più brillante del cielo. Nel cuore delle notti di luglio la Lira e il Cigno occupano le regioni zenitali, sopra la nostra testa, e proprio tra lo Scudo, l’Aquila e il Cigno, complice la maggiore altezza rispetto al Sagittario, di solito la Via Lattea si mostra al massimo del suo splendore a noi osservatori delle medie latitudini boreali. Nella costellazione del Cigno essa sembra dividersi in due, come se una valle scura attraversasse il luminoso fiume di stelle: essa è dovuta a nubi di polveri interstellari poste a migliaia di anni luce di distanza che assorbono la luce delle stelle retrostanti.
Vega ed Altair costituiscono due vertici del Triangolo Estivo, con il terzo costituito da Deneb, nel Cigno. Delle tre stelle, la più vicina a noi è Altair, a 17 anni luce. Altair è una stella nana, grande circa il doppio del Sole (per la precisione, si tratta di una stella rapidamente rotante e piuttosto schiacciata, con un raggio equatoriale pari a 2 volte quello solare, mentre quello polare è 1,6 volte maggiore). La sua luminosità supera quella del Sole di 11 volte. Anche Vega è una stella nana ma è posta più lontana, a 25 anni luce da noi, brilla 40 volte più del Sole e lo supera in dimensioni di due volte e mezzo circa (anch’essa è una stella rapidamente rotante e schiacciata con raggio equatoriale e polare rispettivamente 2,8 e 2,4 volte quello del Sole). Deneb, invece, è molto più lontana. La sua distanza è molto grande, e questo implica che sia piuttosto difficile da misurare, così che vi sono varie stime non del tutto concordanti. Assumendo come valore 2.600 anni luce – uno dei valori più attendibili proposti finora – ne risulta una stella supergigante 200.000 volte più luminosa e 200 volte più grande del Sole. Deneb, che appare come la diciannovesima stella più brillante del cielo terrestre, è la stella più lontana ed intrinsecamente più luminosa tra le prime venti, e una tra le stelle intrinsecamente più luminose tra tutte quelle visibili a occhio nudo.
Veniamo ora ai pianeti del Sistema Solare. Dopo aver raggiunto la massima elongazione orientale all’inizio del mese scorso, Venere si muove velocemente verso la congiunzione inferiore col Sole, che raggiungerà il 13 agosto. Ne consegue che la sua visibilità nel crepuscolo serale diminuirà drasticamente in luglio: a inizio mese sarà ancora possibile vederlo per un’ora-un’ora e mezza, mentre a fine mese sarà praticamente invisibile perché troppo vicino al Sole. Però, quanto verrà perso in tempo di osservabilità, verrà compensato in spettacolarità, in quanto il pianeta, in avvicinamento alla Terra, al telescopio apparirà sempre più grande (a fine mese si troverà a ‘soli’ 47 milioni di km da Terra) e la fase tenderà sempre più a quella di falce, la più bella da vedere. Il 7 luglio raggiungerà anche la massima luminosità, con magnitudine apparente pari a -4,5.
Marte continua ad allontanarsi dalla Terra e a indebolirsi, raggiungendo una magnitudine tra 1,7 e 1,8; inoltre, appare sempre più vicino al Sole per cui la sua visibilità diviene difficoltosa, perso nelle luci del crepuscolo serale verso occidente. Marte affiancherà prospetticamente Regolo, la stella più luminosa della costellazione del Leone, nelle sere del 9 e 10 luglio. Pianeta e stella saranno bassi sull’orizzonte, che quindi dev’essere ben sgombro verso ovest; inoltre sono visibili per poco tempo, attorno alle ore 22.00-22.30, dopodiché tramontano.
Giove continua a essere meglio osservabile nelle ore antelucane, ma il periodo di osservabilità va aumentando. Se a inizio mese lo si vede basso verso oriente dopo le 3.00 del mattino, a fine mese comincia a essere visibile intorno all’una di notte, nella costellazione dell’Ariete.
Saturno, nella costellazione dell’Acquario, sorge un paio d’ore prima di Giove e risulta visibile dall’una di notte a inizio mese, mentre a fine mese la sua visibilità comincia a raggiungere orari più comodi in quanto sorge intorno alle 23.00. Lo si osserva verso sud-est.
LA STELLA DEL MESE: SHAULA
Uno dei miei giochi preferiti è discutere con amici su quale sia il nome di stella più bello. Cosa volete farci: ognuno ha i passatempi che si merita! C’è solo l’imbarazzo della scelta, in quanto la musicalità della lingua araba ci ha regalato nomi meravigliosi. Se proprio dovessi sceglierne uno, direi Aldebaran, ma tra i più belli in assoluto metterei anche Shaula, il nome della stella che identifica il pungiglione dello Scorpione, e che contribuisce grandemente alla bellezza di questa costellazione. Il nome Shaula deriva da una dizione araba medievale che significa “innalzato”.
Shaula è la seconda stella più luminosa dello Scorpione, dopo Antares, con una magnitudine 1,62, anche se occasionalmente Dschubba, nella testa dello Scorpione, può superarla in luminosità essendo una stella variabile.
Shaula è una stella tripla, con le due componenti principali di colore blu, come molte stelle dello Scorpione: i loro tipi spettrali sono B1,5 e B2, il che implica temperature superficiali di circa 25.000 K. La più luminosa delle due brilla come 36.000 soli e il sistema si trova a 570 anni luce.
La declinazione di Shaula è piuttosto australe (-37°) e questo fa sì che si innalzi di poco sull’orizzonte meridionale: dall’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta, di non più di 8°-9°. Fortunatamente, verso sud abbiamo un orizzonte molto sgombro, con montagne lontane che si elevano per pochi gradi, così che la stella risulta ben visibile. E per fortuna! Quando declamiamo ai nostri ospiti la bellezza dello Scorpione, mostrando la supergigante rossa Antares, la magnifica stella multipla Acrab e le altre meraviglie della costellazione, non vediamo l’ora che sorga Shaula per indicare il pungiglione dell’aracnide celeste, davvero essenziale alla sua forma così peculiare e fondamentale nel renderlo una delle costellazioni più belle del cielo.
Note sull’Autore
Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.