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21/03/2024 – JWST: un anno di scoperte epocali

Le potenzialità infrarosse del James Webb Space Telescope ci permettono di indagine anche l’Universo vicinissimo delle nebulose, alla scoperta dei molti misteri tuttora irrisolti sulla nascita delle stelle e dei pianeti. I primi studi sistematici sono stati riservati alla più famosa delle nebulose, la Nebulosa di Orione, per la sua modesta distanza e per la presenza di migliaia di stelle tra 40 e 0,1 masse solari. In ogni parte della Nebulosa sono state osservate almeno 200 proto-stelle avvolte in gusci proto-planetari. In particolare, anche se non si tratta di una novità assoluta, sono stati individuati 540 PMO (Planet Mass Objects), ossia oggetti isolati di massa planetaria fino a 0,6 masse gioviane. La vera novità scoperta dal JWST è che all’interno della Nebulosa di Orione vagano liberamente almeno 40 JuMBO (oggetti binari di massa gioviana) reciprocamente orbitantisi ad una distanza compresa tra 25 e 400 u.a. La temperatura media di questi oggetti è di circa 700°C, il che significa un’età non superiore ad 1 milione di anni. Il meccanismo che sta alla base di questi JuMBO è al momento ignoto, nel senso che non rientrano in nessun modello noto di formazione planetaria.

Cesare Guaita:

laurea in Chimica con specializzazione in Chimica organica e Chimica macromolecolare. Esperto di Cosmochimica e Planetologia, ha pubblicato, su riviste divulgative e professionali, centinaia di articoli su questi temi, con particolare riferimento alle connessioni chimico-geologiche di una moltitudine di fenomeni planetari ed astrofisici. Collabora con giornali e riviste e reti televisive pubbliche e private. È Presidente e fondatore (anno 1974) del G.A.T., (Gruppo Astronomico Tradatese) e da oltre 25 anni è conferenziere del Planetario di Milano. È autore del libro L’esplorazione delle comete edito da Hoepli.

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