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Il Cielo di Gennaio 2023

Gennaio, primo mese interamente compreso nell’inverno astronomico.

di Davide Cenadelli.

E’ il mese di mezzo tra i tre dell’inverno meteorologico, che comprende per convenzione dicembre, gennaio e febbraio. Insomma, siamo in pieno inverno e nessuna sorpresa che le costellazioni invernali dominino il cielo. Dopo un precoce tramonto in cui le costellazioni autunnali fanno ancora una fugace apparizione, ecco salire alla ribalta Orione, il Toro, l’Auriga, i Gemelli, e poi i cani di Orione, il Maggiore e il Minore, insieme ad altre costellazioni meno appariscenti come Eridano e l’Unicorno.
Mese di stelle, gennaio. Nel cuore dell’inverno possiamo vedere più stelle brillanti che in qualsiasi altra stagione: appaiono infatti Sirio, la stella più brillante del cielo notturno, Capella, la sesta, Rigel, la settima, Procione, l’ottava, Betelgeuse, la decima, e Aldebaran, la quattordicesima, per citare solo quelle più brillanti della magnitudine 1. E le costellazioni che contengono questi gioielli celesti sono tra le più spettacolari e fascinose. Si tratta di costellazioni antichissime, come Orione e il Toro, già usate dai Sumeri che vi vedevano Gilgamesh che combatte il Toro celeste. Secondo i Greci, invece, Orione era un gigantesco cacciatore dell’Isola di Chio, il più grande e il più bello tra gli uomini, che andava a caccia coi suoi cani, rappresentati nelle costellazioni del Cane Maggiore, ove sfolgora Sirio, e Minore, ove fa bella mostra di sé Procione. Orione con i suoi cani cacciava la Lepre, rappresentata da una costellazione sotto i piedi del gigante e di fianco al Cane Maggiore, e un giorno si imbatté nelle Pleiadi, sette sorelle bellissime, di cui si innamorò. Tale amore però non era corrisposto, e, perché potessero sfuggire alla corte indesiderata, gli dei le trasformarono in colombe e le Pleiadi volarono in cielo, dove divennero stelle. Orione si dovette accontentare di dedicarsi all’arte venatoria, in cui eccelleva. Un giorno, però, si vantò di essere capace di uccidere qualsiasi animale sulla Terra, al che Gea, la dea della Terra, si indignò e fece uscire dalla Terra uno Scorpione che punse il gigante a morte. (Esistono in verità varianti di questo mito, che coinvolgono altri personaggi, come Artemide, la dea della caccia, ma la storia non è molto differente.)
Alla fine Orione fu ammesso tra le costellazioni del cielo e lo stesso destino toccò ai suoi cani e alla lepre, nonché allo Scorpione, che fu però posto in cielo in posizione opposta a Orione, dati i trascorsi non amichevoli tra i due, così da stare a distanza di sicurezza. Anzi, per la precisione, Orione e lo Scorpione non sono esattamente opposti. In posizione opposta a Orione c’è Ofiuco, e lo Scorpione è un po’ spostato a sud rispetto a quest’ultimo. Se infatti le due costellazioni fossero opposte, l’una sorgerebbe mentre l’altra tramonta, e seppur fugacemente si vedrebbero. Grazie al fatto che lo Scorpione è un po’ più a sud, una delle due costellazioni comincia a sorgere solo dopo che l’altra è tramontana, e i due personaggi non si vedono nemmeno di striscio. (Dalle medie latitudini australi, invece, Orione e lo Scorpione sono per breve tempo entrambi visibili, ma i Greci, pur ottimi navigatori, non arrivarono a vedere il cielo da quelle parti. Chiaramente, i due personaggi si vedono insieme dallo spazio, ma anche lì i Greci non sono andati.)
E le Pleiadi? Sono in cielo anche loro. Essendo poste a nordovest di Orione, a causa della rotazione terrestre sembrano scappare, mentre Orione sembra inseguirle anche in cielo, con la sagoma del Toro sbuffante che si para in mezzo e sembra proteggerle. Similmente, la lepre, posta a ovest del Cane Maggiore, sembra fuggire e il cane braccarla, senza prenderla mai.
Sul fronte planetario, gennaio si apre con una configurazione affascinante. All’inizio del mese, dopo il tramonto si vedono tutti i pianeti visibili a occhio nudo: verso sudovest Mercurio (visibile con difficoltà perchè molto vicino al Sole, ma si può tentare), Venere e Saturno, poi Giove più alto verso sud, Urano piuttosto alto a sudest (visibile con difficoltà anch’esso, perchè al limite della visibilità a occhio nudo) e Marte a oriente. Mercurio, il pianeta più interno e veloce, si sottrarrà alla vista velocemente dopo i primissimi giorni del mese, mentre Venere andrà via via allontanandosi dal Sole divenendo visibile sempre più a lungo. Saturno, invece, si avvicinerà in cielo al Sole e il giorno 22 sarà in congiunzione con Venere: i due pianeti saranno visibili bassi a sudovest poco dopo il tramonto del Sole. Il giorno 23 appariranno un po’ più separati ma in compenso nei pressi sarà visibile un’affascinante falce di Luna sottile.

LA STELLA DEL MESE: 55 CANCRI

Tra le costellazioni zodiacali, quella del Cancro è tra le meno appariscenti. La sua forma ricorda una Y rovesciata, formata da alcune stelle piuttosto deboli, ma contiene alcuni tesori. Uno – il più famoso – è l’ammasso aperto del Presepe (M44), visibile anche a occhio nudo nelle notti buie e senza Luna. Un altro è costituito dalla stella 55 Cancri, di magnitudine apparente 5,95, dunque appena visibile a occhio nudo in condizioni ideali. Si trova vicina in cielo alla stella Iota Cancri, la più settentrionale tra quelle che formano la Y rovesciata.
55 Cancri è una stella non molto diversa dal Sole: è una nana o subgigante di tipo spettrale K1, quindi un po’ meno calda e più piccola del Sole (il suo diametro è appena inferiore a quello della nostra stella, ma la luminosità è solo del 60% circa proprio perché meno calda in superficie). In realtà, questo vale per la componente principale, 55 Cancri A, in quanto si tratta di un sistema doppio. La secondaria, 55 Cancri B, è una debole nana rossa di classe spettrale M4.5, la cui luminosità è appena 8/1000 di quella solare. Cos’ha di così speciale questo sistema? Comprende un sistema planetario tra i più affascinanti scoperti finora. Intorno a 55 Cancri A sono stati scoperti a oggi 5 pianeti, posti a una distanza dalla stella tra 0,015 e 6 UA (UA è l’Unità Astronomica, ovvero la distanza media Terra-Sole). Uno di essi, 55 Cancri f, dista dalla stella 0,77 UA, più o meno come Venere dal Sole. Questo, unito alla luminosità di 55 Cancri A inferiore a quella solare, potrebbe porre il pianeta entro la zona abitabile della stella, in prossimità del suo limite interno. Un altro, 55 Cancri b, fu uno dei primissimi esopianeti scoperti, nel 1997. Il sistema è talmente importante che l’Unione Astronomica Internazionale ha assegnato dei nomi propri alla stella e ai pianeti: rispettivamente Copernicus (la stella) e Janssen, Galileo, Brahe, Harriot e Lipperhey ai pianeti 55 Cancri e, b, c, f, d (l’ordine riportato è quello di distanza dalla stella). Da questi pianeti, la componente secondaria 55 Cancri B, data la bassa luminosità e la grande distanza da 55 Cancri A (oltre 6 giorni luce) apparirebbe solo come una stella molto brillante, più di Venere ma meno di una falce di Luna nel nostro cielo.
Ma c’è di più: il pianeta 55 Cancri e – ovvero Janssen ma, non me ne voglia l’UAI, io preferisco usare i vecchi nomi di Bayer e Flamsteed – è noto anche come il “pianeta di diamante”. Coma mai? Intanto, è il più vicino alla stella e quindi caldissimo: diciamo 2.300 °C di giorno e 1.300 di notte. Inoltre, alcune misure hanno rivelato che è ricco di carbonio e al suo interno, date le altissime temperature e pressioni, si pensa che possa essersi formato un diamante colossale grande come parte del pianeta stesso. Prima di prendere un razzo per partire alla volta del pianeta, aspettate: ricordate le altissime temperature, poi considerate che la ricchezza di carbonio è discussa e non certa, infine valutate la distanza, circa 41 anni luce. Per andare fin là, alla velocità delle sonde Voyager, ci vorrebbero 750 mila anni, anno più, anno meno. D’altronde, se fosse possibile andarci, vi avrei detto dove trovare la stella 55 Cancri in cielo?

Note sull’Autore

Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.

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