Apophis, il sorvegliato speciale tra gli asteroidi near-Earth di tipo Aten, diventerà probabilmente un laboratorio spaziale per studiare oggetti potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta.
Rappresentazione artistica del passaggio ravvicinato di Apophis. Credit: www.futura-sciences.com.
Quando si dice “non temere il nemico”: presto sarà lui, Apophis, il sorvegliato speciale tra gli asteroidi più vicini alla Terra, a essere nel nostro mirino, non più noi nel suo. Ora che abbiamo la ragionevole certezza che non ci colpirà almeno per i prossimi 100 anni, il suo passaggio ultra ravvicinato a circa 31000 Km previsto per il 13 aprile 2029 costituirà una rara opportunità di studiare da vicino un oggetto di quel tipo (un asteroide di tipo Aten, ovvero con un’orbita avente semiasse maggiore inferiore a un’unità astronomica) e di quelle dimensioni (circa 340 metri, come una portaerei), al fine di acquisire importanti informazioni da utilizzare per lo sviluppo di misure di difesa planetaria contro asteroidi pericolosi. Grazie al progetto NEAlight dell’Università di Würzburg, in Germania, il team di ricerca guidato dall’ingegnere aerospaziale Hakan Kayal sta valutando tre tipologie di missione che impiegheranno piccoli satelliti derivati dal progetto SATEX 2023. Il primo concetto di missione, tutto tedesco, prevede la realizzazione di un satellite che dovrà raggiungere Apophis e accompagnarlo per circa due mesi nel suo viaggio verso la Terra, rimanendo con lui alcune settimane al fine di documentare fotograficamente e analiticamente i cambiamenti che l’asteroide progressivamente subirà. Per la seconda proposta, la Germania proverà a partecipare alla futura missione europea RAMSES. Ciò consentirebbe di realizzare un satellite più grande, considerati i maggiori finanziamenti a disposizione, dotato di piccoli satelliti ausiliari – uno dei quali fornito proprio da Würzburg – telescopi e altri strumenti di analisi. Anche in questo caso, l’intero apparato scientifico dovrà volare verso l’asteroide e seguirlo durante il suo sorvolo della Terra per un periodo di tempo più lungo rispetto a quello previsto per la prima tipologia di missione. La terza e ultima architettura di missione dovrebbe essere la meno complessa e costosa: solo un piccolo satellite realizzato da Würzburg che dovrà sorvolare brevemente Apophis e fotografarlo nel momento della sua massima vicinanza al nostro pianeta. Il tempo di osservazione sarebbe in questo caso breve e, probabilmente, la conoscenza acquisita non particolarmente interessante dal punto di vista scientifico, ma pur sempre utile.
Apophis sarà quindi un prezioso laboratorio volante, anche se fino a qualche anno fa era considerato una minaccia per il nostro pianeta. Scoperto il 19 giugno 2004, è stato il primo corpo minore del Sistema solare a raggiungere, sebbene per poco tempo, il livello 4 su 10 della Scala Torino (il più alto mai registrato), un metodo di classificazione della pericolosità di un asteroide in rotta di collisione con la Terra che combina la probabilità statistica e il potenziale danno derivato dall’energia cinetica sprigionata dall’impatto. Già dal nome che è stato scelto per lui – Apopi il “Distruttore”, divinità delle tenebre nell’Antico Egitto (Apophis in greco) – si capiva che l’asteroide, in caso di collisione, non avrebbe dolcemente accarezzato la Terra, ma sarebbe stato capace di causare ingenti danni su un’area di migliaia di kilometri quadrati, liberando un’energia pari a circa 870 megatoni (65500 bombe di Hiroshima). Per questa ragione, monitorarlo ed effettuare calcoli sempre più precisi della sua orbita è stato di vitale importanza e ha portato anche a escludere con ragionevole certezza una possibile collisione con altri corpi che potrebbero causare pericolose deviazioni di traiettoria. Grazie al progetto NEAlight, lanciato all’inizio di maggio 2024, ciò che inizialmente si era presentato come un nemico potrebbe trasformarsi in “amico” o, senza dare troppa confidenza, in un importante messaggero spaziale.