fbpx

Acqua sulla luna più abbondante del previsto.

Non sappiamo ancora in che modo è arrivata sul nostro satellite e come è immagazzinata, ma è lì. A stabilirlo due studi pubblicati su Nature Astronomy.

di Alessia Cassetti

Circa una settimana fa la NASA, attraverso un’orchestrata campagna mediatica, aveva annunciato che il 26 ottobre ci sarebbe stata una teleconferenza pubblica su un’importante scoperta riguardante la Luna e i dati raccolti da “Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy “(SOFIA). Il tutto presentato nel contesto della missione Artemis della NASA che ambisce a riportare per il 2024 esseri umani sulla superficie del nostro satellite.

Ieri alle ore 17:00 (orario italiano) è arrivato il tanto atteso annuncio: presenza di acqua sulla superficie lunare.
Non è la prima volta che viene individuata l’acqua sul nostro satellite. In passato, però non si sapeva con certezza se si trattasse di molecole di H2O o di semplice idrossile (OH). Gli studi precedenti, infatti, non erano stati in grado di fare questa distinzione a causa anche dei limiti strumentali. Oggi, grazie a osservazioni ancora più specifiche, arriva anche questa prova. Ma non è tutto: quest’acqua ghiacciata potrebbe essere molto più diffusa di quanto si pensasse.

Una vera svolta per le future missioni umane sul nostro satellite che arriva da due studi pubblicati su Nature. Il primo,  Molecular water detected on the sunlit Moon by SOFIA , coordinato dalla NASA, dimostra la “firma” della molecola di acqua (H2O), rilevata grazie al telescopio Sofia.
Il secondo studio Micro cold traps on the Moon condotto da University of Colorado Boulder, stima invece che oltre 40.000 chilometri quadrati di superficie lunare potrebbero intrappolare acqua sotto forma di ghiaccio in piccole cavità ombreggiate.

Acqua anche nelle zone illuminate

Acqua sulla luna più abbondante del previsto. 26 ottobre, acqua, acqua sulla luna, Alessia Cassetti, Artemis, astronomia, lofficina del planetario, luna, NASA, news, news LOfficina, polo sud luna, satellite, scoperta acqua sulla Luna, SOFIA, trappole acqua

Area osservata da SOFIA

E’ importante sottolineare che le molecole d’acqua individuate da SOFIA, si trovano nelle regioni illuminate dalla luce del Sole, dove le temperature possono superare i 200°C; regioni dunque diverse da quelle permanentemente all’ombra nei poli lunari.
La misura, effettuata dallo strumento Forcast, risale al 30 agosto 2018 e in particolare riguarda il Cratere Clavius, nell’emisfero sud del nostro.
Non è ancora possibile sapere come quest’acqua sia arrivata sulla Luna e in che modo sia stata immagazzinata nel terreno. I possibili scenari al vaglio deli scienziati sono due. Il primo prevede che l’acqua sia stata trasportata da micro meteoriti e intrappolata dal processo d’impatto. Il secondo scenario ipotizza che si tratti di un processo a due fasi, in cui il vento solare solare trasporta l’idrogeno sulla superficie della luna e successivamente questo si ricombina con i gruppi ossidrili formando l’acqua.

Il telescopio volante SOFIA

Acqua sulla luna più abbondante del previsto. 26 ottobre, acqua, acqua sulla luna, Alessia Cassetti, Artemis, astronomia, lofficina del planetario, luna, NASA, news, news LOfficina, polo sud luna, satellite, scoperta acqua sulla Luna, SOFIA, trappole acqua

Boing 747SP su cui è installato SOFIA

Si tratta di un telescopio a infrarosso di 2,5 metri di diametro a bordo di un Boeing 747SP, opportunamente modificato con un’apertura nella fusoliera, vicino alla coda. E’ il più grande telescopio mai montato su un aereo ed è in grado di osservare nell’infrarosso a circa 12 km dal suolo. Osservare a questa quota permette di superare il problema dell’umidità della nostra atmosfera, che blocca alcune lunghezze d’onda. In particolare, all’altitudine di volo di SOFIA quasi il 90% della radiazione infrarossa può essere intercettata dal telescopio.

Più acqua di quanto si pensasse

Secondo lo studio guidato dall’università di Boulder in Colorado quarantamila chilometri quadrati di zone d’ombra sulla superficie della Luna potrebbero nascondere una riserva di ghiaccio d’acqua permanente grande il doppio rispetto a quanto stimato finora. Infatti, prima di questa ricerca si riteneva che il ghiaccio d’acqua si trovasse in regioni fredde limitate a crateri molto profondi e larghi chilometri. Il nuovo studio ha invece messo in luce l’esistenza di trappole fredde “cold traps” di piccole dimensioni diffuse su ampie regioni lunari.

Scenari futuri

Questi risultati rappresentano una potenziale risorsa per gli astronauti che andranno sia sulla Luna che per un’eventuale missione umana su Marte. Infatti, la NASA ha l’ambizioso progetto di costruire una stazione spaziale cislunare dalla quale far partire le missioni verso il pianeta rosso.

Translate »