Con Settembre inizia l’autunno sia dal punto di vista meteorologico, il giorno 1, che da quello astronomico, il giorno 22 con l’equinozio.
di Davide Cenadelli
Con settembre comincia l’autunno, per chi scrive la stagione più bella dell’anno. Esso inizia astronomicamente il giorno 22, con l’equinozio d’autunno, mentre per convenzione inizia il giorno 1 dal punto di vista meteorologico. Inoltre, in settembre si perdono più ore di luce che in qualsiasi altra stagione e verso fine mese si comincia a cenare col buio (lo so che è strano ma a me, come a una minoranza di altre persone, questa cosa piace moltissimo!).
Come si conviene a un mese di transizione tra due stagioni, settembre mostra ancora il meglio del cielo estivo di prima sera, per poi passare il testimone alle costellazioni autunnali che culminano nel corso della notte, ma alcune delle quali fanno già capolino dall’orizzonte col primo buio. Di prima sera, altissimo fino a occupare le regioni zenitali del cielo, troviamo il Triangolo Estivo, costituito dalle brillanti stelle Vega (nella costellazione della Lira), Deneb (nel Cigno) e Altair (nell’Aquila). La Via Lattea, che attraversa il Cigno e l’Aquila, scendendo verso l’orizzonte meridionale raggiunge la costellazione del Sagittario, mentre lo Scorpione, a destra del Sagittario, ormai appare declinare verso sud-ovest e tramontare lentamente. A sinistra del Sagittario invece si vede il Capricorno. Se volgiamo lo sguardo tra nord ed est, già all’imbrunire vediamo adagiate sopra l’orizzonte le costellazioni autunnali di Perseo ed Andromeda e, più alta, Pegaso col cosiddetto Quadrato di Pegaso a delineare il corpo di questo animale mitologico; la stella Enif, che ne indica il naso, è proiettata verso le piccole costellazioni del Delfino e del Cavallino, quest’ultima la seconda più piccola del cielo dopo la Croce del Sud. Col passare delle ore, bassa verso sud-est, vediamo sorgere Fomalhaut, nella costellazione del Pesce Australe. Fomalhaut è la stella autunnale per antonomasia e diciottesima per luminosità del cielo notturno. Si tratta di una stella nana di colore bianco-azzurro dovuto alla temperatura superficiale di 8.600 K, distante 25 anni luce e 17 volte più brillante del Sole. Da Fomalhaut, il Sole apparirebbe come una stella di quarta magnitudine nella costellazione del Leone Minore, tra il Leone e le zampe dell’Orsa Maggiore. Intorno a Fomalhaut è stato scoperto un pianeta, chiamato Fomalhaut b o Dagon, che forse … non esiste: potrebbe trattarsi di un ammasso di materiali sparsi – ghiaccio e polveri – dovuto a una collisione cosmica tra due planetesimi entro il disco di polveri che circonda la stella.
A sud di Pegaso si trova la costellazione zodiacale dell’Acquario che, secondo la mitologia greca, rappresenta Ganimede, definito da Omero il più bello tra gli uomini. Fu rapito dall’Aquila rappresentata dalla costellazione omonima sita nei pressi e portato sull’Olimpo, dove divenne il coppiere degli dei. Nell’Acquario si trovano due celebri nebulose planetarie. La prima è la Nebulosa Elica (molto usata è la dizione Helix Nebula in inglese) che si trova a soli 650 anni luce da noi e la cui magnitudine apparente integrata è 7,6 ma, nonostante tale luminosità sia elevata per questo tipo di oggetti, possiede una luminosità superficiale piuttosto bassa dato che il raggio apparente è non molto inferiore a quello della Luna (la si confronti alla Nebulosa Anello nella Lira che, seppure sia oltre una magnitudine più debole come luminosità complessiva, ha un diametro apparente di soli 4’ e quindi una luminosità superficiale superiore). La seconda è la molto più lontana Nebulosa Saturno (tra i 2 i 4 mila anni luce da noi), che brilla di ottava magnitudine e ha una forma elongata (a ricordare quella del pianeta con gli anelli) con dimensione di circa 6’-7’.
Lasciato l’Acquario, volgiamoci verso nord. Quando scende il buio, l’autunno incipiente è chiaramente annunciato dalla disposizione di costellazioni e asterismi circumpolari. Sulla sinistra (nord-ovest) vediamo il Grande Carro che appare via via più basso e proprio tra settembre e ottobre questo celebre asterisma è in congiunzione col Sole ovvero, pur rimanendo visibile dalle regioni da cui è circumpolare, si presenta in condizioni osservative meno favorevoli, sfiorando l’orizzonte settentrionale nel cuore della notte. Verso destra (nord-est), invece, la costellazione di Cassiopea, facilmente riconoscibile dalla forma a W, appare già abbastanza alta all’imbrunire e poi sale via via col passare delle ore. La costellazione di Cefeo, la cui forma ricorda quella di una casetta, appare di sera già alta, al di sopra di Cassiopea, e sul tardi si porta al di sopra del polo del cielo, allorquando la casetta appare rovesciata, col tetto che punta verso il basso e la supergigante rossa Mu Cephei – che si ritiene essere la stella più grande visibile a occhio nudo – posta in alto.
Per quanto riguarda i pianeti, il 21 settembre raggiunge l’opposizione Saturno, nella costellazione dei Pesci (passa a fine mese in quella dell’Acquario muovendosi di moto retrogrado). Il pianeta con gli anelli è dunque visibile tutta la notte e in condizioni ideali per l’osservazione. Giove, nei Gemelli, è visibile solo nelle ore antelucane a inizio mese, per anticipare la sua levata intorno all’una di notte verso la fine, migliorando quindi la sua visibilità. Venere resta visibile nel cielo dell’aurora mattutina, spostandosi tra le costellazioni del Cancro e del Leone. Sostanzialmente invisibile Marte.
L’evento più cospicuo però è l’eclissi totale di Luna che si verificherà al tramonto del giorno 7. L’eclisse comincia con la Luna sotto l’orizzonte e il nostro satellite sorge, al tramonto del Sole, già in eclisse totale. Si potrà quindi cercare di vedere, bassa sull’orizzonte, la caratteristica “Luna rossa”, ovvero la Luna illuminata di una debole luce rossastra dovuta alla rifrazione della luce solare attraverso l’atmosfera terrestre. La Luna comincia a fare capolino dell’ombra terrestre alle 20:54 e la abbandona del tutto alle 21:56.
Da segnalare anche l’occultazione di Venere da parte del nostro satellite il giorno 19. L’evento avverrà nel primo pomeriggio (inizierà intorno alle due e mezza, con orario preciso che dipende dalla posizione di osservazione a causa dell’effetto di parallasse: più verso le due e un quarto nel Nord Italia, poco dopo le due e mezza dalla regioni più meridionali) con la Luna ridotta a falce molto sottile, per cui è meglio dotarsi di un binocolo o telescopio per osservarla.
LA STELLA DEL MESE: ALFIRK
Settembre è un mese ideale per osservare la costellazione di Cefeo che appare alta, sopra la Stella Polare, in tarda serata. Tra le stelle che compongono il caratteristico pentagono (o “casetta”) che caratterizza la costellazione, Alfirk è la più blu, grazie al tipo spettrale B1 e la relativa altissima temperatura superficiale di 24.000 K. Si tratta di una subgigante 7 volte più grande del Sole e ben 22.000 volte più luminosa, distante 690 anni luce da noi. Si tratta in realtà di un sistema triplo, in quanto ci sono due stelle compagne: una, con cui costituisce una doppia spettroscopica, un po’ meno brillante – ma comunque cospicua: classe spettrale B6 – e la terza più debole e molto lontana con tipo spettrale A2. Alfirk è una variabile pulsante ed è il prototipo delle variabili che da lei prendono il nome: le variabili Beta Cephei (Beta Cephei è il nome di Bayer della nostra Alfirk). La variazione in luminosità è modesta, circa del 10%, e avviene in circa 4 ore e mezza. Il nome Alfirk, di origine araba, non è legato al personaggio di Cefeo e significa piuttosto “il gregge”, dato che insieme alle stelle Alderamin e Alkidr – sempre nella costellazione di Cefeo – si supponeva che essa rappresentasse un gruppo di pecore che si aggiravano nei pascoli del cielo.
Davide Cenadelli è un astrofisico PhD che ha svolto per anni attività di ricerca all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA), dove si è anche occupato di didattica e divulgazione.