fbpx

Il cielo di Ottobre 2025

Ottobre è il primo mese interamente autunnale, ma a inizio serata si può ancora godere di un bello scorcio di cielo estivo.

di Davide Cenadelli

In ottobre, mentre ci addentriamo nel pieno della meravigliosa stagione autunnale, di prima sera campeggia verso sud, allungandosi fino alle zone zenitali, il Triangolo Estivo. Ma come, se l’estate è finita perché parliamo di Triangolo “Estivo”? In generale, in ogni stagione di prima sera si riescono ancora a vedere alcune costellazioni della stagione precedente, mentre quelle tipiche della stagione in corso tendono a imporsi più tardi, nella serata inoltrata e nelle ore centrali della notte. In autunno e inverno contribuisce anche la maggiore durata di quest’ultima: venendo buio prima, si riescono a vedere costellazioni che sarebbero già tramontate se il dì fosse durato più a lungo.
Ritorniamo dunque al Triangolo Estivo. Esso è costituito da tre stelle brillanti che ne formano i vertici: Vega nella costellazione della Lira, Altair in quella dell’Aquila e Deneb in quella del Cigno. Non si tratta dunque di una costellazione, ma di un asterismo o asterisma, ovvero un gruppo di stelle che in effetti appartengono a tre costellazioni diverse. Vediamo di conoscerle meglio. Vega è la quinta stella più brillante del cielo; seconda più brillante, dopo Arturo, nell’emisfero celeste boreale e terza, dopo Sirio e Arturo, tra le stelle visibili dall’Italia. Si tratta di una stella nana. Le stelle nane costituiscono la maggior parte (oltre il 90%) delle stelle della Galassia e anche il Sole appartiene a questa categoria. La maggior parte delle nane sono più piccole del Sole, mentre Vega è una nana piuttosto cospicua: quasi 3 volte più grande del Sole, lo supera in luminosità di una quarantina di volte. Si trova a 25 anni luce da noi. A 17 anni luce brilla invece Altair, anch’essa stella nana, quasi due volte più grande e 11 volte più brillante del nostro Sole. Deneb, invece, è una supergigante molto più lontana. Varie stime della sua distanza differiscono parecchio, andando dai 1.600 ai 3.200 anni luce. Una delle misure più attendibili la pone a 2.600 anni luce, nel qual caso il suo diametro risulta pari a 200 volte quello del Sole e la sua luminosità ben 200.000 volte superiore. Questa stella eccezionale risulta essere la più luminosa intrinsecamente fra le 25 stelle apparentemente più brillanti del cielo terrestre e la più brillante, nel campo della luce visibile, entro 3.000 anni luce dal Sistema Solare.
Se ci spostiamo nelle ore della notte successive, diciamo dopo cena e per parecchie ore a seguire, salgono alla ribalta le costellazioni più tipicamente autunnali come Pegaso, Andromeda, Perseo, Cefeo, Cassiopea (queste ultime due circumpolari, ovvero sempre visibili, ma più alte in cielo in autunno), la Balena, il Pesce Australe e, nella fascia zodiacale, l’Acquario, i Pesci e l’Ariete. Le prime sei di esse sono legate a un mito greco. Esso racconta che Cassiopea, regina d’Etiopia e moglie di Cefeo, un brutto giorno si vantò di essere più bella delle Nereidi (o, secondo una versione alternativa, disse che la figlia Andromeda era più bella di loro), ninfe del mare, che chiesero al dio Poseidone di punire la regina per la sua vanità. Un mostro marino, impersonato dalla costellazione della Balena, fu mandato a devastare le coste del regno, e l’oracolo di Apollo predisse che lo si sarebbe potuto calmare sacrificandogli la principessa Andromeda. Andromeda fu dunque legata a uno scoglio ma, quando arrivò il mostro con l’intento di divorarla, arrivò anche Perseo, che aveva tagliato la testa alla Medusa e la portava con sé in un sacco. L’aveva tagliata senza guardarla, perché la Medusa pietrificava con lo sguardo. Dal sangue zampillante della Medusa era peraltro nato Pegaso, il cavallo alato. Come a questo punto si può intuire, Perseo mostrò la testa al mostro che, guardandola, fu pietrificato e Andromeda fu salva.
Questo mese, Saturno è ben visibile già di sera, abbastanza basso verso sud-est al confine tra le costellazioni dell’Acquario e dei Pesci. Culmina verso sud dopo cena, a mezza altezza, per poi declinare e scomparire nelle ore antelucane. Gli anelli appaiono molto sottili. Giove, invece, nella costellazione dei Gemelli, è visibile essenzialmente nella seconda parte della notte, anche se verso fine mese anticipa la levata già alle ore tardo serali. Culmina molto alto verso sud nelle ore antelucane. Peggiora invece la visibilità mattutina di Venere – in ottobre passa dal Leone alla Vergine – che si avvicina lentamente alla congiunzione superiore col Sole che avverrà in gennaio. Grazie alla sua altissima luminosità, il pianeta resterà comunque ben visibile prima dell’alba. Praticamente invisibile sarà invece Marte.
Da segnalare anche la cometa C(2025) R2 (SWAN), che nei giorni intorno al 20 ottobre, raggiungendo la minima distanza da Terra, dovrebbe essere visibile al telescopio o anche con un buon binocolo (il condizionale è d’obbligo: le comete a volte smentiscono le previsioni di luminosità). Si troverà, di sera, bassa sull’orizzonte verso sud-ovest nella costellazione dello Scudo.

LA STELLA DEL MESE: SCHEDAR

La caratteristica “W” di Cassiopea è circumpolare dalle nostre latitudini, ma l’autunno è la stagione migliore per osservarla, trovandosi in ottobre altissima verso nord sopra la Stella Polare in tarda serata. La stella più luminosa della costellazione, con magnitudine 2,24, è Schedar, appena appena più luminosa della vicina Caph, la cui magnitudine è 2,28 (ricordiamo che al crescere della magnitudine la luminosità non aumenta, ma diminuisce).
Il nome deriva dalla parola araba sadr, a significare “petto”, di Cassiopea appunto. Perlopiù, nel Cigno troviamo la stella che si chiama proprio Sadr, a identificare questa parte del corpo nell’animale celeste.
Posta a 228 anni luce, Schedar è una gigante arancione (classe K0) che si pensa sia in fase di fusione dell’elio in carbonio e ossigeno nel suo nucleo, fase che anche il Sole raggiungerà tra 5-6 miliardi di anni. Ciononostante, Schedar ha solo 220 milioni di anni: i suoi tempi evolutivi sono molto più brevi per la sua massa, maggiore di quella del Sole di circa 4 volte (le stelle massicce hanno un ciclo vitale più breve di quelle di massa inferiore). La stella misura in diametro 42 volte il Sole e brilla 735 volte più del nostro luminare.

Davide Cenadelli è un astrofisico PhD che ha svolto per anni attività di ricerca all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA), dove si è anche occupato di didattica e divulgazione.

Translate »