Primavera alle porte, ore di luce in aumento e il pianeta Venere che domina la scena al tramonto del Sole.
di Davide Cenadelli
In marzo, l’inverno astronomico termina con l’equinozio di primavera il giorno 20. Comincerà allora la primavera astronomica, mentre la cosiddetta primavera meteorologica è già cominciata all’inizio del mese. Le stagioni meteorologiche per convenzione comprendono mesi interi: la primavera marzo, aprile e maggio; l’estate giugno, luglio e agosto; l’autunno settembre, ottobre e novembre; e l’inverno dicembre, gennaio e febbraio. Il giorno dell’equinozio, il Sole attraversa l’equatore celeste e su tutta la Terra il dì e la notte hanno la stessa durata, 12 ore l’uno. In realtà, a causa degli effetti di rifrazione dell’atmosfera terrestre che permette di vedere il Sole per un breve periodo anche dopo che questo è già sparito sotto l’orizzonte, all’equinozio il dì dura pochissimo in più della notte, e la durata pari per entrambi si verifica qualche giorno prima, nel giorno detto equilux (qualche giorno dopo nel caso dell’equinozio d’autunno in settembre).
In corrispondenza degli equinozi, l’eclittica – ovvero la traiettoria apparente del Sole in cielo dovuta in realtà alla rivoluzione terrestre – ha la massima inclinazione rispetto all’equatore celeste, verso nord all’equinozio di primavera e verso sud a quello d’autunno. Questo significa che in marzo il Sole fa il massimo spostamento verso nord sulla sfera celeste (in settembre verso sud), il che implica che in marzo è massimo l’allungamento delle ore di luce (in settembre la loro diminuzione). Attenzione: non son massime le ore di luce, questo avviene ai solstizi, ma è massimo il guadagno di ore di luce, ovvero le giornate si allungano più che in qualsiasi altro mese. Poi, in aprile e maggio e in giugno fino al solstizio continueranno ad allungarsi, ma sempre più lentamente. A questo aggiungiamo che nella notte tra sabato 28 e domenica 29 marzo entrerà in vigore l’ora legale, che ci farà guadagnare ex abrupto un’ora di luce in più la sera (perdendola al mattino).
Mi sembra di percepire il piacere di molti lettori a questa notizia. Si guadagnerà molta luce, arriveranno i primi tepori e fioriranno gli alberi. Anche a me piacciono le fioriture, ma per il resto – ahimè – non condivido questo piacere. A chi, come me, ama i tramonti precoci e il buio della notte, vorrei dire: cerchiamo di apprezzare anche noi l’alternarsi delle stagioni, ma ricordiamo che l’autunno tornerà!
In cielo, nelle prime ore della notte si vedono ancora bene le costellazione invernali, che culminano intorno all’ora di cena. Marzo è pertanto un mese molto favorevole per vederle, in quanto sono alte col primo buio, in orari molto comodi per le osservazioni. Ma se guardiamo verso est, vediamo che il Leone è già sorto e in tarda serata culmina verso sud, e col passare delle ore vediamo il Grande Carro dell’Orsa Maggiore alzarsi sempre più a nordest fino a raggiungere le regioni zenitali intorno alla mezzanotte. Dietro al Carro, ecco apparire, visibile già in tarda serata e via via più alta col passare delle ore, la stella primaverile per antonomasia, Arturo, quarta stella più brillante del cielo e prima dell’emisfero boreale. La primavera comincia a farsi vedere non solo sulla Terra, con i primi profumi e tepori, ma anche in cielo.
Nel corso di questo mese, però, c’è un protagonista assoluto che è il pianeta Venere, che raggiungerà la massima elongazione est dal Sole il giorno 24. “Massima elongazione” significa che il pianeta si presenta alla massima distanza possibile in cielo dal Sole, “est” significa che questo avviene la sera, se fosse “ovest” il pianeta si vedrebbe al mattino. In pratica: si tratta delle condizioni migliori per osservarlo. Questa configurazione orbitale si verifica ogni 19 mesi e mezzo, quindi è abbastanza frequente, ma questa volta c’è qualcosa di più. Dato che l’orbita di Venere (e anche degli altri pianeti) è circa complanare con quella della Terra, anche lui appare in cielo circa lungo l’eclittica. Ma se ricordate quanto detto sopra, in questo periodo il Sole si trova proprio nella parte dell’eclittica che punta maggiormente verso nord, e Venere non è lontanissimo in cielo, per cui anche lui beneficia, in una certa misura, di questa configurazione: è, rispetto ad altre massime elongazioni est, più “spostato verso nord” rispetto al Sole, e quindi più alto in cielo dopo il tramonto. Ergo: la sua visibilità è ottimale. Invece di tramontare poco dopo il Sole, come avviene di solito quando è visibile di sera, rimane in cielo per ben 4 ore, una cosa davvero rara, che permette ad esempio di vederlo sul cielo completamente buio invece che soltanto nella luce del crepuscolo. Una cosa curiosa è il fatto che questa configurazione si ripete quasi identica ogni 8 anni per cui possiamo dire che le condizioni attuali per osservare Venere sono le migliori dal 2012, e fino al 2028. Lo si potrà vedere bene anche prima, ma non così alto in cielo dopo il tramonto. Insomma, non perdete l’occasione. Come riconoscerlo? Facilissimo: è di gran lunga il corpo celeste più luminoso in cielo dopo il Sole e la Luna e non potete sbagliare! Guardate verso ovest dopo il tramonto, a mezza altezza se osservate verso l’ora di cena, più in basso se osservate dopo cena, fino verso le 22 quando tramonta.
Ma veniamo ora a
APOD 2016 MAY 16- Gemini Stars Pollux and Castor
Image Credit & Copyright: Rogelio Bernal Andreo (Deep Sky Colors)
LA STELLA DEL MESE: CASTORE E POLLUCE
Queste due stelle sono le principali del Gemelli, costellazione invernale che, rispetto ad Orione, è posta in cielo a nordest, il che implica che rimanga più a lungo visibile anche in primavera. Le stelle Polluce e Castore sono la prima e seconda per luminosità nella costellazione, e diciassettesima e ventiquattresima in tutto il cielo. Sono dedicate ai due omonimi personaggi, i Dioscuri, che la leggenda vuole figli entrambi di Leda, ma con padri diversi: Polluce era figlio del dio Zeus, Castore del mortale Tindaro, così che Castore era mortale e Polluce immortale. Erano ritenuti protettori dei naviganti e si racconta che, quando Polluce chiese a Zeus di rendere immortale anche Castore, il re degli dei li mise in cielo sotto forma di costellazione dei Gemelli ove possono vivere per sempre.
Dal punto di vista astrofisico, i due Gemelli non sono per niente stelle simili, ma così diverse, che più diverse non si può! Intanto sono a distanze diverse: Polluce a 34, Castore a 51 anni luce. Polluce è una stella singola, Castore multipla, addirittura costituita di sei componenti. Polluce è una gigante (in assoluto la stella gigante più vicina al Sistema Solare), mentre tutte le componenti di Castore sono nane. Polluce è una stella di colore arancione, dovuto alla temperatura superficiale di circa 4700 K, mentre le componenti principali di Castore sono bianco-azzurre, con temperature superficiali sui 9-10.000 K. Polluce ha un pianeta di tipo gioviano, chiamato Polluce b o Thestias, mentre intorno alle componenti di Castore al momento non sono stati scoperti pianeti.
Polluce b orbita intorno a Polluce a una distanza simile a quella di Marte intorno al Sole, ma diversamente da Marte è molto caldo dato che Polluce brilla 43 volte più del Sole. La luminosità complessiva delle stelle che compongono il sistema di Castore è di poco superiore, anche se la stella appare poco più debole in cielo a causa della maggiore distanza.
Infine, possiamo concludere osservando come, se si guardasse il cielo da un ipotetico pianeta posto intorno a una delle componenti del sistema di Castore, Polluce apparirebbe come la terza stella più brillante del cielo, luminosa più o meno come a noi appare Alfa Centauri, mentre Castore, nel cielo del pianeta di Polluce, è ancora più luminosa, come Canopo nel nostro cielo. È bello pensare che ognuno dei Gemelli adorna come una delle stelle più luminose il cielo dell’altro.
Note sull’Autore
Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.
Per informazioni sull’Osservatorio Astronomico e per prenotare una visita guidata diurna o notturna: http://www.oavda.it