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Il cielo di Luglio 2025

Luglio è il primo mese interamente estivo e la grande protagonista del cielo è la Via Lattea. D’estate, infatti, se ne vede la parte più luminosa.

di Davide Cenadelli

Grande protagonista del cielo di luglio è la Via Lattea. D’estate se ne vede la parte più luminosa, dato che la notte terrestre punta in direzione delle regioni centrali della nostra galassia, quelle ove le stelle sono più addensate. Per la precisione, il centro galattico si trova nella parte occidentale della costellazione del Sagittario, vicino al confine con lo Scorpione, non lontano in cielo dalla stella Alnasl che identifica la punta della freccia che il Sagittario sta per scagliare. Attenzione però: questo non significa che questa stella o le altre della costellazione si trovino fisicamente in prossimità del centro della nostra galassia! Ricordiamo infatti che una costellazione è un campo di cielo che contiene alcune stelle con cui la fantasia degli uomini ha disegnato delle figure immaginarie e si dice che appartiene a una costellazione ogni oggetto che si trovi compreso in tale regione celeste. Si tratta però di una questione prospettica: le stelle e ogni altro oggetto celeste come ammassi, nebulose e galassie che si trovano “nella” costellazione, anche se appaiono vicini in cielo, di norma non sono vicini nello spazio, ma a distanze diverse da noi. Così, le stelle del Sagittario si trovano tipicamente a decine o centinaia di anni luce di distanza (ad es. Alnasl è una gigante arancione a circa 100 anni luce), mentre il centro della Galassia è molto più lontano, a 26-27.000 anni luce da noi.
Per la verità, il centro della nostra galassia non è visibile direttamente. Sul piano del disco galattico, infatti, ci sono nubi di polveri che assorbono la luce delle stelle retrostanti, così che si riesce a vedere fino a qualche migliaio di anni luce di distanza e ciò che è più lontano viene nascosto. Con un’eccezione importante: nella costellazione del Sagittario è presente una “finestra” nelle polveri interstellari che permette di vedere una piccola porzione del rigonfiamento centrale (il cosiddetto bulge galattico). La regione del cielo in cui questo avviene è in assoluto la più brillante dell’intera fascia della Via Lattea.
Osservando in regioni spettrali a lunghezza d’onda maggiore del visibile, ovvero infrarosso, microonde e onde radio, si riesce a vedere più lontano che in luce visibile, in quanto la maggiore lunghezza d’onda permette a queste onde elettromagnetiche di “saltare” più agevolmente i microgranuli che compongono le polveri interstellari, così da essere diffuse in misura minore. In altre parole, le polveri sono più trasparenti a queste lunghezze d’onda e in questo modo è possibile vedere fino al centro galattico, ove si annida un buco nero supermassiccio di circa 4 milioni di masse solari, chiamato Sagittarius A*.
La regione del Sagittario e delle vicine costellazioni del Serpente e dello Scudo è ricchissima di oggetti del profondo cielo, come le nebulose Laguna (M8), Trifida (M20), Aquila (M16) e Omega (M17), e l’ammasso aperto dell’Anitra Selvatica (M11). Questi oggetti e diversi altri si trovano tutti a distanze dell’ordine dei 4-6 mila anni luce e non è un caso: appartengono a un braccio a spirale della nostra galassia diverso dal nostro – che è il Braccio di Orione – e collocato in posizione più vicina alle regioni centrali: si tratta del Braccio del Sagittario (o Braccio della Carena-Sagittario). Se immaginiamo i bracci di spirale come dei quartieri galattici, il nostro è un quartiere semiperiferico e quello del Sagittario è un quartiere prospiciente, ma più vicino al centro, da cui lo separano comunque altri 20.000 anni luce.
L’osservazione della Via Lattea nella regione del Sagittario è ostacolata dal fatto che quest’ultima è una costellazione australe, che appare bassa sull’orizzonte meridionale, ove bisogna fare i conti con le foschie e l’inquinamento luminoso. Più fortunati di noi sono gli osservatori australi che vedono tale costellazione molto più alta in cielo.
Risalendo lungo la Via Lattea, dopo avere lasciato la zona Sagittario-Serpente-Scudo, raggiungiamo la magnifica costellazione dell’Aquila con la brillante stella Altair, dopodiché troviamo le piccole costellazioni della Freccia e della Volpetta sormontate dal Cigno, la cui forma a croce è facile da riconoscere, anche grazie alla presenza della brillante stella Deneb. In prossimità del Cigno la Via Lattea sfiora anche la costellazione della Lira ove si trova la brillantissima Vega, quinta stella più brillante del cielo. Nel cuore delle notti di luglio la Lira e il Cigno occupano le regioni zenitali, sopra la nostra testa, e proprio tra lo Scudo, l’Aquila e il Cigno, complice la maggiore altezza rispetto al Sagittario, di solito la Via Lattea si mostra al massimo del suo splendore a noi osservatori delle medie latitudini boreali. Nella costellazione del Cigno essa sembra dividersi in due, come se una valle scura attraversasse il luminoso fiume di stelle: essa è dovuta a nubi di polveri interstellari poste a migliaia di anni luce di distanza che assorbono la luce delle stelle retrostanti.
Vega ed Altair costituiscono due vertici del Triangolo Estivo, con il terzo costituito da Deneb, nel Cigno. Delle tre stelle, la più vicina a noi è Altair, a 17 anni luce. Altair è una stella nana, grande circa il doppio del Sole (per la precisione, si tratta di una stella rapidamente rotante e piuttosto schiacciata, con un raggio equatoriale pari a 2 volte quello solare, mentre quello polare è 1,6 volte maggiore). La sua luminosità supera quella del Sole di 11 volte. Anche Vega è una stella nana ma è posta più lontana, a 25 anni luce da noi; brilla 40 volte più del Sole e lo supera in dimensioni di due volte e mezzo circa (anch’essa è una stella rapidamente rotante e schiacciata con raggio equatoriale e polare rispettivamente 2,8 e 2,4 volte quello del Sole). Deneb, invece, è molto più lontana. La sua distanza è molto grande e questo implica che sia piuttosto difficile da misurare, così che vi sono varie stime non del tutto concordanti. Assumendo come valore 2.600 anni luce – uno dei valori più attendibili proposti finora – ne risulta una stella supergigante 200.000 volte più luminosa e 200 volte più grande del Sole. Deneb, che appare come la diciannovesima stella più brillante del cielo terrestre, è la stella più lontana ed intrinsecamente più luminosa tra le prime venti e una tra le stelle intrinsecamente più luminose tra tutte quelle visibili a occhio nudo.
Veniamo ora ai pianeti del Sistema Solare. Marte è visibile solo col primo buio, basso verso ovest, nella costellazione del Leone. Giove, dopo la congiunzione col Sole di fine giugno, resta invisibile all’inizio di luglio, per cominciare a mostrarsi verso nordest, nelle luci dell’alba, verso fine mese. Le cose vanno meglio con Saturno, che si trova nella costellazione dei Pesci e anticipa via via la sua levata, risultando visibile sostanzialmente nella seconda parte della notte, ma già intorno alla mezzanotte verso fine mese. Lo possiamo cercare a sudest. Venere è visibile prima dell’alba verso oriente nelle luci dell’aurora, tra le costellazioni del Toro e dei Gemelli, con un breve “sconfinamento” nell’angolo nordorientale della costellazione di Orione. Verso fine mese lo si vede avvicinarsi prospetticamente a Giove; la spettacolare congiunzione tra i due corpi celesti avverrà il prossimo 12 agosto. Mercurio può essere scorto con difficoltà a inizio mese nelle luci del crepuscolo serale, verso occidente, molto basso sull’orizzonte.

LA STELLA DEL MESE: KAUS AUSTRALIS

La costellazione del Sagittario, pur occupando una zona di cielo in piena Via Lattea particolarmente ricca di stelle, non possiede stelle brillantissime. La più luminosa è Kaus Australis, con la sua magnitudine pari a 1,85. Si tratta della più meridionale delle tre stelle che identificano in cielo l’arco del Sagittario e il nome Kaus è di derivazione araba a significare proprio “arco”; per distinguere le tre stelle, che portano tutte questo nome, si utilizza un singolare accostamento arabo-latino chiamandole Kaus Borealis, Kaus Media e Kaus Australis.
Kaus Australis si trova a 143 anni luce ed è un sistema binario la cui componente principale è una subgigante di classe B9.5, ovvero di colore bianco-azzurro, 500 volte più luminosa del Sole. La stella ruota così rapidamente su sé stessa da avere una forma oblata, col diametro equatoriale maggiore di quello polare. La cosa non è in sé così rara, anche le brillanti stelle Vega e Altair si comportano in maniera simile. Ciò che è notevole di Kaus Australis è il fatto che questa stella ruota con una velocità equatoriale quasi pari a quella critica che porterebbe la stella a disintegrarsi. Si tratta della più alta velocità di rotazione misurata per una stella della Via Lattea. La componente secondaria si trova a un centinaio di unità astronomiche della primaria ed è una stella simile al Sole. Esiste poi una terza componente più lontana che si pensa possa essere associata gravitazionalmente al sistema.

Davide Cenadelli è un astrofisico PhD che ha svolto per anni attività di ricerca all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA), dove si è anche occupato di didattica e divulgazione.

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