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Buon Compleanno Macchina delle Stelle!

Il 7 dicembre 1968, fu inaugurato il proiettore Zeiss IV del Civico Planetario “Ulrico Hoepli” di Milano. Sostituì il precedente modello Zeiss II usato fin dall’apertura dell’istituto nel 1930

di Alessia Cassetti

Appena si entra nella sala del Planetario si viene subito catturati dalla grande macchina posta nel centro e, in un’epoca dove il digitale ha invaso la nostra vita quotidiana, rimanere stupiti difronte a un oggetto completamente meccanico diventa un fatto eccezionale.

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Ma che cos’è un planetario? È la domanda con cui viene accolto il pubblico che viene ad assistere alle attività di LOfficina del Planetario, sia che si tratti di bambini che di anziani. Le risposte sono le più disparate, soprattutto se a rispondere è il pubblico più giovane: un formicone gigante, una macchina spaziale, un bilanciere, un telescopio, un satellite etc. Lo strumento Zeiss IV diventa il vero protagonista, l’anima di ogni attività, come se avesse una propria identità, tanto da venire più volte indicato con il proprio nome. Non si manca mai di far sapere al pubblico che è divenuta una macchina rara, infatti, sono rimasti in funzione soltanto pochi esemplari in tutto il mondo.

Il planetario Zeiss IV è un proiettore opto-meccanico in grado di riprodurre il cielo stellato e i fenomeni astronomici visibili a occhio nudo. È composto da due grandi sfere collegate da un traliccio cilindrico mobile. Una potente lampada all’interno di ogni sfera illumina una serie di lastre circolari di vetro che generano le immagini delle stelle di una determinata porzione di cielo. Ciascuna lastra, simile a una grande diapositiva circolare, è completamente annerita tranne che nei punti corrispondenti alle stelle. Su ogni lastra è posto un obiettivo di proiezione di cui si intravede l’apertura circolare sulla superficie esterna. Per evitare la proiezione delle stelle che al momento dell’osservazione non risulterebbero visibili, perché sotto l’orizzonte, davanti ciascun obiettivo è posta una “palpebra” mobile, mantenuta orizzontale da un contrappeso a mercurio allo scopo di coprire l’obiettivo quando questo punta sotto l’orizzonte.

Le stelle più luminose vengono riprodotte da proiettori singoli posti sulle piattaforme circolari che si trovano fra il traliccio e ciascuna sfera. Nel caso di alcune stelle variabili è visibile anche la variazione di luminosità. Gli oggetti celesti come il Sole, la Luna e cinque pianeti visibili a occhio nudo (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) hanno dei proiettori mobili alloggiati sul traliccio che risulta, infatti, suddiviso in sette ripiani. Un albero di trasmissione distribuisce il moto a ogni ripiano, in cui risiede il proiettore del singolo pianeta, in modo da proiettare il corpo celeste nell’esatta posizione in cielo, riproducendo con estrema precisione anche il relativo moto, quindi la traiettoria e le velocità dei cinque pianeti visibili a occhio nudo, del Sole e della Luna. L’immagine della Via Lattea, il meridiano locale, il reticolo di meridiani e paralleli celesti sono affidati a proiettori indipendenti.

 

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Sulla volta celeste è possibile anche visualizzare i nomi delle costellazioni grazie a una piccola sfera di obiettivi posizionata su ognuna delle due sfere principali.

Lo strumento può ruotare attorno a tre assi per simulare il moto diurno, la precessione degli equinozi e il movimento in latitudine.

Dalla la postazione di comando, controllata sempre da un relatore, grazie degli ulteriori apparati ausiliari separati dallo strumento principale è possibile riprodurre una pioggia di stelle cadenti, una rappresentazione in movimento del Sistema Solare e una immagine schematica del globo terrestre.

Oggi come ieri, vi basterà entrare al Planetario, sedervi su delle meravigliose thonet degli anni ‘30 e sotto la cupola più grande d’Italia viaggerete nel tempo e nello spazio alla scoperta della misteriosa macchina delle stelle!

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