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Il cielo di Agosto 2024

Agosto… mese di vacanze e di tepori serali, mese quindi molto adatto all’osservazione delle meraviglie celesti.

di Davide Cenadelli

Agosto… mese di vacanze e di tepori serali, mese quindi molto adatto all’osservazione delle meraviglie celesti. Appena sceso il buio, si vedono ancora bene Boote con la brillantissima Arturo, la Corona Boreale, Ercole, il Serpente, Ofiuco, lo Scorpione basso sull’orizzonte meridionale, a est del quale troviamo il Sagittario. Col passare delle ore il Triangolo Estivo, già alto al tramonto, occupa la zona zenitale. Esso è formato da tre stelle brillanti: Vega, nella costellazione della Lira, Altair nell’Aquila e Deneb nel Cigno, in ordine decrescente di luminosità apparente. Naturalmente la luminosità apparente non ci dice quale fra le tre stelle sia la più luminosa intrinsecamente, bisogna conoscere anche la distanza. La distanza di Altair e Vega è ben nota, essendo queste due stelle relativamente vicine: rispettivamente 17 e 25 anni luce. Si può quindi calcolare che esse sono entrambe due stelle nane più grandi e brillanti del Sole, che emettono rispettivamente 11 e 40 volte più luce del nostro luminare diurno. Deneb è molto più lontana, così lontana che le misure di distanza di questa stella sono difficili e abbastanza incerte. Uno dei valori più attendibili pubblicati ad oggi dice che Deneb si trova a 2.600 anni luce; ne risulterebbe che questa stella eccezionale è una supergigante bianco-azzurra 200 volte più grande e 200.000 volte più luminosa del Sole. Per luminosità apparente essa è al 19° posto in cielo, ma tra le 20 stelle apparentemente più luminose del cielo notturno essa è in assoluto la più lontana, nonché quella intrinsecamente più luminosa.
Le tre costellazioni cui appartengono queste tre stelle sono ricche di storia. Secondo la mitologia greca, la Lira rappresenta lo strumento musicale suonato da Orfeo, cantore e musico sublime capace di incantare uomini e animali. Sfortunatamente Orfeo perse la moglie Euridice, che fu morsa e uccisa da un serpente. Allora, inconsolabile, si recò nel regno dei morti – che i Greci immaginavano essere sottoterra – per ritrovarla. Raggiunti Ade, il dio di questo regno, e sua moglie Persefone, li commosse suonando la lira e cantando il suo dolore per la perdita della moglie, al punto che essi permisero a Euridice di tornare nel mondo dei vivi. A un patto, però: che Orfeo si incamminasse davanti a lei e non si voltasse mai a guardarla fino a che non fossero uscito dal regno dei morti. Orfeo ebbe cura di rispettare questo divieto ma, appena uscito dalla porta di tale regno, si voltò a guardare Euridice, senza pensare che ella, trovandosi un po’ indietro, non l’aveva ancora varcata. E così Euridice dovette ritornare indietro ed Orfeo la perse di nuovo. Come tutti i miti, anche questo ha dei significati e forse il più ovvio è l’invito a non guardarsi troppo indietro, ma a guardare avanti. Il passato vive dentro di noi, ma non può più essere cambiato, mentre il futuro è ancora tutto da scrivere.
Il Cigno rappresenta invece l’animale in cui si trasformò Zeus per sedurre Leda, dall’unione con la quale nacque Polluce. Quella stessa notte, però, Leda si congiunse anche al marito Tindaro e da questa unione nacque Castore. Polluce e Castore sono rappresentati nella costellazione dei Gemelli, invisibile in cielo in questo periodo. Secondo un’altra interpretazione, il Cigno rappresenterebbe invece Orfeo stesso, posto in cielo vicino alla sua amata Lira.
L’Aquila invece identifica l’animale simbolo di Zeus, che portava e riportava al dio il fulmine che egli scagliava. L’aquila rapì anche Ganimede, descritto da Omero come il più bello degli uomini, per trasportarlo sul Monte Olimpo ove divenne il coppiere degli dei, e a Ganimede è dedicata la vicina costellazione dell’Acquario.
Agosto è anche il mese in cui l’estate diviene matura e comincia a declinare e ce lo ricordano le costellazioni autunnali, che si affacciano all’orizzonte già dalle ore serali. Pegaso, Andromeda e Perseo ci ricordano che il cambio di stagione non è lontano. Quando, verso fine mese, le costellazioni della nuova stagione si mostreranno sempre più alte in cielo, alcuni penseranno con nostalgia all’estate che se ne va, altri – come il sottoscritto – con piacere all’autunno che si avvicina.
Nell’ambito del Sistema Solare, il cielo di agosto si presenta finalmente un po’ più favorevole all’osservazione di Saturno, dopo mesi passati ad aspettare notte tarda per vederlo. Il pianeta a metà mese spunta all’orizzonte sud est attorno alle ore 21.30, non appena il cielo diviene buio, nella costellazione dell’Acquario, per poi culminare tra le due e le tre di notte, verso sud, a mezza altezza, ed abbassarsi verso sud ovest prima dell’alba. Marte e Giove si trovano nella costellazione del Toro e si osservano più tardi. A metà mese sorgono intorno all’1.30 a nord est. All’inizio del mese Marte appare più spostato verso occidente, alla destra di Giove, ma grazie al suo moto orbitale più veloce si avvicina prospetticamente a Giove e lo raggiunge nelle notti dal 13 al 15 agosto, allorché i due pianeti appaiono molto vicini in cielo, tra le corna del Toro. Dopodiché Marte diviene più orientale, ovvero si sposta alla sinistra di Giove. Molto facile distinguerli: Giove ha un colore biancastro ed è circa quindici volte più brillante del rossastro Marte. Venere, nonostante sia il corpo celeste che può raggiungere la massima brillantezza rispetto agli altri astri esclusi il Sole e la Luna, è osservabile con molta difficoltà al crepuscolo, perché lo vediamo vicino al Sole. Le condizioni migliorano leggermente nel corso del mese.
Difficile da scorgere è anche Mercurio. Si potrà tentare di vederlo appena cala il crepuscolo serale, nella direzione dove è tramontato il Sole, ma sarà davvero basso sull’orizzonte e con il cielo chiaro sarà meglio cercarlo con un binocolo. In alternativa, a fine mese, sempre con difficoltà, lo si potrà cercare nel cielo dell’alba, là dove si affaccia la luce dell’aurora.
Molto interessante quello che capiterà nella notte tra il 20 e il 21 agosto, quando la Luna occulterà Saturno. Il nostro satellite si frapporrà man mano tra noi e il pianeta, che a un certo punto scomparirà dietro il bordo lunare orientale. Per osservare il fenomeno bisognerà tirare davvero tardi oppure alzarsi molto presto, in quanto l’occultazione comincerà intorno alle ore 5.30 del mattino. Saturno comparirà di nuovo sul lato opposto del nostro satellite un’ora dopo, quando il Sole sarà già sorto e la Luna sarà più bassa sull’orizzonte: ciò implica che la scomparsa si vedrà anche a occhio nudo, mentre il cielo sarà già troppo chiaro per apprezzarne la ricomparsa. L’osservazione al telescopio permette invece di vedere l’una e l’altra.
Infine, agosto è il mese delle Perseidi, le famose meteore di agosto. Esse sono associate alle polveri sparse dalla cometa 109P/Swift-Tuttle lungo l’orbita che percorre in circa 133 anni attorno al Sole. Le microscopiche particelle di polvere, entrando nell’atmosfera terrestre a gran velocità, creano numerose e spettacolari scie di ionizzazione (le strisce luminose che vediamo in cielo). Il termine Perseidi deriva dal fatto che il radiante (la zona nel cielo da cui sembrano scaturire, prospetticamente parlando) si trova nella costellazione di Perseo, appena sotto Cassiopea.
Quest’anno, lo sciame raggiungerà il picco massimo di attività il 12 agosto tra le ore 15.00 e le 18.00. Teoricamente al massimo possono essere osservabili fino a una sessantina di meteore all’ora, anche se nella pratica saranno molto probabilmente di meno. A quell’ora sarà chiaro, quindi bisogna aspettare la sera per godere dello spettacolo. Proprio in quella data la Luna sarà nella fase di primo quarto, per cui la sua luce disturberà per la prima parte della notte, non permettendo di vedere le meteore meno brillanti. Tutto considerato, il momento migliore dovrebbe essere la notte tra il 12 e il 13, sul tardi, quando la Luna andrà a tramontare. Ma anche le notti precedenti e successive potranno offrire un buono spettacolo.
A proposito, dal punto di vista della scienza non è vero che si realizza un desiderio se si vede una meteora, tranne in un caso: se il desiderio è proprio quello di vederne una!

LA STELLA DEL MESE: 61 CYGNI

61 Cygni è una debole stellina di quinta magnitudine, in ogni caso visibile a occhio nudo – se il cielo è terso e scuro – nella regione dello zenit di sera tardi in agosto. Seppur non appariscente, è una stella notevole per un paio di motivi. Il primo, è che è una delle stelle più vicine al Sistema Solare, posta com’è a “soli” 11,4 anni luce. Risulta in assoluto la stella più vicina tra tutte quelle visibili a occhio nudo nel cielo estivo. Il secondo è che si tratta della prima stella in assoluto di cui sia stata misurata la parallasse e quindi la distanza, nel 1838 dall’astronomo tedesco Friedrich Wilhelm Bessel. Per questo la stella è anche detta “stella di Bessel” o anche “stella volante di Piazzi” in quanto, pochi decenni prima, l’astronomo italiano Giuseppe Piazzi ne aveva notato il grande moto proprio, ovvero il notevole spostamento in cielo col passare del tempo rispetto alle altre stelle (“grande” si fa per dire, occorrono strumenti di precisione e misure accurate per rilevarlo; diciamo “grande” rispetto a quello ancora più piccolo di quasi tutte le altre stelle). Il moto proprio elevato fa pensare che la stella sia vicina, ed ecco perché divenne un target primario per le misure di parallasse.
61 Cygni è una stella doppia: entrambe le componenti sono nane arancioni, grandi poco più della metà del Sole e circa 6,5 e 12 volte meno luminose, rispettivamente. Esse distano tra loro tra 44 e 124 UA, a seconda della posizione, data l’elevata eccentricità orbitale. La relativa vicinanza al Sistema Solare fa sì che tale distanza sia facilmente separabile al telescopio e anche in un potente binocolo.
Nonostante in passato si sia creduto di trovare traccia di un compagno planetario nel sistema, le misure si rivelarono spurie. Di recente, i dati del satellite Gaia hanno rivelato alcune anomalie nel moto del sistema, che potrebbero essere dovute a un compagno planetario, la cui esistenza non è comunque accertata.
Come apparirebbe il Sole visto da là? Come una stella di media brillantezza, con magnitudine apparente 2,5 circa, nella costellazione delle Vele, vicino al confine con la Bussola e la Macchina Pneumatica. Anche se non brillantissimo, lo si noterebbe bene, in quanto non avrebbe stelle brillanti nelle immediate vicinanze.

Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.

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