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16/02/2017 – L’astronomia è… di moda? Immaginario scientifico e tecnologia da indossare

O un drappo di cielo stellato… . Stilisti come Armani, Yves Saint Laurent, Vivienne Westwood, Dolce e Gabbana, Valentino non hanno resistito al fascino del cosmo e hanno fatto sfilare sulle passerelle di tutto il mondo pianeti, stelle, galassie, persino buchi neri e un pizzico di cosmologia; complice un rinnovato interesse per l’astronomia che dalla cinematografia alla letteratura, celebra la potenza visionaria di viaggi interplanetari, tunnel spazi-temporali e onde gravitazionali. E non è una novità. La moda assorbe tutto l’interesse per lo spazio e l’astronomia già alla fine degli anni sessanta: Pierre Cardin, Andre Courrèges e Paco Rabanne inaugurano la “space age” della moda lasciandosi ispirare da tecnofibre e nuovi materiali sfruttati nella corsa allo spazio; e già Elsa Schiaparelli 30 anni prima sfida la rivale Coco Chanel a colpi di giacche astronomiche e stravaganze surrealiste, sfruttando cellophane, vetro e plexiglass per abiti e accessori. Insomma, da sempre l’uomo ha fatto della necessità di coprirsi un’arte che ha assorbito le più grandi innovazioni culturali e tecnologiche, comunicando attraverso gli abiti nuove idee e nuovi orizzonti. Come pensare che l’astronomia, la più visionaria delle scienze, ne sia rimasta fuori?

Ilaria Arosio:

fisica (indirizzo astrofisico), si occupa a tempo pieno di divulgazione e didattica della scienza. Dal 2006 fa parte del Public Outreach Education Office (POE) dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera, collabora con il Planetario di Milano “U.Hoepli” e scrive articoli per riviste di divulgazione scientifica e quotidiani.

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