Titano è il maggiore degli 82 satelliti di Saturno attualmente noti. Rivoluziona attorno a Saturno in maniera sincrona in 16 giorni da 1,2 milioni di km. Scrutato da 360.000 km per la prima volta dalla sonda Pioneer 11 nel Settembre 1979, si rivelò completamente oscurato da una densa cappa di nuvole arancioni che non furono penetrate neanche dalla Voyager 1, che passò a soli 3.915 km. In compenso, però, le indagini spettroscopiche della Voyager furono clamorose: Titano possedeva una densa atmosfera di azoto e metano, offuscata da uno smog di composti carboniosi complessi. Una situazione che sembra la fotocopia della Terra primordiale. Fu chiaro quindi che studiare Titano era quasi come tornare su una Terra primordiale, conservatasi fino ad oggi grazie alla bassissima temperatura di lassù. Ma per capire la vera natura di questo straordinario satellite era necessario violarne le nuvole per poter osservare la superficie sottostante. A compiere questa impresa fu la capsula Huygens a bordo della sonda Cassini, quando il 14 Gennaio 2015 riuscì a scendere sulla superficie di Titano, inviandoci immagini memorabili e quasi incredibili. La superficie ghiacciata era infatti solcata da fiumi, non però di acqua ma di metano liquido. Negli anni successivi, la sonda Cassini perforò decine di volte le nuvole di Titano con il radar, facendo un’altra scoperta da… fantascienza: sui poli di Titano c’è un gran numero di grandi laghi ripieni di metano liquido! Questi laghi verranno esplorati da vicino da una missione spaziale dedicata, Dragonfly, una specie di mongolfiera che la NASA lancerà verso Saturno nel 2027. Nei 14 anni di lavoro orbitale attorno a Saturno, la Cassini esplorò intensivamente anche Encelado, un satellite saturniano ghiacciato che, nonostante le piccole dimensioni, presenta un interesse esobiologico estremo. Dal suo polo Sud emergono, infatti, geyser di vapore d’acqua ricchi di materiali carboniosi, facendo pensare ad una possibile flora batterica sottostante.
Cesare Guaita:
laurea in Chimica con specializzazione in Chimica organica e Chimica macromolecolare. Esperto di Cosmochimica e Planetologia, ha pubblicato, su riviste divulgative e professionali, centinaia di articoli su questi temi, con particolare riferimento alle connessioni chimico-geologiche di una moltitudine di fenomeni planetari ed astrofisici. Collabora con giornali e riviste e reti televisive pubbliche e private. È Presidente e fondatore (anno 1974) del G.A.T., (Gruppo Astronomico Tradatese) e da oltre 25 anni è conferenziere del Planetario di Milano. È autore del libro L’esplorazione delle comete edito da Hoepli.