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Il Cielo di Ottobre 2022

Ottobre, un mese che regala ancora un cielo di transizione tra quello estivo e quello dell’autunno inoltrato.

Di Davide Cenadelli.

In ottobre, mentre ci addentriamo nel pieno della meravigliosa stagione autunnale, di prima sera campeggia verso sud, allungandosi fino alle zone zenitali, il Triangolo Estivo. Ma come, se l’estate è finita, perché parliamo di Triangolo “Estivo”? In generale, in ogni stagione di prima sera si riescono ancora a vedere alcune costellazioni della stagione precedente, mentre quelle tipiche della stagione in corso tendono a imporsi più tardi, nella serata inoltrata e nelle ore centrali della notte. In autunno e inverno contribuisce anche la maggiore durata di quest’ultima: venendo buio prima, si riescono a vedere costellazioni che sarebbero già tramontate se il dì fosse durato più a lungo. Ritorniamo dunque al Triangolo Estivo. Esso è costituito da tre stelle brillanti che ne formano i vertici: Vega nella costellazione della Lira, Altair in quella dell’Aquila e Deneb in quella del Cigno. Non si tratta dunque di una costellazione, ma di un asterismo, ovvero un gruppo di stelle, che in effetti appartengono a tre costellazioni diverse. Vediamo di conoscerle meglio. Vega è la quinta stella più brillante del cielo; seconda più brillante, dopo Arturo, nell’emisfero celeste boreale; e terza, dopo Sirio e Arturo, tra le stelle visibili dall’Italia. Si tratta di una stella nana. Le stelle nane costituiscono la maggior parte delle stelle della Galassia, e anche il Sole appartiene a questa categoria. La maggior parte delle nane sono più piccole del Sole, mentre Vega è una nana piuttosto cospicua: circa 3 volte più grande del Sole, lo supera in luminosità di una quarantina di volte. Si trova a 25 anni luce da noi. A 17 anni luce brilla invece Altair, anch’essa stella nana, due volte più grande e una decina di volte più brillante del nostro Sole. Deneb, invece, è una supergigante molto più lontana. Varie stime della sua distanza differiscono parecchio, andando dai 1.600 ai 3.200 anni luce. Una delle misure più attendibili la pone a 2.600 anni luce, nel qual caso il suo diametro risulta pari a 200 volte quello del Sole, e la sua luminosità ben 200.000 volte superiore. Questa stella eccezionale risulta essere la più luminosa intrinsecamente fra le 25 stelle apparentemente più brillanti del cielo terrestre. Se ci spostiamo nelle ore della notte successive, diciamo dopo cena e per parecchie ore a seguire, salgono alla ribalta le costellazioni più tipicamente autunnali, come Pegaso, Andromeda, Perseo, Cefeo, Cassiopea (queste ultime due circumpolari, ovvero sempre visibili, ma più alte in cielo in autunno), la Balena, il Pesce Australe e, nella fascia zodiacale, l’Acquario, i Pesci e l’Ariete. Le prime sei di esse sono legate a un mito greco. Esso racconta che Cassiopea, regina d’Etiopia e moglie di Cefeo, un brutto giorno di vantò di essere più bella delle Nereidi (o, secondo una versione alternativa, disse che la figlia Andromeda era più bella di loro), ninfe del mare, che chiesero al dio Poseidone di punire la regina per la sua vanità. Un mostro marino, impersonato dalla costellazione della Balena, fu mandato a devastare le coste del regno, e l’oracolo di Apollo predisse che lo si sarebbe potuto calmare sacrificandogli la principessa Andromeda. Andromeda fu dunque legata a uno scoglio ma, quando arrivò il mostro con l’intento di divorarla, arrivò anche Perseo, che aveva tagliato la testa alla Medusa e la portava con sé in un sacco. L’aveva tagliata senza guardarla, perché la Medusa pietrificava con lo sguardo. Dal sangue zampillante della Medusa era peraltro nato Pegaso, il cavallo alato. Come a questo punto si può intuire, Perseo mostrò la testa al mostro che, guardandola, fu pietrificato, e Andromeda fu salva. In ottobre, Giove e Saturno sono ben visibili di sera. Mentre il primo rimane visibile per buona parte della notte, il secondo anticipa il suo tramonto e rimane ormai visibile solo nella prima parte della notte; quella – comunque – più favorevole per l’osservazione. Venere è ormai invisibile e in congiunzione superiore col Sole il giorno 22, e per rivederlo dovremo aspettare i prossimi mesi quando farà capolino nel crepuscolo serale. Marte invece si vedrà sempre meglio, tra le corna del Toro: sorgerà in tarda serata, ma anticipando via via la sua levata in vista dell’opposizione del prossimo dicembre. In ottobre ci sarà anche una buona occasione per cercare Mercurio prima dell’alba: il giorno 8 sarà alla massima elongazione occidentale dal Sole, circa 18°, e nei giorni successivi, pur diminuendo la sua distanza dal Sole, aumenterà la sua luminosità. Il pianeta più interno del Sistema Solare è sempre difficile da vedere ma, complice l’inclinazione dell’eclittica sull’equatore celeste, quando la massima elongazione occidentale capita in settembre-ottobre (col pianeta visibile a sudest nel cielo dell’alba) le condizioni sono più favorevoli rispetto ad altri periodi dell’anno.

LA STELLA DEL MESE: ALMACH

Qual è la stella doppia più bella del cielo? Molti diranno Albireo, con una componente arancione e una azzurra, che però è probabilmente – anche se la cosa non è stata accertata in maniera definitiva – una doppia ottica, ovvero prospettica, con le due componenti a due distanza diverse da noi (in realtà la componente più brillante è una doppia fisica, cioè reale, ma la cosa non si vede al telescopio ma solo spettroscopicamente). Io menzionerei anche Acrab, che è in realtà una stella quintupla o sestupla ma appare doppia al telescopio, con due componenti entrambe blu, ma con sfumature cromatiche diverse. O forse possiamo pensare ad Achird? I colori giallo e arancione delle due componenti forse creano un contrasto meno forte rispetto ad Albireo, ma la principale è una stella quasi identica al Sole, il che le dona un particolare fascino. Se però si fa il nome di Almach, nella costellazione di Andromeda, sono tutti d’accordo: tra le doppie sicuramente fisiche – non prospettiche – forse la più bella di tutte è lei. Al telescopio Almach appare dividersi in una più luminosa componente arancione – una gigante 8 volte più grande e 2.000 volte più luminosa del Sole – e una più debole componente azzurra, che in realtà è una tripla spettroscopica con tutte le componenti che sono stelle nane di colore azzurrino (appartenenti alle classi spettrali B e A). Il sistema dista da noi 350 anni luce. Secondo i Babilonesi, Almach disegnava in cielo un aratro insieme alle vicine stelle del Triangolo (curiosamente, per gli anglosassoni è il Grande Carro a essere un aratro), mentre per i Greci era uno dei piedi di Andromeda.

Note sull’Autore
Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.
Per informazioni sull’Osservatorio Astronomico e per prenotare una visita guidata diurna o notturna: http://www.oavda.it

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