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01/09/2022 – Saturno e il mistero degli anelli

Con la sua massa completamente gassosa (idrogeno + elio) 90 volte maggiore di quella terrestre, il pianeta Saturno potrebbe sembrare un fratello minore di Giove (anch’esso tutto gassoso con massa 318 volte quella della Terra). E invece, ancora una volta, la natura ci stupisce presentandoci un oggetto dalle caratteristiche assolutamente peculiari. La massa inferiore a quella del pianeta Giove impone una minore quantità di calore interno primordiale, quindi una minor tendenza del calore stesso a fuoriuscire verso l’esterno dove non si riscontrano, come nel caso di Giove, migliaia di cicloni di ogni dimensione. Per contro, la sonda Cassini (che ha orbitato Saturno dal Luglio 2004 al Settembre 2017) ha scoperto sia sul polo Sud che sul Polo Nord di Saturno due immensi cicloni stabili, dai quali viene emessa una gran quantità di calore: un fenomeno incredibile e unico tra tutti i pianeti conosciuti. Il pianeta Saturno inoltre, avendo l’asse di rotazione inclinato di 26,7°, presenta un andamento stagionale simile a quello della Terra, ma con stagioni che durano in media 7 anni (poichè ruota attorno al Sole in 29,4 anni). Lo sbilanciamento termico delle stagioni ‘estive’ è minimo (solo 1-2°C data la distanza dal Sole di ben 1,43 miliardi di km) ma ha effetti macroscopici sul clima locale come la formazione di enormi fenomeni perturbativi. Nel Novembre 1990 il Telescopio Spaziale Hubble ne documentò uno che coinvolse per mesi tutto il pianeta! Da qui un insegnamento importante anche per il pianeta Terra: basta un aumento di temperatura di 1-2°C per sconvolgere un sistema delicato come il clima globale. I magnifici e luminosi anelli (scoperti da Christiaan Huygens nel 1655) rendono Saturno un pianeta leggendario. Su di essi la sonda Cassini ha fatto una lunga serie di scoperte a dir poco imprevedibili. Innanzitutto gli anelli sono totalmente costituiti da frammenti di ghiaccio d’acqua. Per quanto riguarda la loro età, poi, sembrano di costituzione molto giovane (max 100 milioni di anni data la brillantezza, ossia la pulizia del ghiaccio stesso). Infine, la sotto-struttura degli anelli è formata da migliaia di sottili suddivisioni prodotte da centinaia di mini-satelliti che nascono e si distruggono di continuo al loro interno. Uno di questi satelliti, Daphnis, rivoluzionando all’interno della cosiddetta divisione di Keeler, solleva per gravità i bordi ghiacciati dell’anello fino ad un’altezza di oltre 3-4 km: un fatto incredibile se si pensa che lo spessore medio degli anelli è di circa 200 metri.

Cesare Guaita:

laurea in Chimica con specializzazione in Chimica organica e Chimica macromolecolare. Esperto di Cosmochimica e Planetologia, ha pubblicato, su riviste divulgative e professionali, centinaia di articoli su questi temi, con particolare riferimento alle connessioni chimico-geologiche di una moltitudine di fenomeni planetari ed astrofisici. Collabora con giornali e riviste e reti televisive pubbliche e private. È Presidente e fondatore (anno 1974) del G.A.T., (Gruppo Astronomico Tradatese) e da oltre 25 anni è conferenziere del Planetario di Milano. È autore del libro L’esplorazione delle comete edito da Hoepli.

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