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La LEGO conquista lo spazio

Il 28 gennaio il brevetto della nota azienda danese, fondata nel 1916 da Ole Kirk Christiansen, ha compiuto 61 anni. Molti sono i campi in cui il noto mattoncino ha trovato applicazioni, ma quello dello spazio è forse l’ambito che più di tutti ha reso il gioco ancora più avvincente.

di Alessia Cassetti

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Il gioco delle costruzioni più amato del mondo, nato con lo scopo di far divertire i bambini, è oggi appannaggio anche dei più grandi che si divertono a collezionare, inventare, innovare, quello che è un sistema di gioco che non ha subito alcuna modifica sin dal lontano 1958, ovvero dal momento in cui il moderno mattoncino di plastica ha assunto il particolare design che lo caratterizza.

La contagiosa passione per i lego non ha risparmiato neppure gli scienziati. Un amore ricambiato dalla fabbrica di giocattoli danese, che a scienziati e scienziate ha dedicato molte delle sue mini-figure. Oggi vogliamo ripercorrere insieme la “storia della conquista dello spazio” da parte dei mattoncini danesi.

Tutto comincia nel 1973, quando la Lego produce delle mini figure di astronauti e nel 1978 dedica degli interi set al tema dello spazio. In effetti, il connubio tra i lego e i viaggi spaziali rende il gioco ancora più affascinante, tanto che anche la NASA ne comprende il valore e già dal 2002 inizia a collaborare con l’azienda danese per stimolare l’interesse delle nuove generazioni nei confronti della scienza e della tecnologia. Una collaborazione che prevede il coinvolgimento dei bambini nelle missioni verso il pianeta Marte, prima attraverso un concorso per assegnare i nomi ai due rover gemelli della NASA (Mars Exploration Rovers), divenuti famosi come Spirit e Opportunity, e poi facendo viaggiare nello spazio due “Astrobot” battezzati Biff Starling e Sandy Moondust.

 

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I due “Astrobot”: Biff Starling e Sandy Moondust

Le due mini figure, partite da Cape Canaveral (Florida) nel giugno 2003, sono giunte sul pianeta rosso nel 2004 a bordo dei rovers americani e “hanno raccontato”, insieme a due mini-Dvd della società aerospaziale The Planetary Association, la fantastica avventura del loro viaggio su Marte. Gli Astrobot e i Dvd, che sono attaccati alla navicella tramite tre mattoncini Lego di alluminio, oltre a trasmettere alla Terra i diari delle avventure su Marte via web, svolgono anche un ruolo più “scientifico”: i colori presenti sul DVD servono per fare il setting della camera digitale di bordo, mentre il supporto ovale su cui è stampata la mini-figura lego è un magnete che serve per raccogliere campioni di polvere.

Dopo l’invio dei due rovers Spirit e Opportunity, trascorrono circa 8 anni prima che un altro lander della Nasa raggiunga nuovamente Marte: il 6 Agosto 2012 Curiosity atterra incolume sul pianeta rosso. Anche questo evento non sfugge alla LEGO ed è proprio un ingegnere meccanico del Jet Propulsion Laboratory, Stephen Pakbaz, direttamente coinvolto nella progettazione del rover e da sempre appassionato dei famosi mattoncini, a costruire un modello molto fedele all’originale. Questa volta, però, non si tratta di una vera collaborazione tra la NASA e l’azienda danese: nel 2011, in autonomia, l’ingegnere Pakbaz presenta l’idea di realizzare una versione di Curiosity, in scala, con i Lego su “Lego Cuusoo”, il social network dei mattoncini nato in Giappone e oggi diventato “Lego IDEA”. La proposta incassa più di 10.000 voti favorevoli e il progetto viene approvato e realizzato dall’azienda e messo in commercio nel 2014. E’ il quinto prodotto che viene rilasciato dopo essere stato votato sul canale social LEGO CUUSOO.

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Modello Lego del Rover Curiosity

Precedentemente, nel 2012, la Lego CUUSO mette in commercio un altro progetto legato allo spazio e sostenuto dai vari fan della community: si tratta di Hayabusa, un modello del satellite lanciato dall’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) nel 2003 con lo scopo di atterrare sull’asteroide 25143 Itokawa e prelevare dei campioni da riportare sulla Terra. Il set Lego Hayabusa ha molti dei dettagli reali del veicolo spaziale: include lo strumento raccoglitore che guida le particelle dalla superficie dell’asteroide nel corpo principale della sonda, il motore a ioni che ha spinto Hayabusa nello spazio e la capsula di ritorno del campione, l’unica parte che è tornata sulla Terra.

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Hayabusa LEGO CUUSO

La NASA e la LEGO, sempre più convinte che il legame tra il tema dell’esplorazione spaziale e i Lego possa avvicinare le nuove generazioni alle materie e alle carriere scientifiche, nel novembre 2010, ufficializzano la loro collaborazione. Il tema al centro di questa nuova partnership, della durata di circa tre anni, è: “Building and Exploring Our Future”- Costruire ed Esplorare il Nostro futuro. Lo scopo è infondere, incrementare la propensione all’ingegneria e ai principi di progettazione e aiutare i bambini a diventare la prossima generazione di esploratori.

Secondo Stephan Turnipseed, presidente di LEGO Education North America, l’obiettivo dell’azienda è e sarà quello di ispirare i bambini a pensare in modo creativo, ragionare in modo sistematico e liberare il loro potenziale per plasmare il loro futuro: “La partnership con la NASA ci offre un’opportunità unica, un bambino che gioca con mattoncini LEGO oggi può diventare l’astronauta o ingegnere della NASA di domani”.

Per celebrare l’accordo sottoscritto, sullo Space Shuttle Discovery STS-133, decollato il
24 febbraio 2011, si aggiunge un carico straordinario. Gli astronauti americani portano nello spazio una replica della stessa navetta realizzata con i mattoncini danesi.

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Modello LEGO dello Space Shuttle Discovery

Nella successiva missione, ovvero quella relativa allo Space Shuttle Endeavour STS-134, partita il 16 maggio 2011, viaggiano invece diversi set dei famosi mattoncini. Lo scopo è studiare le difficoltà nella costruzione di oggetti in micro-gravità all’interno della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Cady Coleman, nella missione ISS- Expedition 27, è la prima astronauta a giocare con i lego nello spazio e a condividere con bambini, studenti e insegnanti i suoi risultati attraverso video e tutorial. Nella successiva missione Expedition 28, l’astronauta giapponese Satoshi Furukawa assembla un modellino con parti in movimento della Stazione Spaziale Internazionale, mentre si trova in orbita, intorno alla Terra, sulla reale Stazione Spaziale Internazionale. Furukawa, a causa del fatto che i mattoncini nello spazio fluttuano, per evitare il danneggiamento di macchine sensibili, assembla i lego utilizzando un contenitore in plastica morbida e dei guanti speciali. Impiega circa due ore e realizza una ISS in scala 1/183.

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 Modello ISS in scala 1/183

Nel 2011, nel rispetto dell’accordo, la LEGO Group mette in commercio quattro nuovi set per la linea LEGO CITY inspirati alla NASA: il Veicolo lunare, un sei ruote per muoversi sulla superficie della luna, dotato di scavatore per raccogliere campioni; la Piattaforma di lancio satellitare, da cui partono i satelliti per le comunicazioni nello spazio; lo Space Shuttle, fedele riproduzione di quello originale per orbitare nello spazio cosmico e il Centro Spaziale, una Cape Canaveral in miniatura. Alla nuova linea è dedicato il sito www.LEGOspace.com, costruito sempre in cooperazione con l’ente americano, per giocare, scaricare sfondi a tema spazio, avere informazioni sulle missioni spaziali o vedere filmati.

Pochi mesi dopo il lancio dello Space Shuttle Endevour STS 134, il 5 agosto 2011 a bordo della sonda Juno, diretta verso il pianeta Giove, viaggiano tre mini- figure LEGO che rappresentano in maniera stilizzata dei personaggi importanti per l’immaginario di questa missione.

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Mini figure a bordo della sona JUNO

Il primo di sinistra (vedi immagine) simboleggia il dio Giove, chiamato anche Zeus nella mitologia greca, rappresentato con un fascio di fulmini nella mano. La mini-figura al centro è la moglie Giunone (Juno in inglese) con in mano uno specchio, simbolo della ricerca di verità. Nella mitologia greca e romana, il dio Giove si trasformava in nuvola per nascondere le sue azioni, ma dal Monte Olimpo la dea Giunone era in grado di scrutare attraverso le nubi e scoprire la vera natura di Giove. Così come la sonda Juno cerca di comprende la struttura e la storia del gigante del sistema solare. Il terzo e ultimo personaggio è Galileo Galilei, rappresentato con il pianeta Giove in una mano e l’inseparabile cannocchiale nell’altra. Fra le sue innumerevoli scoperte, quella dei quattro satelliti maggiori di Giove (Io, Europa, Ganimede e Callisto) e quella delle fasi di Venere rappresentano sicuramente un punto di svolta a favore del sistema copernicano, nonché dell’utilizzo, nel campo astronomico, di strumenti più potenti della sola vista umana, quale appunto il cannocchiale.

Ma dopo aver inviato mini-figure LEGO sul pianeta Marte, in orbita intorno a Giove e mandato degli interi set a bordo della stazione spaziale internazionale, l’azienda danese rafforza la collaborazione con la Nasa ideando il “Saturn V”: il razzo che nel 1969 portò sulla Luna l’equipaggio dell’Apollo 11.

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 Modello 21309 Apollo Saturn V

Alto circa un metro, realizzato con una scala da 1 a 110 e con l’incredibile cifra di 1.969 pezzi (come l’anno dell’allunaggio), il modello 21309 Apollo Saturn V della Nasa è stato creato per essere “un’icona dell’esplorazione spaziale”. Si scompone nei tre moduli del razzo vero, ai quali si aggiungono il modulo di atterraggio lunare LM, il modulo di comando CM e tre mini astronauti. Il modulo di comando contiene anche le parti necessarie per l’ammaraggio nell’oceano.

L’idea del set non arriva direttamente dai manager dell’azienda, ma proviene dalla piattaforma LEGO Ideas, dove la fabbrica di mattoncini coinvolge gli utenti sui progetti in cantiere: Saturn V rappresenta il modello più grande mai scaturito dalle idee dei fan (sia per altezza che per numero di pezzi).

Progettato da Felix Stiessen e Valerie Roche, il modello LEGO Apollo Saturn V nasce da una “passione per l’esplorazione dello spazio” e ovviamente anche per i famosi mattoncini. I due, lavorando a stretto contatto, creano il modello curando i dettagli affinché risulti il più simile possibile a quello reale. Presentano il loro progetto al team di Idee LEGO, dove Michael Psiaki e Carl Thomas Miriamo, designer dell’azienda danese, amanti anche loro del tema dello spazio, realizzano il modello finale, disponibile in commercio dal giugno 2017.

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LEGO “Women of NASA”

Sempre grazie a LEGO Ideas, circa sei mesi dopo, viene messo in commercio un set dedicato alle donne, “Women of NASA”(Donne della NASA), alle menti che hanno segnato la storia dell’esplorazione spaziale dell’Agenzia Spaziale Americana. La LEGO lancia il kit con un messaggio forte indirizzato alle nuove generazioni: “Ci sono donne formidabili in tutti i campi della scienza ed è bello pensare che si possa veicolare l’amore per la scienza in maniera così creativa, con la speranza di ispirare tante giovani menti a seguire l’esempio di queste straordinarie pioniere.”

Le protagoniste del nuovo gioco sono due astronaute, Sally Ride e Mae Jemison, un’astronoma, Nancy Grace Roman e la scienziata Margaret Hamilton.

Margaret Hamilton è stata direttrice del Software Engineering Division del MIT Instrumentation Laboratory a cui si deve il software di volo che permise le missioni Apollo.

Sally Ride, nel 1983, è stata la prima donna americana a viaggiare nello spazio a bordo dello Space Shuttle.

Nancy G. Roman è stata l’astronoma i cui calcoli permisero di realizzare il telescopio Hubble ed è per questo motivo che viene considerata la madre dell’ Hubble Space Telesscope. È stata inoltre uno dei primi dirigenti donna della NASA.

Mae Jemison è stata la prima donna afroamericana a partecipare a una missione spaziale. Il suo debutto come specialista medico avvenne a bordo dello Shuttle Endeavour nel 1992.

Originariamente le donne del kit erano cinque, comprendendo anche Katherine Johnson, la matematica che ha eseguito i calcoli alla base della traiettoria dell’Apollo 11. La sua storia è stata al centro del film “Il diritto di contare”. La scienziata però non ha mai dato l’autorizzazione e il kit “Woman of NASA” si compone così di solo quattro dei cinque elementi previsti.

L’azienda non si limita a riprodurre solamente le figure, ma realizza anche lo sfondo a tema: per ognuna delle scienziate è ricostruito l’ambiente in cui lavora e gli “attrezzi” da lavoro. Tra questi, lo shuttle Challenger e il telescopio Hubble Space.

L’idea di omaggiare le figure femminili arriva da Maia Weinstock, direttrice del MIT News, un’autorevole testata scientifica che divulga le scoperte fatte in seno al Massachusetts Institute of Technology di Boston.

La giornalista ha lanciato la proposta sul crowdsourcing di Lego Ideas e nel giro di 15 giorni il progetto “Women of NASA” ha raccolto oltre dieci mila voti. Non è la prima volta che la Lego produce giocattoli che includono personaggi femminili, proprio per far capire alle bambine – e anche ai bambini – che non esistono lavori solo per donne o solo per uomini.

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