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Il cielo di Settembre 2024

Con settembre comincia l’autunno, la stagione più bella dell’anno. Esso inizia astronomicamente il giorno 22, con l’equinozio d’autunno, mentre per convenzione inizia il giorno 1 dal punto di vista meteorologico.

di Davide Cenadelli

Con settembre comincia l’autunno, la stagione più bella dell’anno. Esso inizia astronomicamente il giorno 22, con l’equinozio d’autunno, mentre per convenzione inizia il giorno 1 dal punto di vista meteorologico. Inoltre, in settembre si perdono più ore di luce che in qualsiasi altra stagione e verso fine mese si comincia a cenare col buio (lo so che è strano ma a me, come a una minoranza di altre persone, questa cosa piace moltissimo!).
Come si conviene a un mese di transizione tra due stagioni, settembre mostra ancora il meglio del cielo estivo di prima sera, per poi passare il testimone alle costellazioni autunnali che culminano nel corso della notte, ma alcune delle quali fanno già capolino dall’orizzonte col primo buio. Di prima sera, altissimo fino a occupare le regioni zenitali del cielo, troviamo il Triangolo Estivo, costituito dalle brillanti stelle Vega (nella costellazione della Lira), Deneb (nel Cigno) e Altair (nell’Aquila). La Via Lattea, che attraversa il Cigno e l’Aquila, scendendo verso l’orizzonte meridionale raggiunge la costellazione del Sagittario, mentre lo Scorpione, a destra del Sagittario, ormai appare declinare verso sud-ovest e tramontare lentamente. A sinistra del Sagittario invece si vede il Capricorno, a sinistra del quale troviamo l’Acquario.
Se volgiamo lo sguardo tra nord ed est, già all’imbrunire vediamo adagiate sopra l’orizzonte le costellazioni autunnali di Perseo ed Andromeda e più alta Pegaso, col cosiddetto Quadrato di Pegaso a delineare il corpo di quest’animale mitologico e la stella Enif, che ne indica il naso, proiettata verso le piccole costellazioni del Delfino e del Cavallino, quest’ultima la seconda più piccola del cielo dopo la Croce del Sud. Col passare delle ore, bassa verso sud-est vediamo sorgere Fomalhaut, nella costellazione del Pesce Australe. Fomalhaut è la stella autunnale per antonomasia e diciottesima per luminosità del cielo notturno. Si tratta di una stella nana di colore bianco-azzurro dovuto alla temperatura superficiale di 8.600 K, distante 25 anni luce e 17 volte più brillante del Sole. Da Fomalhaut, il Sole apparirebbe come una stella di quarta magnitudine nella costellazione del Leone Minore, tra il Leone e le zampe dell’Orsa Maggiore. Intorno a Fomalhaut è stato scoperto un pianeta, chiamato Fomalhaut b o Dagon, che forse … non esiste: potrebbe trattarsi di un ammasso di materiali sparsi – ghiaccio e polveri – dovuto a una collisione cosmica tra due planetesimi entro il disco di polveri che circonda la stella.
A sud di Pegaso si trova la costellazione zodiacale dell’Acquario che, secondo la mitologia greca, rappresenta Ganimede, definito da Omero il più bello tra gli uomini; fu rapito dall’Aquila rappresentata dalla costellazione omonima sita nei pressi e portato sull’Olimpo dove divenne il coppiere degli dei. Nell’Acquario si trovano due celebri nebulose planetarie. La prima è la Nebulosa Elica (molto usata è la dizione Helix Nebula in inglese) che si trova a soli 650 anni luce da noi e la cui magnitudine apparente integrata è 7,6 ma, nonostante tale luminosità sia elevata per questo tipo di oggetti, possiede una luminosità superficiale piuttosto bassa dato che il raggio apparente è non molto inferiore a quello della Luna (la si confronti alla Nebulosa Anello nella Lira che, seppure sia oltre una magnitudine più debole come luminosità complessiva, ha un diametro apparente di soli 4’ e quindi una luminosità superficiale superiore). La seconda è la molto più lontana Nebulosa Saturno (tra i 2 i 4 mila anni luce da noi), che brilla di ottava magnitudine e ha una forma elongata (a ricordare quella del pianeta con gli anelli) con dimensione di circa 6’-7’.
Lasciato l’Acquario, volgiamoci verso nord. Quando scende il buio, l’autunno incipiente è chiaramente annunciato dalla disposizione di costellazioni e asterismi circumpolari. Sulla sinistra (nord-ovest) vediamo il Grande Carro che appare via via più basso e proprio tra settembre e ottobre questo celebre asterisma è in congiunzione col Sole ovvero, pur rimanendo visibile dalle regioni da cui è circumpolare, si presenta in condizioni osservative meno favorevoli, sfiorando l’orizzonte settentrionale nel cuore della notte. Verso destra (nord-est), invece, la costellazione di Cassiopea, facilmente riconoscibile dalla forma a W, appare già abbastanza alta all’imbrunire e poi sale via via col passare delle ore. La costellazione di Cefeo, la cui forma ricorda quella di una casetta, appare di sera già alta, al di sopra di Cassiopea, e sul tardi si porta al di sopra del polo del cielo, allorquando la casetta appare rovesciata, col tetto che punta verso il basso e la supergigante rossa Mu Cephei – che si ritiene essere la stella più grande visibile a occhio nudo, con un diametro stimato tra 1.000 e 1.500 volte quello del Sole – posta in alto.
Veniamo ora ai pianeti del Sistema Solare. Mercurio, sempre difficile da osservare, a inizio settembre si trova in condizioni relativamente più favorevoli raggiungendo la massima elongazione dal Sole il giorno 5. Allora, sorgerà oltre un’ora prima dell’astro del giorno, giovandosi anche del fatto che i due corpi stanno percorrendo il ramo discendente dell’eclittica, così che Mercurio si troverà più a nord del Sole avvantaggiando gli osservatori boreali. Il pianeta nelle giornate successive si avvicinerà al Sole, divenendo sempre meno osservabile fino alla congiunzione del giorno 30. Di sera invece si potrà vedere Venere, basso sull’orizzonte verso ovest-sud-ovest. Allontanandosi dal Sole, le sue condizioni di osservabilità andranno migliorando. A inizio mese tramonta circa un’ora dopo il Sole, a fine mese un’ora e un quarto. Si trova nella costellazione della Vergine, per passare nella Bilancia verso fine mese. Anche la visibilità di Marte, per quanto confinata alla seconda parte della notte, va leggermente migliorando nel corso del mese. A inizio settembre si trova nella costellazione del Toro e sorge verso l’una di notte, per passare velocemente nei Gemelli e anticipare la sua levata a mezzanotte a fine mese. Al mattino prima dell’alba appare alto in cielo, una sessantina di gradi sopra l’orizzonte. Pochi gradi a occidente di Marte si trova, brillantissimo, Giove, nella costellazione del Toro. Sorge poco dopo mezzanotte a inizio settembre, anticipando la sua levata fino alle ore 22.30 a fine mese. Ma il vero protagonista delle notti settembrine sarà Saturno, in opposizione al Sole il giorno 8, quindi visibile tutta la notte. Culminerà verso sud nelle ore centrali della notte a un’altezza di circa 40°, nella costellazione dell’Acquario.

LA STELLA DEL MESE: ALDERAMIN

La costellazione di Cefeo, pur priva di stelle brillanti, contiene stelle famose, come la già citata Mu Cephei e Delta Cephei, prototipo delle variabili cefeidi che da lei prendono il nome. Tra le stelle “normali”, spicca Alderamin, la più luminosa della costellazione con una magnitudine di 2,46; mediamente brillante, per così dire. Il suo nome deriva da una frase araba che significa “il braccio destro”, dato che vorrebbe rappresentare tale parte anatomica del re Cefeo. La stella ha una massa e un raggio circa doppi rispetto al Sole. La massa maggiore implica che, nonostante abbia poco più di un miliardo di anni, stia già per evolvere al di fuori della sequenza principale caratterizzata dalla fusione dell’idrogeno in elio, per trasformarsi, in futuro, in una gigante rossa. Si tratterebbe quindi di una subgigante – così si chiamano le stelle che si trovano in questa fase – o forse ancora di una nana, ovvero stella di sequenza principale sul punto di divenire subgigante. Il tipo spettrale è A7 che le dà un colore biancastro. Dista da noi 49 anni luce e brilla 17 volte più del Sole. Da là, quest’ultimo apparirebbe come una stellina di magnitudine 5,5, quindi molte debole ma ancora visibile a occhio nudo nella costellazione della Carena, anche se a 49 anni luce da noi le costellazioni comincerebbero ad apparire abbastanza deformate rispetto a come appaiono da Terra.

Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.

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