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Il Cielo di Ottobre 2021

Ottobre, un mese che regala ancora un cielo di transizione tra quello estivo e quello dell’autunno inoltrato.

Di Davide Cenadelli.

In ottobre, mentre ci addentriamo nel pieno della meravigliosa stagione autunnale, di prima sera campeggia verso sud, allungandosi fino alle zone zenitali, il Triangolo Estivo. Ma come, se l’estate è finita, perché parliamo di Triangolo “Estivo”? In generale, in ogni stagione di prima sera si riescono ancora a vedere alcune costellazioni della stagione precedente, mentre quelle tipiche della stagione in corso tendono a imporsi più tardi, nella serata inoltrata e nelle ore centrali della notte. In autunno e inverno contribuisce anche la maggiore durata di quest’ultima: venendo buio prima, si riescono a vedere costellazioni che sarebbero già tramontate se il dì fosse durato più a lungo.
Ritorniamo dunque al Triangolo Estivo. Esso è costituito da tre stelle brillanti che ne formano i vertici: Vega nella costellazione della Lira, Altair in quella dell’Aquila e Deneb in quella del Cigno. Non si tratta dunque di una costellazione, ma di una asterisma, ovvero un gruppo di stelle, che in effetti appartengono a tre costellazioni diverse. Vediamo di conoscerle meglio. Vega è la quinta stella più brillante del cielo; seconda più brillante, dopo Arturo, nell’emisfero celeste boreale; e terza, dopo Sirio e Arturo, tra le stelle visibili dall’Italia. Si tratta di una stella nana. Le stelle nane costituiscono la maggior parte delle stelle della Galassia, e anche il Sole appartiene a questa categoria. La maggior parte delle nane sono più piccole del Sole, mentre Vega è una nana piuttosto cospicua: circa 3 volte più grande del Sole, lo supera in luminosità di una quarantina di volte. Si trova a 25 anni luce da noi. A 17 anni luce brilla invece Altair, anch’essa stella nana, due volte più grande e una decina di volte più brillante del nostro Sole. Deneb, invece, è una supergigante molto più lontana. Varie stime della sua distanza differiscono parecchio, andando dai 1.600 ai 3.200 anni luce. Una delle misure più attendibili la pone a 2.600 anni luce, nel qual caso il suo diametro risulta pari a 200 volte quello del Sole, e la sua luminosità ben 200.000 volte superiore. Questa stella eccezionale risulta essere la più luminosa intrinsecamente fra le 25 stelle apparentemente più brillanti del cielo terrestre.
Se ci spostiamo nelle ore della notte successive, diciamo dopo cena e per parecchie ore a seguire, salgono alla ribalta le costellazioni più tipicamente autunnali, come Pegaso, Andromeda, Perseo, Cefeo, Cassiopea (queste ultime due circumpolari, ovvero sempre visibili, ma più alte in cielo in autunno), la Balena, il Pesce Australe e, nella fascia zodiacale, l’Acquario, i Pesci e l’Ariete. Le prime sei di esse sono legate a un mito greco. Esso racconta che Cassiopea, regina d’Etiopia e moglie di Cefeo, un brutto giorno di vantò di essere più bella delle Nereidi (o, secondo una versione alternativa, disse che la figlia Andromeda era più bella di loro), ninfe del mare, che chiesero al dio Poseidone di punire la regina per la sua vanità. Un mostro marino, impersonato dalla costellazione della Balena, fu mandato a devastare le coste del regno, e l’oracolo di Apollo predisse che lo si sarebbe potuto calmare sacrificandogli la principessa Andromeda. Andromeda fu dunque legata a uno scoglio ma, quando arrivò il mostro con l’intento di divorarla, arrivò anche Perseo, che aveva tagliato la testa alla Medusa e la portava con sé in un sacco. L’aveva tagliata senza guardarla, perché la Medusa pietrificava con lo sguardo. Dal sangue zampillante della Medusa era peraltro nato Pegaso, il cavallo alato. Come a questo punto si può intuire, Perseo mostrò la testa al mostro che, guardandola, fu pietrificato, e Andromeda fu salva.
Per quanto riguarda i pianeti, Venere appare ben visibile, luminosissimo, verso sud-ovest, e tramonta un paio d’ore dopo il Sole. Giove e Saturno, pure ben visibili già dalla sera ma in direzione sud-sud-est, restano visibili fino a notte inoltrata, anche se non molto alti in quanto si trovano sullo sfondo della costellazione australe del Capricorno. Col passare delle settimane, i due pianeti giganti si spostano via via verso ovest avvicinandosi a Venere fino a che, in dicembre, sarà possibile osservare, dopo il tramonto del Sole, una fantastica configurazione costituita dai tre pianeti messi in fila nel cielo sudoccidentale.

LA STELLA DEL MESE: ERRAI

Tra le costellazioni circumpolari, nelle serate di ottobre appaiono piuttosto alte Cefeo e Cassiopea, mentre il Grande Carro dell’Orsa Maggiore declina fino a carezzare l’orizzonte settentrionale. La stella di questo mese è proprio una stella di Cefeo, per la precisione Gamma Cephei chiamata anche (ufficialmente) Errai oppure (non ufficialmente, ma il nome è ancora più bello) Alrai. Questa stella si trova a 20-25° dalla Stella Polare e, a causa del moto di precessione degli equinozi, il polo del cielo si sposterà proprio verso di lei rendendola la stella polare per i nostri lontani discendenti a partire dall’anno 3.000 e fino al 5.200 circa, con la minima distanza dal polo che cadrà intorno all’anno 4.000.
Posta a 45 anni luce da noi, Errai è una stella doppia, con una componente principale subgigante o gigante arancione 5 volte più grande e 12 volte più luminosa del Sole, e una secondaria nana rossa 25 volte più debole della nostra stella. Le due stelle distano tra loro una ventina di unità astronomiche. Ma non sono sole: nel sistema è stato scoperto anche un pianeta extrasolare, chiamato Gamma Cephei Ab o Tadmor, che orbita intorno alla componente principale a una distanza di 2 unità astronomiche. Da lì, tale stella apparirebbe 2,5 volte più grande e 3 volte più luminosa del Sole visto da Terra, mentre la più lontana nana rossa sembrerebbe 10.000 volte più debole del Sole, ovvero solo 400 volte più luminosa della Luna Piena.
Una curiosità riguardo questo pianeta è che la sua possibile esistenza fu identificata nel 1988, sette anni prima che venisse annunciato 51 Pegasi b o Dimidium, il primo pianeta extrasolare mai scoperto intorno a una stella normale. Perché non fu Tadmor il primo? Perché gli astronomi che lo avevano identificato non erano sicuri della sua esistenza e, con notevole onestà intellettuale, rifiutarono di annunciarla come accertata. Nel 2002 si sarebbe scoperto che il pianeta c’è davvero.

Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.
Per informazioni sull’Osservatorio Astronomico e per prenotare una visita guidata diurna o notturna: http://www.oavda.it

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