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Il Cielo di Marzo 2023

Il mese che segna il passaggio dall’inverno alla primavera astronomica inizia con una splendida congiunzione

di Davide Cenadelli

Il mese di marzo inizia col botto: la congiunzione tra Venere e Giove, i due pianeti più brillanti del cielo terrestre, superati in luminosità solo dal Sole e dalla Luna. La congiunzione vera e propria avverrà nelle ore antelucane del 2 marzo, coi pianeti inosservabili dall’Italia, e una distanza minima di circa 0,5°, pari al diametro angolare della Luna. Noi potremo osservare i due pianeti poco più lontani, ma comunque molto vicini in cielo, le sere dei giorni 1 e 2. Nonostante l’elongazione dal Sole non sia amplissima, il fatto che si trovino in prossimità del ramo ascendente dell’eclittica farà sì che subito dopo il tramonto siano a un’altezza comunque non trascurabile, di una trentina di gradi, il che renderà semplice ed entusiasmante l’osservazione.
Marte, invece, continuando ad allontanarsi dalla Terra, apparirà via via più debole, ma comunque ancora cospicuo (la magnitudine apparente sarà 0,4 a inizio mese e 1,0 a fine mese). Passerà dalle corna del Toro, ove ha stazionato a lungo nei mesi scorsi, alla prospiciente costellazione dei Gemelli.
In marzo, l’inverno astronomico termina e la primavera inizia con l’equinozio il giorno 20. Il giorno dell’equinozio, il Sole attraversa l’equatore celeste e su tutta la Terra il dì e la notte hanno la stessa durata, 12 ore l’uno. In realtà, a causa degli effetti di rifrazione dell’atmosfera terrestre che permette di vedere il Sole già poco prima che si sia affacciato all’orizzonte all’alba, o dopo che è sparito al tramonto, all’equinozio il dì dura pochissimo in più della notte, e la durata pari per entrambi si verifica qualche giorno prima, nel giorno detto equilux (qualche giorno dopo nel caso dell’equinozio d’autunno in settembre).
In corrispondenza degli equinozi, l’eclittica – ovvero la traiettoria apparente del Sole in cielo dovuta in realtà alla rivoluzione terrestre – ha la massima inclinazione rispetto all’equatore celeste, verso nord all’equinozio di primavera e verso sud a quello d’autunno. Questo significa che in marzo il Sole fa il massimo spostamento verso nord sulla sfera celeste (in settembre verso sud), il che implica che in marzo è massimo l’allungamento delle ore di luce (in settembre la loro diminuzione). Attenzione: non sono massime le ore di luce, questo avviene ai solstizi, ma è massimo il guadagno di ore di luce, ovvero le giornate si allungano più che in qualsiasi altro mese. Poi, in aprile e maggio e in giugno fino al solstizio continueranno ad allungarsi, ma sempre più lentamente. A questo aggiungiamo che nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo entrerà in vigore l’ora legale, che ci farà guadagnare ex abrupto un’ora di luce in più la sera (perdendola al mattino).
Mi sembra di percepire il piacere di molti lettori a questa notizia. Si guadagnerà molta luce, arriveranno i primi tepori e fioriranno gli alberi. OK, le fioriture sono belle, ma per il resto – ahimè – non condivido questo piacere. Amo i tramonti precoci e il buio della notte … ne riparliamo in settembre.
In cielo, nelle prime ore della notte si vedono ancora bene le costellazioni invernali, che culminano intorno all’ora di cena. Marzo è pertanto un mese molto favorevole per vederle, in quanto sono alte col primo buio, in orari molto comodi per le osservazioni. In particolare, oltre alle costellazioni ricchissime di stelle brillanti di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi, in serata si vede il Cancro che, pur privo di stelle luminose, mostra un fiocchetto di luce già visibile a occhio nudo, l’ammasso aperto M44, un ammasso di stelle posto a circa 600 anni luce da noi e la cui età è stimata in 600-700 milioni di anni. Se guardiamo verso est, vediamo che il Leone è già sorto e in tarda serata culmina verso sud, e col passare delle ore il Grande Carro dell’Orsa Maggiore si alza sempre più a nordest fino a raggiungere le regioni zenitali intorno alla mezzanotte. Dietro al Carro, ecco apparire, visibile già in tarda serata e via via più alta col passare delle ore, la stella primaverile per antonomasia, Arturo, quarta stella più brillante del cielo e prima dell’emisfero boreale. La primavera comincia a farsi vedere non solo sulla Terra, con i primi profumi e tepori, ma anche in cielo.
Man mano che il cielo invernale passa il testimone a quello primaverile, notiamo anche che all’abbondanza di stelle del primo, in particolare di stelle brillanti, fa da contraltare la relativa povertà del secondo. Infatti, quando guardiamo il cielo invernale osserviamo la fascia della Via Lattea, ovvero stiamo guardando la nostra galassia sul piano del disco, ovvero lungo le direzioni ove è massimo il suo spessore, e quindi vediamo moltissime stelle. In primavera, invece, lo sguardo si sposta verso direzioni via via più discoste da esso, verso latitudini galattiche via via più alte, ossia in direzioni via via più vicine alla perpendicolare al piano della Galassia, ove troviamo il polo nord galattico, nella costellazione primaverile della Chioma di Berenice, posta dietro la coda del Leone e visibile in marzo in tarda serata. Ecco che, attraversando uno spessore via via minore del disco galattico, il nostro sguardo intercetta sempre meno stelle.

LA STELLA DEL MESE: ALPHARD

Si tratta di una stella gigante posta a 180 anni luce da noi, 50 volte più grande del Sole e ben 780 volte più luminosa, tanto che è discussa la sua attribuzione alla classe di luminosità III (stella giganti) o II (giganti luminose). La temperatura superficiale di 4.120 K la assegna alla classe spettrale K3.
Possiamo ammirarla mentre brilla solitaria nella regione di cielo che la natura le ha assegnato, e ci annuncia che l’inverno sta finendo e sta per cominciare una nuova stagione.

Note sull’Autore

Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.

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