fbpx

Il Cielo di Gennaio 2021

Gennaio è il primo mese interamente compreso nell’inverno astronomico e il mese di mezzo tra i tre dell’inverno meteorologico, che comprende per convenzione dicembre, gennaio e febbraio.

Di Davide Cenadelli.

Siamo in pieno inverno e nessuna sorpresa che le costellazioni invernali dominino il cielo. Dopo un precoce tramonto in cui le costellazioni autunnali fanno ancora una fugace apparizione, ecco salire Orione, il Toro, l’Auriga, i Gemelli, e poi i cani di Orione, il Maggiore e il Minore, insieme ad altre meno appariscenti costellazioni come Eridano e l’Unicorno.
Mese di stelle, gennaio. Nel cuore dell’inverno possiamo vedere più stelle brillanti che in qualsiasi altra stagione: appaiono infatti Sirio, la stella più brillante del cielo notturno, Capella, la sesta, Rigel, la settima, Procione, l’ottava, Betelgeuse, la decima, e Aldebaran, la quattordicesima, per citare solo quelle più brillanti della magnitudine 1. E le costellazioni che contengono questi gioielli celesti sono tra le più spettacolari e fascinose. Si tratta di costellazioni antichissime, come Orione e il Toro, già usate dai Sumeri che vi vedevano Gilgamesh che combatte il Toro celeste. Secondo i Greci, invece, Orione era un gigantesco cacciatore dell’Isola di Chio, il più grande e il più bello tra gli uomini, che andava a caccia coi suoi cani, rappresentati nelle costellazioni del Cane Maggiore, ove sfolgora Sirio, e Minore, ove fa bella mostra di sé Procione. Orione con i suoi cani cacciava la Lepre, rappresentata da una costellazione sotto i piedi del gigante e di fianco al Cane Maggiore, e un giorno si imbatté nelle Pleiadi, sette sorelle bellissime, di cui si innamorò. Tale amore però non era corrisposto, e, perché potessero sfuggire alla corta indesiderata, gli dei le trasformarono in colombe e le Pleiadi volarono in cielo, dove divennero stelle. Orione si dovette accontentare di dedicarsi all’arte venatoria, in cui eccelleva. Un giorno, però, si vantò di essere capace di uccidere qualsiasi animale sulla Terra, al che Gea, la dea della Terra, si indignò e fece uscire dalla Terra uno Scorpione che punse il gigante a morte. (Esistono in verità varianti di questo mito, che coinvolgono altri personaggi, come Artemide, la dea della caccia, ma la storia non è molto differente.)
Alla fine Orione fu ammesso tra le costellazioni del cielo, a lo stesso destino toccò allo Scorpione, ma i due personaggi furono disposti in posizioni opposte in cielo, dati i trascorsi non amichevoli tra i due, così da stare a distanza di sicurezza. Anzi, per la precisione, Orione e lo Scorpione non sono esattamente opposti. In posizione opposta a Orione c’è Ofiuco, e lo Scorpione è un po’ spostato a sud rispetto a quest’ultimo. Se infatti le due costellazioni fossero opposte, l’una sorgerebbe mentre l’altra tramonta, e seppur fugacemente si vedrebbero. Grazie al fatto che lo Scorpione è un po’ più a sud, una delle due costellazioni comincia a sorgere solo dopo che l’altra è tramontana, e i due personaggi non si vedono del tutto, nemmeno di striscio. (Dalle medie latitudini australi, invece, Orione e lo Scorpione sono per breve tempo entrambi visibili, ma i Greci, pur ottimi navigatori, non arrivarono a vedere il cielo da quelle parti. Chiaramente, i due personaggi si vedono insieme dallo spazio, ma anche lì i Greci non sono andati.)
E le Pleiadi? Sono in cielo anche loro. Essendo poste a nordovest di Orione, a causa della rotazione terrestre sembrano scappare, mentre Orione sembra inseguirle anche in cielo, con la sagoma del Toro sbuffante che si para in mezzo e sembra proteggerle. Similmente, la lepre, posta a ovest del Cane Maggiore, sembra fuggire e il cane braccarla, senza prenderla mai.

strong>LA STELLA DEL MESE: EPSILON ERIDANI

Il Cielo di Gennaio 2021 cielo del mese, Civico Planetario Ulrico Hoepli, Davide Cenedalli, epsilon eridani, eridano, gennaio, Giove, il cielo di gennaio 2021, inverno, LOfficina, Marte, news, orione, Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta, osservatorio astronomico regione valle d'aosta, Pianeti, pleiadi, Saturno, stella del mese, venere

Epsilon Eridani

Vicino a Rigel, la stella più luminosa della costellazione di Orione, si trova una stella di media luminosità. Cursa, nella costellazione di Eridano. Eridano rappresenta un fiume, con tanto di anse che serpeggiano in cielo, ed è stato identificato con diversi fiumi terrestri, tra cui il Po (Eridanus, accanto a Padus, è uno dei nomi latini del Po). La costellazione non è tra le più famose, ma è proprio una stella di questa costellazione ad essere protagonista questo mese. Non è Cursa, che rappresenta la sorgente del fiume ed è la seconda stella più brillante della costellazione; non è Achernar, l’immaginaria foce del fiume che è di gran lunga la più luminosa della costellazione (e nona stella più brillante del cielo) ma non visibile dall’Italia perché troppo australe; è una stellina apparentemente anonima, di magnitudine 3,7 indicata dalla lettera Epsilon nel catalogo di Bayer: Epsilon Eridani. L’ho scelta perché è una stella nota tra gli intenditori di fantascienza (quale, ahimè, non sono) e del cielo stellato (qui andiamo un po’ meglio). Come mai? Cominciamo con l’osservare che è la terza stella più vicina visibile a occhio nudo dopo Alfa Centauri e Sirio, ma molto meno brillante delle prime due, perché più lontana, a 10,5 anni luce, e più debole intrinsecamente, circa 1/3 del Sole. Se però consideriamo che il sistema di Alfa Centauri è triplo e quello di Sirio doppio con una nana bianca a fare compagnia a Sirio A, concludiamo che Epsilon Eridani è la stella singola più vicina non molto diversa dal Sole (anche se in realtà meno brillante, come abbiamo detto, e più piccola, circa i ¾ della nostra stella: appartiene alla classe spettrale K, K2 per la precisione, e non G come il Sole). Poco più distante di lei, a 11,9 anni luce, si trova Tau Ceti, anch’essa stella singola e più o meno di tipo solare (di classe G8), già “stella del mese” nel novembre 2019. Prima che, negli ultimi 25 anni, si scoprissero pianeti extrasolari dovunque, non sapendo se essi esistessero e fossero abbondanti, si pensava che le stelle più promettenti per cercarli fossero quelle non in sistemi doppi o multipli e non troppo diverse dal Sole. L’idea era: non sappiamo se i pianeti extrasolari esistano e quali stelle li abbiano, ciò che sappiamo è che le stelle di tipo solare possono averli, altrimenti non esisterebbero nemmeno quelli del Sistema Solare, per cui cominciamo a cercarli lì.
Quando, nel 1960, cominciò il Progetto Ozma, il primo progetto SETI moderno, Frank Drake pensò di cominciare ad “ascoltare” nelle radiofrequenze proprio queste due stelle (fu anche rivelato un segnale che sembrava provenire da Epsilon Eridani ma che poi fu riconosciuto come di origine terrestre). Oggi sappiamo che Epsilon Eridani è circondata da due fasce asteroidali e ha un pianeta, chiamato Epsilon Eridani b e che, pochi anni fa, ha ricevuto il nome Ægir, quando anche Epsilon Eridani ha ricevuto il nome Ran. Ægir è un pianeta di taglia gioviana posto a 3,5 UA dalla stella. Da lì, essa appare circa 5 volte più piccola del Sole nel nostro cielo e oltre 35 volte più debole: il pianeta dunque è piuttosto freddo e al di fuori della zona abitabile. È sospettata la presenza anche di un secondo pianeta ancora più lontano. Se dal sistema di Esilon Eridani guardassimo il Sole, lo vedremmo come una stella di media luminosità nella costellazione del Serpente. Un po’ più luminosa del Sole apparirebbe Tau Ceti, mentre Sirio rimarrebbe la stella più luminosa del cielo, ancora più brillante che da noi dato che Epsilon Eridani è un po’ più vicina a questa stella di quanto lo sia il Sole.
Le citazioni di Epsilon Eridani nella cultura fantascientifica sono innumerevoli. Il suo nome, che è la semplice trasposizione della dizione nel catalogo di Bayer, suona affascinante e misterioso, perfetto per un romanzo o un film di fantascienza. Non farò esempi al riguardo, data la mia scarsa cultura in materia, ma mi limiterò a citare la volta in cui la nostra stella è stata citata in un episodio della serie “The Big Bang Theory” dall’astrofisico indiano Rajesh che cerca di determinare se abbia pianeti transitanti.

Note sull’Autore
Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.
Per informazioni sull’Osservatorio Astronomico e per prenotare una visita guidata diurna o notturna: http://www.oavda.it

Translate »