Il mese dello sciame meteorico delle Geminidi e dell’inizio della stagione invernale.
di Davide Cenadelli.
Il giorno 22 dicembre cade il solstizio d’inverno, il dì più corto dell’anno, ovvero la notte più lunga, sebbene, a causa dell’eccentricità dell’orbita terrestre, non si tratta del giorno in cui il Sole tramonta prima di ogni altro. Questo è il 13 dicembre, il celebre giorno di Santa Lucia. Dal 13 al 21 il Sole comincia a ritardare il suo tramonto, sebbene all’alba si perda più luce di quanta se ne guadagni di pomeriggio, così che il solstizio, e non Santa Lucia, è effettivamente “la notte più lunga che ci sia”.
In dicembre, Giove sarà grande protagonista, dopo l’opposizione dello scorso mese. Il pianeta gigante, sullo sfondo delle stelle dell’Ariete, sarà già ben visibile di prima sera verso oriente, e culminerà molto alto verso sud in tarda serata, offrendosi all’osservazione in condizioni pressoché ideali. Ancora visibile Saturno, nell’Acquario: la sua visibilità è ormai ridotta al tardo pomeriggio e alla sera, dopodiché tramonta, ma si tratta di orari molto comodi per l’osservazione. Nelle ore prima dell’alba, poi, si leva verso sudest il più brillante dei pianeti, Venere.
Restando nel Sistema Solare, si segnala lo sciame meteorico delle Geminidi, uno tra i più cospicui dell’anno. Esso è prodotto dai detriti lasciati dall’asteroide 3200 Phaethon, e può mostrare, al picco di attività, fino a 120 meteore all’ora. Esse penetrano nell’atmosfera terrestre a velocità prossime ai 70 km/s, tra le più veloci, capaci dunque di regalare meteore luminose e spettacolari. Il picco di attività è previsto la sera di giovedì 14, con la Luna praticamente nuova, che non arrecherà alcun disturbo.
Lasciamo ora il Sistema Solare e passiamo al cielo stellato. Levando lo sguardo alla regione dello zenit, verso l’ora di cena appare la costellazione di Andromeda con la celebre Galassia di Andromeda o M31, che con cielo terso e scuro è visibile a occhio nudo e, trovandosi nella regione zenitale, è nelle migliori condizioni possibili di osservazione. Conviene tentare l’osservazione più o meno tra metà mese e Natale, allorché non c’è il disturbo dovuto alla luce lunare. La Galassia di Andromeda è in rotta di collisione con la nostra, ma non è il caso di preoccuparsi. Intanto, la collisione avverrà tra circa 3 miliardi di anni … inoltre non bisogna pensare a scontri fisici tra stelle e pianeti, che sono praticamente impossibili, in quanto le galassie sono fatte principalmente di vuoto. Si tratterà di uno scontro gravitazionale, senza conseguenze per i singoli corpi celesti. In pratica le due galassie si attraverseranno, venendo deformate gravitazionalmente, per poi rimbalzare e ri-fondersi in un’unica galassia in un’epoca successiva.
Verso est-nordest, già col primo buio, vediamo le costellazioni dell’Auriga e del Toro, avanguardia delle costellazioni invernali, mentre intorno all’ora di cena va a sorgere Orione, che poi dominerà la ribalta celeste nel pieno della notte con i suoi cani, il Cane Maggiore e il Cane Minore. Orione è facilmente riconoscibile per le tre stelle della cintura, Mintaka, Alnilam e Alnitak, che nella tradizione popolare sono identificate in vari modi, tra cui i tre Re Magi. Giusto per restare in tema natalizio, nella costellazione del Cancro, che in questa stagione sorge in serata un po’ sul tardi ma è ben visibile in tarda notte, troviamo l’ammasso aperto del Presepe o M44, un ammasso di stelle posto a 610 anni luce da noi e visibile anche o occhio nudo come una debole macchiolina di luce. A est di Orione, e anch’essa visibile un po’ sul tardi, c’è la costellazione dell’Unicorno, non molto appariscente perché manca di stelle brillanti, ma, attraversata dalla Via Lattea, è molto ricca sul versante nebulare. Oltre alla celebre Nebulosa Rosetta, ospita al suo interno anche la Nebulosa Cono, uno dei soggetti preferiti dagli astrofotografi, e vicino a lei si trova – tornando allo spirito natalizio – l’ammasso Albero di Natale. Entrambi sono situati a 2.600 – 2.700 anni luce di distanza.
LA STELLA DEL MESE: KEID
La costellazione di Eridano si trova, poco appariscente, a sudovest (in basso a destra) di Orione. Anche se contiene una stella luminosissima, Achernar, questa è così australe da risultare invisibile dalle nostre latitudini. Eridano rappresenta il fiume del cielo, con le sue anse sinuose fatte di stelle, ed è stato identificato anche con il Po. Nonostante (a parte Achernar) non contenga stelle brillanti, ve ne sono di famose, per una ragione o per l’altra. Una è Epsilon Eridani, di cui abbiamo già parlato, una stella vicina (10,5 anni luce) con un sistema planetario, target primario per la ricerca di segnali di origine extraterrestre nel progetto SETI e ben nota agli appassionati di fantascienza. E a proposito di fantascienza, un’altra stella importante in Eridano è Keid (denominata anche 40 Eridani o Omicron2 Eridiani). Questa sarebbe, secondo quanto comunicato dagli ideatori di Star Trek, la stella intorno a cui orbita il pianeta Vulcano, patria di Spock. Anche se il pianeta è frutto di fantasia, la stella esiste davvero ed è in realtà un sistema triplo posto a 16,5 anni luce da noi, con la componente principale che è una stella nana di classe K, poco più piccola e fredda del Sole, e circa due volte meno brillante. Appare di magnitudine 4,43, quindi visibile a occhio nudo, ma debole. Intorno a lei, a circa 400 UA, orbita un sistema costituito da altre due stelle molto più deboli: una nana rossa e una nana bianca, che distano tra loro 35 UA, più o meno come Plutone del Sole.
A oggi, non sono stati accertati pianeti orbitanti nel sistema, ma, tornando alla fantascienza, possiamo immaginare il giovane Spock su Vulcano che osserva il cielo stellato e si chiede quale sia il nome di una stella di magnitudine 3,6 che si trova nella nostra costellazione di Ercole. Non sappiamo come la chiamasse lui, ma sappiamo come la chiamiamo noi: altro non è che il nostro Sole.
Note sull’Autore
Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.