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Il cielo di Luglio 2024

Grande protagonista del cielo di luglio è la Via Lattea. D’estate, se ne vede la parte più luminosa.

di Davide Cenadelli

Grande protagonista del cielo di luglio è la Via Lattea. D’estate, se ne vede la parte più luminosa, dato che la notte terrestre punta in direzione delle regioni centrali della nostra galassia, quelle ove le stelle sono più addensate. Per la precisione, il centro galattico si trova nella parte occidentale della costellazione del Sagittario, vicino al confine con lo Scorpione, non lontano in cielo dalla stella Alnasl che identifica la punta della freccia che il Sagittario sta per scagliare. Attenzione però: questo non significa che questa stella o le altre della costellazione si trovino fisicamente in prossimità del centro della nostra galassia! Ricordiamo infatti che una costellazione è un campo di cielo che contiene alcune stelle con cui la fantasia degli uomini ha disegnato delle figure immaginarie e si dice che appartiene a una costellazione ogni oggetto che si trovi compreso in tale regione celeste. Si tratta però di una questione prospettica: le stelle e ogni altro oggetto celeste come ammassi, nebulose e galassie che si trovano “nella” costellazione, anche se appaiono vicini in cielo, di norma non sono vicini nello spazio, ma a distanze diverse da noi. Così, le stelle del Sagittario tipicamente distano decine o centinaia di anni luce da noi (ad es. Alnasl è una gigante arancione a circa 100 anni luce), mentre il centro della Galassia è molto più lontano, a 26-27.000 anni luce da noi.
Per la verità, il centro della nostra galassia non è visibile direttamente. Sul piano del disco galattico, infatti, ci sono nubi di polveri che assorbono la luce delle stelle retrostanti, così che si riesce a vedere fino a qualche migliaio di anni luce di distanza, e ciò che è più lontano viene nascosto. Con un’eccezione importante: nella costellazione del Sagittario è presente una “finestra” nelle polveri interstellari che permette di vedere una piccola porzione del rigonfiamento centrale (il cosiddetto bulge galattico). La regione del cielo in cui questo avviene è in assoluto la più brillante dell’intera fascia della Via Lattea.
Osservando in regioni spettrali a lunghezza d’onda maggiore del visibile, ovvero infrarosso, microonde ed onde radio, si riesce a vedere più lontano che in luce visibile, in quanto la maggiore lunghezza d’onda permette a queste onde elettromagnetiche di “saltare” più agevolmente i microgranuli che compongono le polveri interstellari, così da essere diffuse in misura minore. In altre parole, le polveri sono più trasparenti a queste lunghezze d’onda e in questo modo è possibile vedere fino al centro galattico ove si annida un buco nero supermassiccio di circa 4 milioni di masse solari, chiamato Sagittarius A*.
La regione del Sagittario e delle vicine costellazioni del Serpente e dello Scudo è ricchissima di oggetti del profondo cielo, come le nebulose Laguna (M8), Trifida (M20), Aquila (M16) e Omega (M17), e l’ammasso aperto dell’Anitra Selvatica (M11). Questi oggetti e diversi altri si trovano tutti a distanze dell’ordine dei 4-6 mila anni luce e non è un caso: appartengono a un braccio a spirale della nostra galassia diverso dal nostro – che è il Braccio di Orione – e collocato in posizione più vicina alle regioni centrali: si tratta del Braccio del Sagittario (o Braccio della Carena-Sagittario). Se immaginiamo i bracci di spirale come dei quartieri galattici, il nostro è un quartiere semiperiferico e quello del Sagittario è un quartiere prospiciente, ma più vicino al centro, da cui lo separano comunque altri 20.000 anni luce.
L’osservazione della Via Lattea nella regione del Sagittario è ostacolata dal fatto che quest’ultima è una costellazione australe, che appare bassa sull’orizzonte meridionale, ove bisogna fare i conti con le foschie e l’inquinamento luminoso. Più fortunati di noi sono gli osservatori australi che vedono tale costellazione molto più alta in cielo.
Risalendo lungo la Via Lattea, dopo aver lasciato la zona Sagittario-Serpente-Scudo, raggiungiamo la magnifica costellazione dell’Aquila, con la brillante stella Altair, dopodiché troviamo le piccole costellazioni della Freccia e della Volpetta sormontate dal Cigno, la cui forma a croce è facile da riconoscere, anche grazie alla presenza della brillante stella Deneb. In prossimità del Cigno la Via Lattea sfiora anche la costellazione della Lira, ove si trova la brillantissima Vega, quinta stella più brillante del cielo. Nel cuore delle notti di luglio la Lira e il Cigno occupano le regioni zenitali, sopra la nostra testa, e proprio tra lo Scudo, l’Aquila e il Cigno, complice la maggiore altezza rispetto al Sagittario, di solito la Via Lattea si mostra al massimo del suo splendore a noi osservatori delle medie latitudini boreali. Nella costellazione del Cigno essa sembra dividersi in due, come se una valle scura attraversasse il luminoso fiume di stelle: essa è dovuta a nubi di polveri interstellari poste a migliaia di anni luce di distanza che assorbono la luce delle stelle retrostanti.
Vega ed Altair costituiscono due vertici del Triangolo Estivo, con il terzo costituito da Deneb, nel Cigno. Delle tre stelle, la più vicina a noi è Altair, a 17 anni luce. Altair è una stella nana, grande circa il doppio del Sole (per la precisione, si tratta di una stella rapidamente rotante e piuttosto schiacciata, con un raggio equatoriale pari a 2 volte quello solare, mentre quello polare è 1,6 volte maggiore). La sua luminosità supera quella del Sole di 11 volte. Anche Vega è una stella nana ma è posta più lontana, a 25 anni luce da noi; brilla 40 volte più del Sole e lo supera in dimensioni di due volte e mezzo circa (anch’essa è una stella rapidamente rotante e schiacciata con raggio equatoriale e polare rispettivamente 2,8 e 2,4 volte quello del Sole). Deneb, invece, è molto più lontana. La sua distanza è molto grande, e questo implica che sia piuttosto difficile da misurare, così che vi sono varie stime non del tutto concordanti. Assumendo come valore 2.600 anni luce – uno dei valori più attendibili proposti finora – ne risulta una stella supergigante 200.000 volte più luminosa e 200 volte più grande del Sole. Deneb, che appare come la diciannovesima stella più brillante del cielo terrestre, è la stella più lontana ed intrinsecamente più luminosa tra le prime venti, e una tra le stelle intrinsecamente più luminose tra tutte quelle visibili a occhio nudo.
Veniamo ora ai pianeti del Sistema Solare, la cui visibilità è sostanzialmente confinata alla seconda parte della notte. Il primo a rendersi visibile è Saturno, che a metà mese spunta all’orizzonte sud est attorno alle ore 23.30 nella costellazione dell’Acquario; il pianeta appare poi culminare prima dell’alba, verso sud, a mezza altezza. Marte sorge intorno alle 2 di notte, più o meno a est, nella prima parte del mese nell’Ariete, per poi passare nel Toro, dirigendosi nella zona di cielo tra Aldebaran, la stella più brillante di questa costellazione, e l’ammasso delle Pleiadi. Il pianeta apparirà abbastanza brillante, con un’intensità paragonabile proprio a quella della stella, condividendo con essa anche la sfumatura rossastra. Ovviamente, Aldebaran e Marte sono vicini solo prospetticamente: la prima dista circa 65 anni luce, cioè 650 milioni di milioni di km, mentre il secondo questo mese si trova ad appena (per modo di dire) 250 milioni di km dalla Terra.
Giove sorge un’ora più tardi di Marte, verso nordest, brillantissimo, anch’esso nella costellazione del Toro, qualche grado a nord della già citata Aldebaran. Nel corso del mese Marte e Giove sembreranno avvicinarsi vieppiù. Venere, nonostante la sua enorme brillantezza, è sostanzialmente inosservabile, perché si trova prospetticamente vicino al Sole. Si può provare a cercare il pianeta nelle luci del crepuscolo serale, poco dopo il tramonto, verso la fine di luglio, ma affinché la visibilità vada migliorando bisognerà attendere i prossimi mesi. Difficile da scorgere, come al solito, è Mercurio. Si potrà tentare di vederlo appena cala il crepuscolo serale, non lontano da dove è tramontato il Sole. Nonostante il pianeta raggiunga il 22 luglio la massima distanza angolare dal Sole per l’intero 2024 (26,9° di elongazione orientale) e sia potenzialmente visibile a occhio nudo, sarà davvero basso rispetto all’orizzonte e sul cielo chiaro sarà meglio cercarlo con un binocolo.

LA STELLA DEL MESE: SADR

Sadr è la stella al centro della croce del Cigno e, con la sua magnitudine 2,23, è la seconda più brillante della costellazione dopo Deneb. Intuitivamente, potremmo pensare che le stelle che appaiono più brillanti sono le più vicine a noi, e in parecchi casi questo è vero, ma curiosamente, nel caso del Cigno, le due stelle più brillanti, Deneb e Sadr appunto, sono le più lontane! Deneb, la più luminosa, è più lontana e Sadr, che appare meno luminosa, è più vicina a noi: 2600 anni luce la prima, 1800 la seconda.
Chiaramente, se una stella appare brillante da grandi distanze, è perché è intrinsecamente luminosissima, e infatti Deneb e Sadr sono due supergiganti che brillano rispettivamente come 200.000 e 33.000 soli. Sadr ha un diametro pari a 150 soli: come dire che, se fosse al posto del Sole, la sua superficie sfiorerebbe l’orbita di Venere e nel cielo terrestre apparirebbe grandissima … perlomeno in teoria, visto che nessuno potrebbe godersi lo spettacolo, in quanto la luminosità della stella ci spazzerebbe via. Ciò in cui invece Sadr somiglia al Sole è la temperatura superficiale, 6.100 K appena più alta di quella della nostra stella: la classificazione spettrale di Sadr è in effetti F8, quella del Sole G2. Sadr forma un sistema triplo con due componenti molto meno brillanti che appaiono in cielo a 40” di distanza. Una tale separazione angolare, proiettata a 1.800 anni luce di distanza, implica una distanza (minima) pari a quattro mesi luce, il che non contraddice il possibile legame gravitazionale, anche in virtù della grande massa di Sadr, 14,5 volte quella del Sole.
Il nome Sadr, di origine araba, significa “petto” e in effetti tale è la posizione della stella all’interno della costellazione del Cigno.

Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.

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