Plutone è un oggetto pieno di anomalie, che apparvero evidenti già nel gennaio 1930, quando venne scoperto in USA da Clyde Tombaugh. La sua orbita è estremamente eccentrica e inclinata di 17° rispetto al piano medio degli altri pianeti; inoltre, il suo asse di rotazione è inclinato di ben 120°. Probabilmente questa caratteristica straordinaria venne acquisita da Plutone ai primordi della sua storia, quando un forte impatto produsse il grande satellite Caronte e una serie di almeno quattro satelliti minori. La vicinanza di Caronte a Plutone, unita alla sua grande massa relativa, ha prodotto una situazione unica in tutto il Sistema Solare: quella di un satellite che rivoluziona attorno a Plutone con un periodo identico alla rotazione di quest’ultimo. Per due corpi dalla genesi così imparentata, la logica imporrebbe una composizione grossolanamente simile, cosa invece completamente disattesa nelle indagini spettroscopiche terrestri.
La sorte di Plutone come pianeta cominciò a vacillare nel 1992, quando venne scoperto un oggetto più lontano di lui, primo rappresentante di un’affollatissima fascia di corpi ghiacciati (la fascia di Kuiper). Poi, nel 2005, con la scoperta di Eris, primo oggetto più grande di Plutone, la natura planetaria di Plutone decadde definitivamente e venne formalizzata ufficialmente nel 2006 da una decisione dell’Unione Astronomica Internazionale al congresso mondiale di Praga.
Plutone, dunque, altro non era che uno degli oggetti maggiori della fascia di Kuiper. Un corpo celeste così strano rimaneva comunque molto interessante, al punto tale che gli venne attribuito il termine di “pianeta nano” nella speranza che fosse una qualche missione spaziale a svelarne i segreti. Questo sogno ‘spaziale’ è diventato realtà nella storica notte del 14 luglio 2015, quando la sonda New Horizons, dopo un viaggio avventuroso durato 9 anni, ha sfiorato la coppia Plutone-Caronte da meno di 20 mila km, con risultati talmente inaspettati da lasciare esterrefatti!
Cesare Guaita:
laurea in Chimica con specializzazione in Chimica organica e Chimica macromolecolare. Esperto di Cosmochimica e Planetologia, ha pubblicato, su riviste divulgative e professionali, centinaia di articoli su questi temi, con particolare riferimento alle connessioni chimico-geologiche di una moltitudine di fenomeni planetari ed astrofisici. Collabora con giornali e riviste e reti televisive pubbliche e private. È Presidente e fondatore (anno 1974) del G.A.T., (Gruppo Astronomico Tradatese) e da oltre 25 anni è conferenziere del Planetario di Milano. È autore del libro L’esplorazione delle comete edito da Hoepli.