La Luna nacque 4,5 miliardi di anni fa, quando, essendo il Sistema Solare ancora caotico, un planetoide grande come Marte (Theia) urtò la crosta terrestre di sbieco, estirpandone 1/100 della sua massa: questo materiale prima si immise in un’orbita instabile e poi si riaggregò per originare il nostro satellite.
Un evento così violento fu accompagnato da una immensa quantità di calore che, inevitabilmente, dovette asciugare completamente il materiale lunare. Quando però, nel 1999, la sonda Lunar Prospector osservò in dettaglio i poli della Luna, vi trovò un gran numero di crateri sempre in ombra entro cui la temperatura poteva scendere anche a -200°C. All’interno di questi crateri gli spettrometri per neutroni prima a bordo del Prospector e poi a bordo della sonda LRO (Lunar Reconnassiance Orbiter) evidenziarono una elevata presenza di Idrogeno, componente primario della molecola d’acqua. Che si trattasse di ghiaccio d’acqua venne dimostrato quando, nel Luglio 2009, la sonda LCROSS, impattando contro il cratere Cabeus, sollevò una nuvola di detriti all’interno dei quali c’erano tracce di vapore d’acqua e di altri gas di origine cometaria. La prova definitiva della presenza di immense riserve di ghiacci lunari polari è venuta solo alla fine del 2018, quando lo spettrografo infrarosso M3 a bordo della sonda indiana Chandrayaan ha raccolto da alcuni crateri polari in ombra le tracce spettroscopiche inconfondibili del ghiaccio d’acqua. Con un’ulteriore scoperta inaspettata ed apparentemente inspiegabile: quella di presenza di acqua anche all’interno di certi crateri giovani situati, però, non ai poli ma all’equatore.
Cesare Guaita:
laurea in Chimica con specializzazione in Chimica organica e Chimica macromolecolare. Esperto di Cosmochimica e Planetologia, ha pubblicato, su riviste divulgative e professionali, centinaia di articoli su questi temi, con particolare riferimento alle connessioni chimico-geologiche di una moltitudine di fenomeni planetari ed astrofisici. Collabora con giornali e riviste e reti televisive pubbliche e private. È Presidente e fondatore (anno 1974) del G.A.T., (Gruppo Astronomico Tradatese) e da oltre 25 anni è conferenziere del Planetario di Milano.