Ottobre, un mese che regala ancora un cielo di transizione tra quello estivo e quello dell’autunno inoltrato.
di Davide Cenadelli
In ottobre, mentre ci addentriamo nel pieno della meravigliosa stagione autunnale, di prima sera campeggia verso sud, allungandosi fino alle zone zenitali, il Triangolo Estivo. Ma come, se l’estate è finita, perché parliamo di Triangolo “Estivo”? In generale, in ogni stagione di prima sera si riescono ancora a vedere alcune costellazioni della stagione precedente, mentre quelle tipiche della stagione in corso tendono a imporsi più tardi, nella serata inoltrata e nelle ore centrali della notte. In autunno e inverno contribuisce anche la maggiore durata di quest’ultima: venendo buio prima, si riescono a vedere costellazioni che sarebbero già tramontate se il dì fosse durato più a lungo.
Ritorniamo dunque al Triangolo Estivo. Esso è costituito da tre stelle brillanti che ne formano i vertici: Vega nella costellazione della Lira, Altair in quella dell’Aquila e Deneb in quella del Cigno. Non si tratta dunque di una costellazione, ma di un asterismo o asterisma, ovvero un gruppo di stelle, che in effetti appartengono a tre costellazioni diverse. Vediamo di conoscerle meglio. Vega è la quinta stella più brillante del cielo; seconda più brillante, dopo Arturo, nell’emisfero celeste boreale; e terza, dopo Sirio e Arturo, tra le stelle visibili dall’Italia. Si tratta di una stella nana. Le stelle nane costituiscono la maggior parte (oltre il 90%) delle stelle della Galassia, e anche il Sole appartiene a questa categoria. La maggior parte delle nane sono più piccole del Sole, mentre Vega è una nana piuttosto cospicua: quasi 3 volte più grande del Sole, lo supera in luminosità di una quarantina di volte. Si trova a 25 anni luce da noi. A 17 anni luce brilla invece Altair, anch’essa stella nana, quasi due volte più grande e 11 volte più brillante del nostro Sole. Deneb, invece, è una supergigante molto più lontana. Varie stime della sua distanza differiscono parecchio, andando dai 1.600 ai 3.200 anni luce. Una delle misure più attendibili la pone a 2.600 anni luce, nel qual caso il suo diametro risulta pari a 200 volte quello del Sole, e la sua luminosità ben 200.000 volte superiore. Questa stella eccezionale risulta essere la più luminosa intrinsecamente fra le 25 stelle apparentemente più brillanti del cielo terrestre e la più brillante, nel campo della luce visibile, entro 3.000 anni luce dal Sistema Solare.
Se ci spostiamo nelle ore della notte successive, diciamo dopo cena e per parecchie ore a seguire, salgono alla ribalta le costellazioni più tipicamente autunnali, come Pegaso, Andromeda, Perseo, Cefeo, Cassiopea (queste ultime due circumpolari, ovvero sempre visibili, ma più alte in cielo in autunno), la Balena, il Pesce Australe e, nella fascia zodiacale, l’Acquario, i Pesci e l’Ariete. Le prime sei di esse sono legate a un mito greco. Esso racconta che Cassiopea, regina d’Etiopia e moglie di Cefeo, un brutto giorno di vantò di essere più bella delle Nereidi (o, secondo una versione alternativa, disse che la figlia Andromeda era più bella di loro), ninfe del mare, che chiesero al dio Poseidone di punire la regina per la sua vanità. Un mostro marino, impersonato dalla costellazione della Balena, fu mandato a devastare le coste del regno, e l’oracolo di Apollo predisse che lo si sarebbe potuto calmare sacrificandogli la principessa Andromeda. Andromeda fu dunque legata a uno scoglio ma, quando arrivò il mostro con l’intento di divorarla, arrivò anche Perseo, che aveva tagliato la testa alla Medusa e la portava con sé in un sacco. L’aveva tagliata senza guardarla, perché la Medusa pietrificava con lo sguardo. Dal sangue zampillante della Medusa era peraltro nato Pegaso, il cavallo alato. Come a questo punto si può intuire, Perseo mostrò la testa al mostro che, guardandola, fu pietrificato, e Andromeda fu salva.
Questo mese, Saturno è ben visibile già di sera, abbastanza basso verso sudest, sullo sfondo delle stelle della costellazione dell’Acquario. Culmina verso sud dopo cena, non altissimo, per poi declinare e scomparire a notte fonda, 2-3 ore prima dell’alba. Giove, invece, sarà in opposizione il prossimo 3 novembre, per cui lo si vede per tutta la notte, o quasi. A inizio ottobre sorge 2-3 ore dopo il tramonto del Sole, mentre a fine mese lo si vede già nelle luci del crepuscolo serale che svaniscono. Culmina, abbastanza alto, verso sud, nel cuore della notte. Venere è visibile al mattino, prima dell’alba, allorché appare brillantissimo, sorgendo addirittura 3-4 ore prima del Sole. In effetti, raggiungerà la massima elongazione occidentale il giorno 23 e, complice il fatto che il Sole si trova a est di Venere sul ramo discendente dell’eclittica, si tratta di uno dei casi, non comuni, in cui il pianeta è visibile anche nel cielo buio, e si può apprezzare la sua enorme luminosità. Si tratta di una delle migliori occasioni di questi anni per osservarlo prima dell’alba. Marte, vicino al Sole in cielo, sarà invece invisibile. Il giorno 28 ci sarà anche un’eclisse parziale di Luna. Purtroppo, sarà molto parziale, nel senso che solo un piccolo spicchio lunare si immergerà nell’ombra della Terra, ma se non altro la cosa avverrà in orario comodo, con la massima immersione (comunque molto contenuta) alle 10 e un quarto della sera.
LA STELLA DEL MESE:UPSILON ANDROMEDAE
La costellazione di Andromeda in ottobre è in condizioni di visibilità ideali. Già posta a mezza altezza verso oriente all’imbrunire, conquista le regioni zenitali in piena notte. Oltre alla celeberrima galassia e ad Almach, una delle stelle doppie più spettacolari del cielo (in realtà è addirittura quadrupla, ma appare doppia al telescopio), troviamo la stellina Upsilon Andromedae, di quarta magnitudine, salita alla ribalta in anni recenti per la scoperta di un complesso sistema planetario che l’accompagna. Intanto, la stella è doppia, con una componente principale che è una nana di colore bianco-giallo (classe spettrale F8V) grande una volta e mezzo il Sole, e tre volte e mezzo più brillante. La secondaria è una debolissima nana rossa (classe spettrale M4.5V) che dista non meno di 750 UA dalla principale. A oggi, sappiamo che ci sono tre pianeti che orbitano attorno alla componente principale, più un quarto sospettato, e si tratta del primo sistema multiplanetario scoperto intorno a una stella di sequenza principale e il primo sistema multiplanetario scoperto attorno a una stella non singola. La stella si chiama anche Titawin, e i pianeti rispettivamente Saffar, Sahm e Majriti. I primi due sono più vicini che la terra al Sole, troppo vicini per ricadere nella zona abitabile, entro cui potrebbe trovarsi il terzo che, posto a 2,5 UA, compensa con la maggiore distanza (almeno in parte) il fatto che la stella è un po’ più luminosa del Sole. Da questo pianeta, essa apparirebbe con una luminosità intermedia tra quella con cui si vede il Sole da Terra e da Marte.
Gli abitanti di Majriti, se esistono (o meglio se esistono su un suo ipotetico satellite, dato che il pianeta è un gigante gassoso più massiccio di Giove, come peraltro gli altri due) e se per assurdo con un telescopio fantascientifico potessero spiare la Terra nei dettagli, vedrebbero il nostro pianeta nel pieno della Guerra Fredda, mentre gli U2 hanno da poco cominciato la loro prestigiosa carriera e i Pink Floyd stanno per pubblicare l’album The Wall. Infatti la stella dista 44 anni luce da noi e per loro sulla Terra è il 1979.
Note sull’Autore
Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.