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Il Cielo di Novembre 2021

Mese delle Leonidi, uno dei più bei sciami meteorici. Notti progressivamente più lunghe e pianeti protagonisti del cielo..

Di Davide Cenadelli.

In novembre, Giove e Saturno sono ancora visibili di sera, ma tramontano sempre prima, avvicinandosi in cielo a Venere che brilla dopo il tramonto verso sudovest. Oltre allo spettacolo dei pianeti, il cielo ci mostra le costellazioni autunnali: il cavallo alato Pegaso, la principessa Andromeda, l’eroe Perseo, la regina Cassiopea, il re Cefeo, il mostro marino raffigurato nella costellazione della Balena, il Pesce Australe con la brillante stella Fomalhaut che sfiora l’orizzonte meridionale, il coppiere degli dei Ganimede rappresentato dalla costellazione zodiacale dell’Acquario, poi i Pesci, l’Ariete, il Triangolo e sì … guardando verso nordest, già di sera vediamo un gruppettino di stelle, le Pleiadi, il più famoso ammasso stellare del cielo. Le Pleiadi si trovano nella costellazione del Toro, che sorge col primo buio, e sono seguite della brillante stella Aldebaran, il cui nome d’origine araba significa proprio “l’inseguitrice” in quanto, a causa della rotazione terrestre, sembra muoversi in cielo inseguendo le Pleiadi.
Il Toro è una costellazione antichissima: era già nota ai Sumeri che vi vedevano il Toro del Cielo impegnato in una lotta con Gilgamesh, raffigurato nella vicina costellazione di Orione. Ma probabilmente è molto più antico: un dipinto rupestre nella Grotta di Lascaux, databile al 15.000 a.C. circa, raffigura un toro che sembra rappresentare la costellazione, in particolare grazie a un gruppetto di punti sulla sua groppa molto somigliante alle Pleiadi.
Le Pleiadi sono un ammasso aperto, ovvero un gruppo di stelle nate insieme non molto tempo fa. Non molto tempo fa significa in questo caso circa 100 milioni di anni, un tempo astronomicamente non lunghissimo, sufficientemente breve perché questo gruppo di stelle siano ancora unite; ma il loro destino, come quello degli ammassi aperti in generale, è di disperdersi. Entro due o trecento milioni di anni, questo meraviglioso gruppetto di stelle che oggi allieta le nostre notti autunnali e invernali non esisterà più: ognuna se ne sarà andata solitaria per la sua strada negli sterminati spazi della Galassia. Anche se a occhio nudo nelle Pleiadi si vedono tra sei e nove stelle, in realtà l’ammasso ne comprende un migliaio e a occhio nudo si vedono solo le più brillanti. La più luminosa di tutte è Alcyone, una stella multipla la cui componente principale è una gigante azzurra di classe B5 nove volte più grande del Sole ma ben 2.000 volte più luminosa grazie all’elevata temperatura superficiale di 12.000 °C. Si trova a 440 anni luce e questa è più o meno la distanza da noi dell’ammasso, che però si estende parecchio lungo la linea di vista. Ad esempio Maia e Merope, altra due stelle delle Pleiadi, si trovano a 380 anni luce, ben 60 anni luce “davanti” ad Alcyone. L’ammasso delle Pleiadi, che da Terra appare piuttosto compatto, è in realtà molto allungato proprio lungo la linea di vista: se lo guardassimo, per così dire, di lato, lo vedremmo molto più lungo e disperso.
Confinante col Toro, ormai ben visibile già di sera appare anche la costellazione dell’Auriga, riconoscibile dalla caratteristica figura pentagonale: dei vertici del pentagono, quattro sono identificati da stelle dell’Auriga, tra cui la più luminosa è Capella, sesta più brillante di tutto il cielo, e uno da una stella del Toro, Elnath, che costituisce la punta di una delle due corna dell’animale celeste. Dato che il Toro di corna ne ha due, ecco che l’altra punta è identificata dalla più debole stella Zeta Tauri, chiamata anche Tianguan, vicino alla quale si trova la celebre Nebulosa del Granchio, resto di una supernova avvistata nel 1.054. La vicinanza alla stella Zeta Tauri è solo prospettica, in quanto la stella dista 440 anni luce, mentre la nebulosa 6.500, e si trova addirittura in un altro braccio a spirale della Galassia, quello di Perseo, e non quello di Orione dove ci troviamo noi. Col passare delle ore, mentre l’Auriga e il Toro salgono a guadagnare la ribalta del firmamento, ecco sorgere Orione che sarà osservabile in orari più comodi nei prossimi mesi invernali.
Nel mese di novembre sono osservabili anche due sciami meteorici: le Tauridi nella prima metà del mese e le Leonidi con picco nella notte tra il giorno 17 e il 18. Però, la Luna sarà piena il 19, impedendo la visione delle Leonidi più deboli. Le Leonidi sono famose per generare delle vere e proprie piogge meteoriche allorquando la cometa da cui originano, la Tempel-Tuttle, passa al perielio. L’ultimo passaggio è stato nel 1998 e il prossimo sarà nel 2031, dunque anche per questa ragione non ci si aspetta che le Leonidi siano particolarmente spettacolari quest’anno.

LA STELLA DEL MESE: MIRFAK

Mirfak (Alfa Persei) è la stella più brillante della costellazione di Perseo, piuttosto cospicua a occhio nudo anche se non tra le stelle più brillanti del cielo (la sua magnitudine apparente è 1,8). Si tratta di una stella notevole, una supergigante di classe spettrale F5Ib posta a 510 anni luce da noi, 60 volte più grande e 5.000 volte più brillante del Sole. Non è molto diversa, come stella, dalla Stella Polare, di cui è leggermente più grande e calda, così che la sua luminosità intrinseca è circa doppia rispetto a quella della stella del nord.
Mirfak appartiene all’ammasso aperto detto … con poca fantasia … Ammasso di Alfa Persei, o anche Melotte 20, da non confondersi con il molto più lontano Ammasso Doppio di Perseo visibile una decina di gradi a nordovest. All’Ammasso di Alfa Persei appartengono alcune altre stelle di Perseo visibili nelle vicinanze anche se, a occhio nudo, non si percepisca l’esistenza di un ammasso stellare. Con un binocolo, però, le cose cambiano: si rendono visibili molte stelle più deboli e la natura di ammasso di questo gruppo di stelle appare molto più manifesta. L’età dell’ammasso è dell’ordine del 50 milioni di anni, circa la metà rispetto alle Pleiadi ma molto meno giovane del giovanissimo Ammasso Doppio di Perseo che ha un’età di soli 10-15 milioni di anni.
Se ci pensiamo, la zona di cielo in cui ci stiamo muovendo è un vero e proprio eden per gli appassionati di ammassi: da nordovest verso sudest troviamo il Doppio Ammasso di Perseo, l’Ammasso di Alfa Persei e le Pleiadi, nel Toro, poste proprio “sotto” Perseo, tutti in fila. I primi due sono i più famosi ammassi del cielo boreale, se non – nel caso delle Pleiadi – dell’intero cielo, il secondo invece è quasi sconosciuto … ma merita un’approfondita visione binoculare.

Note sull’Autore
Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.
Per informazioni sull’Osservatorio Astronomico e per prenotare una visita guidata diurna o notturna: http://www.oavda.it

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