Il mese del solstizio d’estate e delle giornate più lunghe dell’anno é iniziato.
Di Davide Cenadelli.
In giugno cominciano sia l’estate astronomica che quella meteorologica. La prima comincia il giorno 21, col solstizio d’estate: quel giorno, l’emisfero boreale della Terra riceverà la massima insolazione, con il dì più lungo e la notte più corta dell’anno. Tanta luce, insomma, anche di sera. Ci sono persone (molte) a cui questo fa piacere, mentre ad altre (poche, io sono tre queste) no. Se, come me, appartenete alla seconda categoria, pensate che, dopo il 21 giugno, le giornate cominceranno ad accorciarsi. In realtà, all’inizio di pochissimo, come avviene anche in prossimità del solstizio d’inverno, quando le parti tra notte e dì sono invertite, e il secondo comincia ad allungarsi dopo il solstizio, ma inizialmente il processo è assai lento, e prende poi slancio solo dopo qualche settimana.
Tra il solstizio d’inverno e quello d’estate, però, c’è un’ulteriore differenza: il primo avviene in prossimità del perielio dell’orbita terrestre, ovvero il punto di massima vicinanza al Sole, il secondo dell’afelio (che cadrà il prossimo 5 di luglio), quando la Terra è alla massima distanza dal Sole e il moto di rivoluzione è più lento, così che i cambiamenti nella durata del dì e della notte sono davvero lentissimi. Insomma, nelle settimane immediatamente successive al solstizio d’estate la diminuzione di ore di luce è piccola e poco significativa. Ma ci accontentiamo. L’estate meteorologica, invece, convenzionalmente, inizia il primo giugno.
Col primo buio, vediamo ancora bene il cielo primaverile: il Grande Carro e Boote altissimi, la Vergine più bassa verso sud e il Leone che ormai va a calare a occidente. Rispetto ai mesi passati, però, vediamo meglio le costellazioni che potremmo definire tardo-primaverili o di inizio estate, quali la piccola ma affascinante Corona Boreale, la grande costellazione di Ercole, la Testa del Serpente, più a sud la Bilancia, poi Ofiuco, con cui entriamo più francamente nel cielo estivo.
La Corona Boreale è una costellazione davvero affascinante, e che torna utile tutte le volte che, facendo vedere le costellazioni a un amico, questo osserva come esse somiglino assai poco a quanto vorrebbero rappresentare. Allora, se visibile, gli si può mostrare la Corona Boreale, un perfetto semicerchio di stelle, la cui forma ricorda una corona di gemme. Secondo il mito, è la corona che Dioniso donò ad Arianna dopo che questa fu abbandonata sull’isola di Nasso da Teseo, che, con lo stratagemma del filo, Arianna aveva aiutato a uscire dal labirinto di Creta. Il contraltare alla Corona Boreale nel cielo autunnale è la costellazione del Triangolo: se il vostro amico in autunno osserva che Andromeda non somiglia a una ragazza e Cassiopea a una regina (la prossima volta lo lasciamo a casa e invitiamo un amico con più fantasia), fategli vedere il Triangolo, una costellazione con tre stelle principali che altro non possono disegnare in cielo … se non un triangolo!
La stella più brillante della Corona Boreale, di seconda magnitudine, porta il nome latino di Gemma, cui si affianca quello arabo di Alphecca. È una nana di classe A0, di colore bianco-azzurro, 74 volte più luminosa del Sole e posta a 75 anni luce di distanza. Ha una stella compagna di classe G poco meno brillante del Sole, in orbita stretta, con cui costituisce una variabile ad eclisse. Se si considera la classe spettrale della componente principale e la sua distanza da Terra, si nota una somiglianza con le 5 stelle del Grande Carro (tutte tranne Dubhe ad Alkaid) che fanno parte dell’Associazione dell’Orsa Maggiore, cui in effetti si pensa appartenga anche questa stella, seppure un po’ discosta dal Grande Carro in cielo.
Nella costellazione di Ercole si osserva invece l’ammasso globulare M13, il più luminoso dell’emisfero celeste boreale. Posto al limite della visibilità ad occhio nudo, al telescopio mostra un magnifico “groviglio” di stelle. Complessivamente, contiene parecchie centinaia di migliaia di stelle, di età stimata tra i 12 e 14 miliardi di anni, quindi poco meno vecchie dell’universo stesso. Le stime di distanza lo collocano tra i 22.000 e i 25.000 anni luce.
Molto più bassa in cielo, a sud di Ofiuco, sorge lentamente lo Scorpione che incede mantenendosi bassa sull’orizzonte meridionale. Lo Scorpione è una delle più costellazioni più spettacolari del cielo. Tre stelle ne identificano la testa: si tratta di Acrab, Dschubba e Fang. Da queste si diparte una lunga serie di stelle che identificano il corpo dell’aracnide, col brillante cuore identificato dalla stella più luminosa della costellazione, Antares, e il pungiglione sollevato disegnato in cielo dalle stelle Shaula (la seconda più brillante della costellazione) e Lesath. Le due chele sono identificate da altre due stelle, chiamate Zubenelgenubi e Zubeneschamali (dall’arabo medievale “la chela meridionale” e “la chela settentrionale”) che sono però state poi “staccate” allo Scorpione per andare a costituire le due stelle principali della Bilancia.
Lo Scorpione è ricchissimo di stelle blu, e in singolare contrasto con esse la sua stella più luminosa, Antares, è una supergigante rossa. Antares dista 550 anni luce e, in generale, si può osservare come, oltre alla rossa Antares, diverse stelle blu nello Scorpione, ad esempio Acrab, così come altre nelle vicine costellazioni australi del Lupo, Centauro e Croce del Sud (che però sono parzialmente o del tutto invisibili perché troppo australi), si trovano tutte a distanze simili, dell’ordine del 4-500 anni luce.
Queste stelle formano un’associazione stellare, l’associazione OB Scorpius-Centaurus. Oltre ad Antares, ad essa probabilmente appartengono anche altre stelle molto brillanti come Hadar nel Centauro e Acrux e Mimosa nella Croce del Sud. Le associazioni OB sono gruppi di stelle di grande massa, di colore blu (delle classi spettrali O e B, da cui il nome) e di altissima luminosità intrinseca, la cui età tipicamente non eccede i pochi milioni o al più decine di milioni di anni, dato che le stelle di grande massa hanno tempi di vita di quest’ordine di grandezza.
L’associazione OB Scorpius-Centaurus è la più vicina al Sistema Solare ed è costituita da tre successive “ondate” di formazione stellare che si sono susseguite negli ultimi 15-20 milioni di anni. Vediamo di delineare brevemente la storia di questa associazione, seppur con molti dubbi tuttora presenti circa la dinamica esatta. La regione ove si trovano queste stelle è una regione ricca di nebulose e sede di attivi processi di formazione stellare. Circa 20 milioni di anni fa, ha avuto luogo un intenso processo di formazione stellare, nella regione del Centauro non visibile da noi europei. Le stelle più massicce di quella generazione dopo pochi milioni di anni sono esplose come supernove, e l’onda d’urto creata da queste esplosioni si è propagata nello spazio, verso sud nella zona oggi identificata dalla Croce del Sud, e verso nord dallo Scorpione, dando vita, circa 15 milioni di anni fa, a una seconda generazione di stelle. Le più massicce di queste sono già esplose come supernove, mentre una tra le più massicce è evoluta nella fase di supergigante rossa ma non è ancora esplosa, sebbene stia per farlo (“stia per” in senso astronomico, entro un milione di anni o giù di lì), e questa stella è Antares. Nel frattempo, l’onda d’urto creata dalle stelle di questa seconda generazione già esplose, si è propagata verso la costellazione di Ofiuco e ha dato vita a una terza generazione di stelle, quella che vediamo nella Nebulosa di Rho Ophiuchi. Quando guardiamo questa regione di cielo, quindi, cosa stiamo guardando? Stiamo guardando il luogo più cool dei nostri dintorni galattici, il posto dove succedono le cose più interessanti: stelle nascono in generazioni successive, riempiendo il cielo di magnifiche stelle blu di altissima luminosità, con la rossa Antares a fare da ciliegina su questa torta cosmica. Scommetto che ora guarderete lo Scorpione con occhi diversi!
Per quanto riguarda i pianeti, in giugno Venere diviene un po’ meglio visibile nel cielo del crepuscolo serale, soprattutto verso fine mese, verso occidente, ma lo si vedrà meglio nei prossimi mesi quando si allontanerà ulteriormente dal Sole. Marte, sempre meno luminoso, passa dalla costellazione dei Gemelli a quella del Cancro e va tramontando sempre prima. Giove e Saturno anticipano un po’ la loro levata, ma rimangono ben visibili solo nelle ore finali della notte, piuttosto vicini in cielo, il primo nella costellazione dell’Acquario, il secondo del Capricorno
LA STELLA DEL MESE: ANTARES
Qual è la stella più grande visibile a occhio nudo? Probabilmente Mu Cephei, nella costellazione di Cefeo, che diverse misure suggeriscono essere tra le 1.000 e le 1.600 volte più grande del Sole (l’avverbio “probabilmente” è dovuta all’incertezza nelle misure delle dimensioni di questa come di altre supergiganti colossali). Ma Mu Cephei è molto lontana – tra i 3 e i 6 mila anni luce da noi secondo diverse stime – per cui appare debole, di quarta magnitudine. Qual è invece la più grande tra le stelle più brillanti del cielo? Qui, ci sono due supergiganti rosse a contendersi il primato: Antares nella costellazione dello Scorpione e Betelgeuse in quella di Orione. Quale sia la più grande tra le due, è cosa andata soggetta a un notevole dibattito storico. Attingendo ai miei ricordi (e nella speranza che non mi tradiscano) direi che negli anni ‘80 del secolo scorso la palma spettava ad Antares, mentre negli anni ’90 fu Betelgeuse a essere considerata più grande, poi dopo il 2000 c’è stato un revival di Antares, mentre oggi sembra accertato che la più grande sia Betelgeuse, circa 900-1.000 volte più grande del Sole, mentre Antares è “solo” 7-800 volte superiore al nostro luminare. Questi valori sono un po’ imprecisi perché le supergiganti rosse sono stelle con atmosfere molto estese e di cui è difficile discernere esattamente il limite, che dipende anche dalla lunghezza d’onda a cui si osserva e dalla rispettiva profondità ottica, quindi non si può nemmeno dire con precisione quale sia il valore del diametro “esatto”. Ma, per capirci, si tratta di stelle davvero molto grandi: se fosse al posto del Sole la superficie di Antares arriverebbe tra le orbite di Marte e di Giove. Con una temperatura superficiale di circa 3.700 K e una luminosità pari a 75.000-100.000 soli, Antares è una stella di grande massa, 12-15 volte quella del Sole, e le stelle di grande massa evolvono moto velocemente: pur avendo un’età di soli 15 milioni di anni, questa stella è già in una fase avanzata della propria evoluzione, ed entro un milione di anni, o forse solo 100.000, esploderà come supernova, lasciando come residuo una stella di neutroni (la sua massa, ancorché cospicua, non sembra in grado di dare vita a un buco nero). Antares dista 550 anni luce e ha una stella compagna, una stella blu 5 volte più grande e 18.500 volte più brillante del Sole. La distanza tra le due non è nota con certezza, ma forse vale circa 600 UA.
Dal punto di vista culturale, Antares ha giocato un ruolo importante nella storia. Il suo nome deriva dal greco Ἀντάρης a significare “il rivale di Marte (Ares)” per il colore rossastro di entrambi i corpi celesti. Naturalmente, non c’è alcuna vera rivalità tra i due, e per il piccolo pianeta Marte sarebbe invero inopportuno volere rivaleggiare con una stella, e nemmeno una stella qualsiasi, ma una supergigante di questa fatta. Per i Persiani Antares era una delle quattro stelle regali, insieme a Fomalhaut, Aldebaran e Regolo, mentre gli Arabi la chiamavano “Kalb al Akrab”, ovvero “cuore dello Scorpione”, dato che occupa tale posizione nell’aracnide celeste. Curiosamente, per il popolo aborigeno australiano Wotjobaluk Antares era il figlio di Arturo mentre per i Koolin Koris era il fratello di Altair. Oggi sappiamo che non c’è nessun legame tra queste stelle, mentre Antares, come raccontato in precedenza, ha in realtà molte stelle sorelle di colore blu nell’associazione OB Scorpius-Centaurus.
Note sull’Autore
Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.
Per informazioni sull’Osservatorio Astronomico e per prenotare una visita guidata diurna o notturna: http://www.oavda.it