Sarà ripercorsa la storia della scoperta dei Nuclei Galattici Attivi (AGN), dalla identificazione dei primi Quasar negli anni ‘60 fino all’osservazione della loro emissione nei raggi X e Gamma coi telescopi spaziali.
Dalle galassie attive relativamente vicine, ai Quasar più lontani, questi giganteschi oggetti celesti sono da una parte un laboratoro unico per indagare le leggi della Fisica in condizioni non riproducibili in laboratorio, e dall’altra sono fari cosmici che permettono di studiare la geometria dello spazio-tempo fino ai confini dell’Universo osservabile. Il loro studio ha portato a preferire il modello cosmologico del Big Bang ad altri possibili modelli teorici.
Roberto Nesci:
astronomo presso l’Osservatorio di Bologna nel 1979 e professore associato di Astronomia presso l’Università La Sapienza di Roma dal 1986 al 2011. È associato all’INAF presso l’IAPS dal 2012. Membro della International Astronomical Union. L’attività scientifica si è esplicata in diversi settori dell’Astronomia, in particolare lo studio della variabilità di Quasar con osservazioni simultanee da terra e da satellite.
Tra i progetti principali la realizzazione della rete internazionale WEBT per la sorveglianza su 24 ore della variabilità di Quasar, la digitalizzazione delle lastre dell’Osservatorio di Byurakan (Armenia) e la realizzazione del sito web per la loro consultazione on-line. Tra i progetti didattici la realizzazione del telescopio a controllo remoto TACOR presso La Sapienza e il progetto Notte Stellata per il monitoraggio dell’inquinamento luminoso con scuole in diverse regioni d’Italia.