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Il Cielo di Giugno 2024

Il 20 giugno inizierà l’estate astronomica. Quella metereologica invece, inizia convenzionalmente il primo del mese.

di Davide Cenadelli

In giugno comincia l’estate astronomica, il giorno 20, col solstizio d’estate: quel giorno, l’emisfero boreale della Terra riceverà la massima insolazione, con il dì più lungo e la notte più corta dell’anno. Tanta luce, insomma, anche di sera. Ci sono persone (molte) a cui questo fa piacere, mentre ad altre (poche, io sono tre queste) no. Se, come me, appartenete alla seconda categoria, pensate che, dopo il 20 giugno, le giornate cominceranno ad accorciarsi. In realtà, all’inizio di pochissimo, come avviene anche in prossimità del solstizio d’inverno, quando le parti tra notte e dì sono invertite, e il secondo comincia ad allungarsi dopo il solstizio, ma inizialmente il processo è assai lento, e prende poi slancio solo dopo qualche settimana.
Tra il solstizio d’inverno e quello d’estate, però, c’è un’ulteriore differenza: il primo avviene in prossimità del perielio dell’orbita terrestre, ovvero il punto di massima vicinanza al Sole, il secondo dell’afelio (che cadrà il prossimo 5 di luglio), quando la Terra è alla massima distanza dal Sole e il moto di rivoluzione è più lento, così che i cambiamenti nella durata del dì e della notte sono davvero lentissimi. Insomma, nelle settimane immediatamente successive al solstizio d’estate la diminuzione di ore di luce è piccola e poco significativa. Ma ci accontentiamo. L’estate meteorologica, invece, convenzionalmente, inizia il primo giugno.
Col primo buio, vediamo ancora bene il cielo primaverile: il Grande Carro e Boote altissimi, la Vergine più bassa verso sud e il Leone che ormai va a calare a occidente. Rispetto ai mesi passati, però, vediamo meglio le costellazioni che potremmo definire tardo-primaverili o di inizio estate, quali la piccola ma affascinante Corona Boreale, la grande costellazione di Ercole, la Testa del Serpente, più a sud la Bilancia, poi Ofiuco, con cui entriamo più francamente nel cielo estivo.
La Corona Boreale è una costellazione davvero affascinante, e che torna utile tutte le volte che, facendo vedere le costellazioni a un amico, questo osserva come esse somiglino assai poco a quanto vorrebbero rappresentare. Allora, se visibile, gli si può mostrare la Corona Boreale, un perfetto semicerchio di stelle, la cui forma ricorda una corona di gemme. Secondo il mito, è la corona che Dioniso donò ad Arianna dopo che questa fu abbandonata sull’isola di Nasso da Teseo, che, con lo stratagemma del filo, Arianna aveva aiutato a uscire dal labirinto di Creta. Il contraltare alla Corona Boreale nel cielo autunnale è la costellazione del Triangolo: se il vostro amico in autunno osserva che Andromeda non somiglia a una ragazza e Cassiopea a una regina (la prossima volta lo lasciamo a casa e invitiamo un amico con più fantasia), fategli vedere il Triangolo.
La stella più brillante della Corona Boreale, di seconda magnitudine, porta il nome latino di Gemma, cui si affianca quello arabo (e ufficiale) di Alphecca. È una nana di classe A0, di colore bianco-azzurro, 74 volte più luminosa del Sole e posta a 75 anni luce di distanza. Ha una stella compagna di classe G poco meno brillante del Sole, in orbita stretta, con cui costituisce una variabile ad eclisse. Se si considera la classe spettrale della componente principale e la sua distanza da Terra, si nota una somiglianza con le 5 stelle del Grande Carro (tutte tranne Dubhe ad Alkaid) che fanno parte dell’Associazione dell’Orsa Maggiore, cui in effetti si pensa appartenga anche questa stella, seppure un po’ discosta dal Grande Carro in cielo.
Nella costellazione di Ercole si osserva invece l’ammasso globulare M13, il più luminoso dell’emisfero celeste boreale. Posto al limite della visibilità ad occhio nudo, al telescopio mostra un magnifico “groviglio” di stelle. Complessivamente, contiene parecchie centinaia di migliaia di stelle, e la sua età è stimata in quasi 12 miliardi di anni, quindi poco meno vecchio dell’universo stesso. Le stime di distanza lo collocano tra i 22.000 e i 25.000 anni luce.
Molto più bassa in cielo, a sud di Ofiuco, sorge lentamente lo Scorpione che incede mantenendosi bassa sull’orizzonte meridionale. Lo Scorpione è una delle più costellazioni più spettacolari del cielo. Tre stelle ne identificano la testa: si tratta di Acrab, Dschubba e Fang. Da queste si diparte una lunga serie di stelle che identificano il corpo dell’aracnide, col brillante cuore identificato dalla stella più luminosa della costellazione, Antares, e il pungiglione sollevato disegnato in cielo dalle stelle Shaula (la seconda più brillante della costellazione) e Lesath. Le due chele sono identificate da altre due stelle, chiamate Zubenelgenubi e Zubeneschamali (dall’arabo medievale “la chela meridionale” e “la chela settentrionale”) che sono però state poi “staccate” allo Scorpione per andare a costituire le due stelle principali della Bilancia.
Lo Scorpione è ricchissimo di stelle blu, e in singolare contrasto con esse la sua stella più luminosa, Antares, è una supergigante rossa. Antares dista 550 anni luce e, in generale, si può osservare come, oltre a lei, diverse stelle nello Scorpione, ma di colore blu, come Acrab, così come altre nelle vicine costellazioni australi del Lupo, Centauro e Croce del Sud (che però sono parzialmente o del tutto invisibili perché troppo australi), si trovano tutte a distanze simili, dell’ordine del 4-500 anni luce.
Queste stelle formano un’associazione stellare, l’associazione OB Scorpius-Centaurus. Oltre ad Antares, ad essa probabilmente appartengono anche altre stelle molto brillanti come Hadar nel Centauro e Acrux e Mimosa nella Croce del Sud. Le associazioni OB sono gruppi di stelle di grande massa, di colore blu (delle classi spettrali O e B, da cui il nome) e di altissima luminosità intrinseca, la cui età tipicamente non eccede i pochi milioni o al più decine di milioni di anni, dato che le stelle di grande massa hanno tempi di vita di quest’ordine di grandezza.
L’associazione OB Scorpius-Centaurus è la più vicina al Sistema Solare ed è costituita da tre successive “ondate” di formazione stellare che si sono susseguite negli ultimi 15-20 milioni di anni. Vediamo di delineare brevemente la storia di questa associazione, seppur con molti dubbi tuttora presenti circa la dinamica esatta. La regione ove si trovano queste stelle è una regione ricca di nebulose e sede di attivi processi di formazione stellare. Circa 20 milioni di anni fa, ha avuto luogo un intenso processo di formazione stellare, nella regione del Centauro non visibile da noi europei. Le stelle più massicce di quella generazione dopo pochi milioni di anni sono esplose come supernove, e l’onda d’urto creata da queste esplosioni si è propagata nello spazio, verso sud nella zona oggi identificata dalla Croce del Sud, e verso nord dallo Scorpione, dando vita, circa 15 milioni di anni fa, a una seconda generazione di stelle. Le più massicce di queste sono già esplose come supernove, mentre una tra le più massicce è evoluta nella fase di supergigante rossa ma non è ancora esplosa, sebbene stia per farlo (“stia per” in senso astronomico, entro un milione di anni o giù di lì), e questa stella è Antares. Nel frattempo, l’onda d’urto creata dalle stelle di questa seconda generazione già esplose, si è propagata verso la costellazione di Ofiuco e ha dato vita a una terza generazione di stelle, quella che vediamo nella Nebulosa di Rho Ophiuchi. Quando guardiamo questa regione di cielo, quindi, cosa stiamo guardando? Stiamo guardando il luogo più cool dei nostri dintorni galattici, il posto dove succedono le cose più interessanti: stelle nascono in generazioni successive, riempiendo il cielo di magnifiche stelle blu di altissima luminosità, con la rossa Antares a fare da ciliegina su questa torta cosmica. Scommetto che ora guarderete lo Scorpione con occhi diversi!

Per quanto riguarda i pianeti, giugno 2024 è un mese sfavorevole. Invisibili i due pianeti più brillanti, Venere e Giove, dato che il primo è in congiunzione superiore col Sole il 4 giugno, mentre il secondo è stato in congiunzione con l’astro del giorno lo scorso 19 maggio, e verso fine mese emergerà a fatica dai raggi solari nelle luci che precedono l’alba. Un po’ più favorevole l’osservabilità di Saturno, che sorge intorno alle 2-3 di notte e prima dell’alba, nella costellazione dell’Acquario, appare a discreta altezza verso sud. Marte è pure visibile prima dell’alba nella costellazione dei Pesci, ma con più difficoltà dato che sorge non molto prima del Sole.

LA STELLA DEL MESE:TAU SCORPII

Se guardiamo verso sud in piena notte, nel mese di giugno si vede, bassa ma bellissima, la costellazione dello Scorpione, col suo cuore rosso, la brillante supergigante Antares. Di fianco ad Antares ci sono due stelle di media luminosità (sono di terza magnitudine), Sigma e Tau Scorpii, la prima a destra e la seconda a sinistra e un po’ più in basso. Entrambe portavano lo stesso nome, Al Niyat, di origine araba, a significare “le arterie” che irrorano il cuore dello Scorpione, appunto Antares. In realtà, il nome oggi è usato in maniera ufficiale solo per Sigma Scorpii, mentre Tau Scorpii si chiama ufficialmente Paikauhale, nome di origine hawaiana. Sigma Scorpii dista da noi 570 anni luce, poco più Antares, mentre Tau Scorpii è un po’ più vicina, circa 470 anni luce. Ciò che rende Tau Scorpii particolare, però, è che si tratta di una stella nana. Il fatto di essere nana per una stella non è cosa strana in sé, dato che la grande maggioranza delle stelle sono nane, più o meno il 95%. Strano è che un nana si veda a occhio nudo da quella distanza. Infatti le stelle nane sono mediamente meno brillanti delle giganti, per non dire delle supergiganti, e per questa ragione, pur essendo la maggioranza delle stelle, sono la minoranza tra quelle visibili a occhio nudo. Prendiamo ad esempio le venti stelle più brillanti del cielo notturno, da Sirio (la prima) a Mimosa, la ventesima. Tra queste, solo sette sono nane (nel caso di sistemi multipli, ci riferiamo alla componente più brillante del sistema): Sirio stessa, Rigil Kentaurus, Vega, Procione (forse, dato che alcuni la classificano come subgigante), Achernar, Altair e Fomalhaut. Le distanze di queste stelle sono rispettivamente 8,6, 4,3, 25, 11, 139, 17 e 25 anni luce. Con l’eccezione di Achernar che dista 139 anni luce, si tratta di stelle vicine, ed ecco perché si vedono bene e sono molto brillanti a occhio nudo. Se tra le stelle vicine ci fosse una supergigante, brillerebbe in cielo come la Luna! E’ raro che una nana sia visibile a occhio nudo se dista più di un centinaio di anni luce; Achernar è visibile e pure luminosissima, grazie alla sua luminosità pari a 3,500 soli, che la classificano come nana tra le più brillanti. Se andiamo ancora più lontano, sempre meno nane restano visibili … tranne le più luminose, come Tau Scorpii. Visibile a occhio nudo da 470 anni luce di distanza con magnitudine 2,83, Tau Scorpii è una nana grande (scusate l’ossimoro), con raggio pari a 6,5 volte il Sole, e luminosità elevatissima, 20.400 volte il Sole, grazie a una temperatura superficiale di circa 30.000 K, che la qualifica come appartenente alla classe spettrale B0 e le dona un colore intensamente blu. Per curiosità, da Tau Scorpii Antares dista solo un centinaio di anni luce, e apparirebbe in cielo circa di magnitudine -3, cioè 4 volte più brillante di Sirio nel cielo terrestre.

Davide Cenadelli, PhD, è ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) dove si occupa, tra le altre cose, di didattica e divulgazione. All’Osservatorio Astronomico, nel corso di serate prefissate, è possibile partecipare a visite guidate notturne durante le quali, in caso di bel tempo, è possibile osservare, sotto la guida di Davide o colleghi, il cielo a occhio nudo e col telescopio, compresi alcuni degli oggetti sopra menzionati, o altri, a seconda della stagione.

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