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14/03/2019 – I buchi neri evaporano. L’eredità di Stephen Hawking

Stephen Hawking è stato uno dei più grandi scienziati del secolo scorso, un’ icona mondiale, e un simbolo della resistenza al dolore e alla malattia che lo ha costretto a vivere sempre più nel suo prezioso cervello, mentre il suo corpo lo abbandonava.
Stephen Hawking ha capito che un buco nero non è per sempre. I buchi neri evolvono, anche se ad un ritmo lentissimo, trasformando via via la loro massa in radiazione che si disperde in tutto lo spazio. Quello che gli ha permesso di arrivare a questa scoperta è stato il coniugare alcune idee della meccanica quantistica con la relatività generale. Ormai tutti riconoscono che questa sua scoperta è una prima tappa del viaggio verso il sacro Graal della fisica: la gravità quantistica. Ha poi continuato la sua ricerca, e ha posto un problema fondamentale: quando qualcosa cade in un buco nero, ne perdiamo veramente ogni traccia, ogni informazione? Questa domanda ha appassionato decine di scienziati in una diatriba che è durata trent’anni, con un risultato sorprendente.

Gabriele Ghisellini:

dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, lavora presso l’Osservatorio di Brera e si occupa di astrofisica delle alte energie: getti relativistici, gamma ray bursts e buchi neri di grande massa. È autore di più di 350 pubblicazioni su riviste internazionali con referee.

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