COSMIC ABUNDANCE

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Vera C. Rubin Observatory

SOGGETTO: l’ammasso di galassie della Vergine. Con i suoi circa 1500 membri, è il più vicino tra i grandi ammassi di galassie ed è tra i sistemi extragalattici maggiormente studiati. Il suo centro si trova a circa 54 milioni di anni luce di distanza dal Sole, nella costellazione della Vergine. L’ammasso costituisce il nucleo centrale del Superammasso Locale ai cui margini è situata la nostra galassia, la Via Lattea, posta all’interno del Gruppo Locale. Già nel 1784, Charles Messier notò una concentrazione anomala di “nebulose” in quella regione celeste; infatti, ben 15 dei 109 oggetti del suo celebre catalogo risultano oggi identificati come galassie appartenenti a questo ammasso. Il “pezzo da novanta” del gruppo è Messier 87, una galassia ellittica gigante contenente il buco nero supermassiccio M87*, protagonista della cosiddetta “foto del secolo” realizzata utilizzando i dati raccolti nel 2017 dall’Event Horizon Telescope (EHT) e pubblicata il 10 aprile 2019. Le prime indagini sistematiche dell’ammasso vennero effettuate da Harlow Shapley e Adelaide Ames negli anni ’20 e ’30 del ‘900. Da allora, l’Ammasso della Vergine ha rivestito un ruolo centrale nello sviluppo dell’astronomia extragalattica, offrendo la possibilità di osservare un gran numero di galassie situate a una distanza pressoché uguale, ma appartenenti a tipologie morfologiche differenti. Questo ammasso è perciò un laboratorio privilegiato per l’analisi delle proprietà delle galassie e un punto di riferimento essenziale per la calibrazione della scala delle distanze cosmiche.

ARTISTA: l’Osservatorio Vera C. Rubin, realizzato grazie ai finanziamenti congiunti della National Science Foundation degli Stati Uniti e dell’Ufficio per la Scienza del Dipartimento dell’Energia, è una struttura all’avanguardia per la ricerca in astronomia e astrofisica. Sorge sul Cerro Pachón, in Cile, ed è stato ufficialmente inaugurato il 23 giugno 2025 durante l’evento denominato First Look, nel corso del quale sono state ufficialmente presentate le prime immagini ottenute dal telescopio. L’osservatorio porta il nome dell’astronoma Vera Cooper Rubin, la prima scienziata a fornire prove solide dell’esistenza della materia oscura. Si tratta di un osservatorio senza precedenti: la configurazione degli specchi, la sensibilità della fotocamera, la rapidità del telescopio e l’avanzato sistema informatico rappresentano una nuova frontiera tecnologica. Il Simonyi Survey Telescope, con uno specchio primario di 8,4 metri di diametro e dotato della camera LSST – la più grande mai realizzata – ha il compito di catturare immagini ad altissima risoluzione del cielo australe per un periodo di dieci anni. Nell’arco di poche notti fotografa l’intero cielo, creando una sequenza temporale estesa in formato ultra-HD: il più vasto “film” astronomico mai prodotto. Questo straordinario archivio visivo restituirà una visione dinamica del cielo notturno, svelando una ricchezza di fenomeni celesti, come asteroidi, comete, stelle variabili e supernove. Grazie alle osservazioni del Vera C. Rubin, sarà possibile approfondire la comprensione dell’Universo, fare luce sui misteri dell’energia e della materia oscura e forse rispondere a interrogativi ancora impensabili oggi.

INFORMAZIONI SULLA FOTO: questa immagine mostra una porzione dell’Ammasso di galassie della Vergine catturato dall’Osservatorio Vera C. Rubin. Offre uno scorcio vivido e affascinante della straordinaria varietà del cosmo: si distinguono due importanti galassie a spirale (NGC 4411b in basso a sinistra nella zona centrale e NCG 4411a in basso a destra), tre galassie in fase di fusione nella zona superiore dell’immagine verso destra, gruppi di galassie vicine (colore blu) e lontane (colore rosso), stelle della nostra Via Lattea in primo piano e molto altro.

CURIOSITÀ: con dimensioni paragonabili a quelle di un SUV e un peso di circa 2800 kg, la camera LSST (Legacy Survey of Space and Time) rappresenta il più grande apparato fotografico mai realizzato. Equipaggiata con un colossale sensore CCD da 3200 megapixel, sarà in grado di catturare immagini del cosmo con un’ampiezza e una risoluzione mai raggiunte prima. Ogni notte, l’Osservatorio Vera C. Rubin genererà circa 20 terabyte di dati e potrà emettere fino a 10 milioni di segnalazioni pubbliche in tutto il mondo relative a variazioni osservate nel cielo notturno, consentendo così agli astronomi di guardare subito nel posto giusto e al momento giusto. Al termine della sua missione decennale, l’osservatorio produrrà complessivamente 60 petabyte (60 000 terabyte) di dati grezzi. È la prima volta nella storia che una tale mole di dati astronomici verrà resa accessibile a un pubblico così vasto di scienziati.

Data di rilascio: 5 giugno 2025
Con “data di rilascio” si intende il momento in cui un’immagine astronomica viene resa pubblica, ovvero quando diventa disponibile sui siti ufficiali per la visualizzazione e la distribuzione.

Image credit: NSF–DOE Vera C. Rubin Observatory