THE SUN

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THE SUN
Solar Dynamics Observatory

SOGGETTO: il Sole, la stella madre del sistema solare. Tutto il nostro quartiere celeste orbita attorno a lui: otto pianeti (compresa la Terra), le loro lune, i pianeti nani, i corpi minori come asteroidi e comete e polveri che compongono il mezzo interplanetario. La sua massa costituisce il 99,86% di quella dell’intero sistema solare. Il Sole è un’enorme sfera di gas incredibilmente caldo (temperatura superficiale di circa 5.700 gradi, ma nel nucleo si raggiungono i 15 milioni di gradi) composta prevalentemente da idrogeno ed elio. L’idrogeno è il combustibile principale e il Sole lo “brucia” continuamente attraverso reazioni di fusione nucleare che avvengono nel suo nucleo, convertendolo in elio e liberando così una quantità immensa di energia sotto forma di luce e calore. Anche se è gigantesco rispetto alla Terra, il Sole è in realtà una stella di dimensioni medio-piccole. È classificato come “nana gialla” e si trova in una fase di stabilità della sua vita, chiamata “sequenza principale”, in cui la stella è impegnata a produrre energia tramite le reazioni nucleari di fusione dell’idrogeno in elio: ogni secondo consuma circa quattro milioni di tonnellate di idrogeno. Continuerà a farlo ancora per miliardi di anni, prima di trasformarsi in una gigante rossa e avviarsi verso le fasi finali della sua esistenza.

ARTISTA: il telescopio spaziale SDO (Solar Dynamics Observatory). Lanciata l’11 febbraio 2010, SDO è la prima missione del programma Living With a Star della NASA, un’iniziativa realizzata per approfondire le origini della variabilità solare e i meccanismi attraverso i quali essa influisce sul nostro pianeta. Studiare la nostra stella è anche un modo per conoscere altre stelle nella galassia. SDO permette di comprendere la genesi dei processi fisici alla base dei cambiamenti magnetici del Sole, indagando in che modo si forma e si organizza il campo magnetico della stella, nonché come l’energia magnetica accumulata viene liberata nello spazio circostante e nell’eliosfera sotto forma di vento solare, particelle energetiche e variazioni dell’irraggiamento solare. Inoltre, le osservazioni, condotte in molte lunghezze d’onda contemporaneamente, e le analisi prodotte saranno fondamentali per sviluppare strumenti in grado di prevedere variazioni dell’attività del Sole che possono avere effetti nocivi sulla Terra; infatti, i brillamenti solari e le espulsioni di massa coronale possono talvolta compromettere il funzionamento degli strumenti tecnologici sia terrestri sia spaziali.

INFORMAZIONI SULLA FOTO: questa immagine è una composizione di 23 immagini separate che coprono la sessione d’osservazione che va dall’11 gennaio 2015 al 21 gennaio 2016. È stata realizzata alla lunghezza d’onda di 171 Å (angstrom), nella banda della luce ultravioletta estrema, e mette in evidenza le regioni attive più comuni durante quella fase del ciclo solare. È ben visibile materiale a circa 600.000 gradi Kelvin che mostra caratteristiche strutturali della regione di transizione, uno strato sottile e irregolare che separa la cromosfera, relativamente fredda, dalla corona, molto più calda. La regione di transizione e la corona sono dominate dal campo magnetico solare che costringe il plasma a muoversi prevalentemente lungo le linee di campo.

CURIOSITÀ: SDO tiene d’occhio il Sole 24 ore su 24 e lo strumento di imaging Atmospheric Imaging Assembly (AIA) che ha a bordo cattura un’immagine della nostra stella ogni 12 secondi in 10 diverse lunghezze d’onda.

Data di rilascio: 12 febbraio 2016
Con “data di rilascio” si intende il momento in cui un’immagine astronomica viene resa pubblica, ovvero quando diventa disponibile sui siti ufficiali per la visualizzazione e la distribuzione.

Image credit: NASA’s Goddard Space Flight Center/SDO/S. Wiessinger