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LA NUOVA TERRA VISTA DALLO SPAZIO

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Serata di approfondimento scientifico

A cura di Cesare Guaita

Per il ciclo “Un pianeta alla volta”
Un ciclo di appuntamenti dedicati alla scoperta dei pianeti del sistema solare

LA NUOVA TERRA VISTA DALLO SPAZIO

La Terra osservata nel visibile dallo spazio appare come un’oasi meravigliosa ed accogliente (le immagini riprese ‘ad occhio nudo’ dagli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale sono esplicative in questo senso). Ma è ben noto che i nostri occhi ricevono solo una piccolissima parte dello spettro elettromagnetico (quella da 0,4 a 0,7 micron centrata sulla luce solare). Ogni corpo cosmico però, Terra compresa, emette anche radiazioni (quindi moltissime informazioni) al di là della luce ‘visibile’. Fortunatamente la tecnologia spaziale ci permette al giorno d’oggi di acquisire anche queste radiazioni. Nel caso terrestre sono importantissime sia le radiazioni infrarosse (ossia al di là di 0,7 micron) sia ultraviolette (ossia prima di 0,4 micron). In infrarosso si può verificare un aumento continuo della temperatura, che negli ultimi 100 anni è arrivata a circa 1,5°C. Questo effetto, dovuto all’eccesso di CO2 immessa in atmosfera, sta avendo effetti devastanti sul clima, specialmente per quanto riguarda i fenomeni più estremi. Innalzamenti di temperatura globale si ebbero in effetti anche in epoche geologiche passate, ma si trattava di fenomeni naturali (emissione vulcanica di CO2?) spalmati su centinaia di migliaia di anni e non velocissimi (100 anni!) come nell’epoca attuale. Importantissime sono anche le indagini in ultravioletto, una radiazione ideale per individuare anomalie nella composizione dei gas atmosferici. Il caso più eclatante è quello dell’Ozono, il guscio di O3 (ossigeno triatomico) stratosferico che ci protegge dalla componente più tossica della luce solare. L’immissione in atmosfera di CFC (cloro-fluoro-carburi) stava distruggendo lo strato di Ozono stratosferico su tutto il pianeta e, particolarmente, in primavera sull’Antartide. Fortunatamente il controllo satellitare dell’Ozono (un gas che NON si vede ma si misura benissimo in ultravioletto) ha fatto capire il problema, aiutando ad intraprendere le azioni necessarie a farlo regredire. Ma dallo spazio sono importantissime anche le indagini della superficie e della geologia terrestre nel campo delle radio-onde, che ci permettono di ‘vedere’ laddove è impossibile arrivare con altri mezzi: un caso recente è quello della onde sismiche emesse dai grandi terremoti.

Cesare Guaita, laurea in Chimica con specializzazione in Chimica organica e Chimica macromolecolare. Esperto di Cosmochimica e Planetologia, ha pubblicato, su riviste divulgative e professionali, centinaia di articoli su questi temi, con particolare riferimento alle connessioni chimico-geologiche di una moltitudine di fenomeni planetari ed astrofisici. Collabora con giornali e riviste e reti televisive pubbliche e private. È Presidente e fondatore (anno 1974) del G.A.T., (Gruppo Astronomico Tradatese) e da oltre 25 anni è conferenziere del Planetario di Milano.
È autore del libro L’esplorazione delle comete edito da Hoepli.

A conferenza iniziata è vietato l’ingresso.
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