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Urano alla rincorsa di Saturno e Giove

Grazie al James Webb Space Telescope, gli scienziati del Southwest Research Institute (SwRI) hanno appena annunciato la scoperta di un’altra luna di Urano.

di Andrea Castelli

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Questa immagine composita mostra la nuova luna S/2025 U1 e 13 delle altre 28 lune note di Urano. Credit: NASA, ESA, CSA, STScI, M. El Moutamid (SwRI), M. Hedman (University of Idaho).

Nella corsa al titolo di pianeta con il maggior numero di lune nel sistema solare, Saturno – a quota 274 e attualmente in testa – e Giove, in seconda posizione con 95, sentono quasi il fiato sul collo: Urano sta accorciando le distanze. A quasi quarant’anni dallo storico sorvolo del settimo pianeta in ordine di distanza dal Sole compiuto dalla sonda Voyager 2 nel gennaio 1986, gli astronomi tornano a scrutare quel lontano mondo ghiacciato con strumenti ben più avanzati. Il telescopio spaziale James Webb (JWST), con la sua eccezionale sensibilità nel vicino infrarosso, ha appena rivelato una piccola luna mai osservata prima in orbita attorno a Urano. La scoperta, annunciata il 19 agosto 2025 dal Southwest Research Institute (SwRI), porta infatti a 29 il numero totale di satelliti naturali conosciuti del pianeta. La new entry, provvisoriamente designata con la sigla S/2025 U1, è stata individuata il 2 febbraio 2025 durante una campagna di osservazioni condotte con la fotocamera NIRCam (Near-Infrared Camera) del Webb. Si tratta di un oggetto di esigue dimensioni: supponendo che abbia un albedo – la misura della quantità di radiazione solare che una superficie è in grado di riflettere – paragonabile a quello di altri satelliti vicini, ovvero tra 0,05 e 0,1, si stima che abbia un diametro medio di 10 km. Un corpo celeste con tali caratteristiche è perciò sfuggito alle capacità osservative sia della Voyager che del telescopio spaziale Hubble, ma non a quelle di Webb. “La luna è stata avvistata in una serie di dieci esposizioni lunghe 40 minuti ciascuna”, ha spiegato l’astronoma Maryame El Moutamid, a capo della Divisione di Scienza ed Esplorazione del Sistema Solare presso lo SwRI. “Si tratta di un corpo estremamente tenue”, aggiunge la scienziata, “ma la sua scoperta apre nuove prospettive sulla comprensione del complesso sistema uraniano”. Urano si distingue infatti per un sistema di 13 anelli sottili e relativamente scuri, difficili da osservare a causa della loro composizione e posizione. Alcune delle lune interne del pianeta interagiscono dinamicamente con queste strutture, contribuendo a modellarne la forma. Secondo Matthew Tiscareno del SETI Institute, la nuova luna – più piccola e debole di qualsiasi altro satellite interno noto – suggerisce che il sistema di Urano possa essere ancora più complesso e ricco di quanto finora immaginato. Ciò testimonia probabilmente un passato turbolento di Urano che contribuisce a sfumare il confine tra la fine del suo sistema di anelli e l’inizio dello spazio occupato invece dai satelliti.
La scoperta di questa nuova luna segue di soli due anni quella di S/2023 U1, oggi il ventottesimo satellite naturale di Urano. Anch’esso è un corpo celeste decisamente piccolo, di circa 8 Km di diametro, che completa un’orbita attorno al pianeta in 680 giorni. S/2025 U1 ha invece un periodo orbitale di 0,402 giorni (9,6 ore) e si trova a circa 56.000 chilometri dal centro di Urano. Descrive una traiettoria quasi perfettamente circolare adagiata sul piano equatoriale del pianeta e ciò lascia supporre che il piccolo oggetto si sia formato proprio nella regione di spazio che occupa attualmente. La sua posizione si colloca tra le orbite di due lune minori, Ofelia e Bianca, entrambe già note e localizzate vicino agli anelli più interni del pianeta. Questo fa di S/2025 U1 il quattordicesimo satellite interno conosciuto di Urano, parte di un intricato sistema situato all’interno delle orbite delle cinque lune maggiori: Miranda, Ariel, Umbriel, Titania e Oberon. Tutti i satelliti uraniani, inclusa la nuova scoperta, seguono la tradizione di essere battezzati con nomi tratti dalle opere di William Shakespeare e Alexander Pope. Anche per S/2025 U1 è perciò atteso un nome ufficiale in “stile letterario” che verrà assegnato successivamente dall’Unione Astronomica Internazionale (UAI). Questa nuova scoperta è avvenuta nell’ambito del programma General Observer che consente agli scienziati di tutto il mondo di richiedere tempo di osservazione e proporre indagini mirate con gli strumenti all’avanguardia del JWST. L’eredità scientifica della Voyager 2 continua quindi a vivere ancora oggi: quasi quattro decenni dopo quel primo, fugace incontro con Urano, la moderna astronomia sta ampliando le sue conoscenze su questo enigmatico pianeta, spingendo – grazie a Webb – lo sguardo sempre più in profondità nelle regioni più remote del nostro sistema solare. Spesso le sorprese si nascondono proprio lì, dietro l’angolo.

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