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A cura di Giuseppe Gavazzi Università di Milano Bicocca

I COLORI DEL COSMO

La luce, dotata di enorme, ma finita velocità, offre all’astronomo una preziosa macchina del tempo per dipanare l’evoluzione dell’Universo e dei corpi che lo costituiscono dai tempi del suo bagliore iniziale, il Big-Bang, ad oggi. Come il naturalista ricostruisce la sequenza dell’evoluzione biologica confrontando i fossili primordiali custoditi negli strati più profondi del suolo con quelli più recenti ed evoluti trovati in superficie, così l’astronomo, spingendo lontano l’osservazione, raccoglie notizie sull’Universo primordiale e confronta le galassie appena nate con quelle adulte che si trovano nelle vicinanze della terra (distanti appena… qualche milione di anni-luce!). Da circa un secolo assistiamo alla gara per dotare gli astronomi di giganteschi strumenti sensibili ad ogni tipo di luce per scandagliare il Cosmo, dai raggi-gamma alle onde-radio, per meglio cogliere la varietà dei fenomeni che vi si avvicendano in tutta la loro colorata bellezza.

Giuseppe Gavazzi (1949) è professore di astrofisica all’Università di Milano Bicocca. Dopo la laurea in Fisica con Beppo Occhialini, è stato ricercatore all’osservatorio di Leiden (Olanda), all’Istituto di Fisica Cosmica del cnr di Milano e astronomo all’osservatorio di Brera (Milano). L’evoluzione delle galassie, il tema di ricerca che da sempre coltiva, lo ha portato a utilizzare da trent’anni i maggiori telescopi del mondo. Autore di più di un centinaio di articoli apparsi sulle riviste internazionali di astrofisica, si interessa anche di divulgazione scientifica. Per i bambini ha scritto e illustrato Quanto è lontano il cielo? (Emme Edizioni 1984) che è stato tradotto in tedesco, inglese, spagnolo, francese, danese e olandese.

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